1 settembre 2011

Il Test di Turing

Il sogno della realizzazione di macchine in grado di simulare attività intelligenti è un sogno antico.
Inizialmente il problema teorico non è tanto rappresentato dalla realizzazione della macchina (questo è semmai un problema pratico e non teorico); il problema è semmai lo stabilire un metro di misura del quanto la simulazione di "avvicini" alla realtà.
Il "Test di Turing" è per certi versi una "misura" di questo tipo.

La prima versione è dovuta allo stesso Turing, ed appare sulla prima pagina del suo scritto con il nome di Original Imitation Game (OIG). L'OIG ha tre giocatori: un uomo (A), una donna (B) ed una terza persona (C). E' un gioco molto semplice, ed anche spesso divertente! Si può provare a giocarlo ad esempio durante un'allegra serata tra amici.
Il terzo giocatore (C) ha la funzione di comunicare mediante domande con gli altri due, ma non deve vederli... né sentirli: (A), (B) e (C) dovrebbero trovarsi in stanze diverse ed una quarta persona dovrebbe fare da "mezzo di trasporto" e portare i messaggi tra le varie persone. In alternativa, al fine di non permettere la vista diretta tra i giocatori, lo si può giocare via internet, ad esempio in una chat.
Il giocatore (C) pone domande agli altri due giocatori, sia all'uomo sia alla donna. Lo scopo di (C) è quello di decidere chi è l'uomo e chi la donna.
Il compito di (C) è reso difficile dall'uomo (A), che secondo Turing deve replicare alle domande con errori e bugie.
Divertente, no? Provate a giocarlo! Vi assicuro che si riderà molto (soprattutto se il mentitore è bravo a mentire). Mettiamo da parte le questioni sociali e di genere sollevate da un gioco come l'OIG, e consideriamolo solamente come un esperimento scientifico. La puntualizzazione di Turing è che se viene ripetuto l'OIG con un campione sufficientemente ampio di persone nei ruoli di (A), (B) e (C), misureremo una specifica percentuale M di volte in cui (in media) (C) sbaglia ad identificare chi è la donna, di conseguenza nel 100-M% dei casi (C) identificherà correttamente chi è la donna.
Dato un ampio numero di prove, la teoria generale della probabilità ci assicura che M è un numero la cui misura è ripetibile. M ha il significato fisico di percentuale (misurata, quindi osservabile) di errore da parte dell'uomo.
Ora, consideriamo di fare un "passo da gigante" e sostituire l'uomo (A) con un computer provvisto di un apposito programma in grado di rispondere alle domande che gli vengono poste.
Cosa avviene se proviamo l'esperimento con un programma molto semplice?
In un caso del genere, (C) riesce ad identificare correttamente la donna nel 100% dei casi, e quindi M=0. Un programma banale non fa bella figura nel OIG, ma al migliorare delle risposte dei programmi, o meglio al loro avvicinarsi alle risposte dell'uomo (A) che mente, la percentuale di identificazioni scorrette si potrebbe avvicinare a M? Cioè potrebbe confondersi con l'interlocutore umano che mente?
Questo è uno dei problema centrale della moderna intelligenza artificiale.
Problema da sottolineare in quanto misconosciuto a causa di certa pubblicistica fantascientifica che propaganda nell'immaginario collettivo un futuro superamento di M. Da notare per inciso, che fino ad oggi nessun programma ha mai superato il test di Turing.

Link per approfondire, e per sperimentare:
Alice - Il programma dialogante più famoso (ma parla inglese)
ILN - Un progetto che mi vede coinvolto nella realizzazione
GrokItBot - un programma che parla via AOL IM

Alessandro Iacuelli.

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