tag:blogger.com,1999:blog-741807160512020452024-02-19T04:17:23.054+01:00NerdositàScienza, tecnologia e lollismo con gli occhi di un nerd.Unknownnoreply@blogger.comBlogger50125tag:blogger.com,1999:blog-74180716051202045.post-79659080854854412122012-02-20T14:00:00.000+01:002012-02-20T14:00:14.511+01:00L'importanza di chiamarsi Woody<div class="tr_bq">
Sul web girano un'infinità di citazioni, frasi che spesso saltano alla mente quando con gli amici si parla di qualcosa in particolare o che solamente ci piace condividere sui social network. Ora, secondo voi di una frase è più importante il messaggio che contiene o la persona che la dice?</div>
A tal proposito ho da raccontarvi cosa è successo al fumettista Davide La Rosa. Anzi, ve la faccio raccontare da lui in persona.<br />
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<blockquote>
Il primo Febbraio, <a href="http://lario3.blogspot.com/" target="_blank">sul mio blog</a>, pubblico alla mezzanotte (l'orario è importante) il seguente fumetto.<br /><a href="http://lario3.blogspot.com/2012/02/ma-il-cielo-e-sempre-piu-sisto.html" target="_blank"><img border="0" height="640" src="http://www.lario3.it/images/Fumetti/Papa_Sisto_I/Omofobia.jpg" width="481" /></a><br />Passano le ore e ad un certo punto, verso mezzogiorno, il tale che gestisce il profilo italiano di "Woody Allen" (che con Woody Allen non ha nulla a che fare) decide di estrapolare dal sopra citato fumetto la seguente frase: "L'omosessualità è contronatura ma anche camminare sull'acqua, morire e risorgere, moltiplicare il cibo e rimanere incinta da vergine" e l'attribuisce a Woody Allen. Mi segnalano la cosa e io faccio notare subito, al finto Allen, il plagio a mio discapito e la toglie. Ma ormai il danno è fatto. La frase ha iniziato a girare a nome Woody Allen e non si arresta più. A qualcuno sono riuscito a fare cambiare il nome della citazione ma ormai, per la maggior parte delle persone, è di Allen. Qualcuno ora la cita a mio nome e sotto gli scrivono, con fare altezzoso, "E' di Allen". Bastano due cose per dimostrare che non è di Allen: notare che prima della mezzanotte del primo Febbraio tale frase non esisteva nell'Universo e che non esiste in inglese (lingua madre di Allen e in cui scrive di solito). La cosa che mi fa più arrabbiare è che a molti, una volta scoperta che la frase era mia, l'hanno tolta. Il messaggio è che se la frase è di Allen allora è bella, se invece è la mia (che sono un signor nessuno) allora non vale la pena diffonderla. Ciò dimostra quanto qualunquismo è insito in molte persone e quanto uno divulga frasi solo perché fa "Figo" mettere una frase di Woody Allen invece di una di Davide La Rosa. La cosa bella in tutta questa storia antipatica è stato l'affetto di chi mi legge che mi ha aiutato a segnalarmi e a far cambiare le citazioni sbagliate a loro un grazie enorme. E grazie a Nerdosità per questo spazio che mi ha concesso.</blockquote>
Questo blog fa a Davide i migliori auguri per la sua carriera da fumettista e invita chiunque veda la suddetta frase mal attribuita di segnalarla agli admin di competenza, magari linkando il fumetto sul blog di Davide o questo post.<br />
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Gianmarco.Unknownnoreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-74180716051202045.post-91921487935480137402012-01-30T14:00:00.000+01:002012-02-04T10:51:20.743+01:00Geeky side of Paris - Arti e MestieriA Parigi c'è un museo.<br />
Sì lo so che non è una novità ma non parlo di uno di quelli famosi, quelli con quadri unici al mondo.<br />
Sto parlando del Museo delle Arti e dei Mestieri, o come dicono loro <i><a href="http://www.arts-et-metiers.net/" target="_blank">Musée des Arts et Metiers</a>.</i><br />
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Al di sopra del punto in cui la linea 3 e la linea 11 della metro si incontrano sorge il luogo del quale vi parlerò. In ogni caso vi consiglio di prendere la linea 11 e scendere alla fermata della metro omonima al museo perché vi attenderà una cosa del genere.<br />
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-u8OCIAu6Y6o/TyKX2AYEhPI/AAAAAAAAAL8/AQnG4aKtCW8/s1600/2012-01-26+10.10.02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="http://4.bp.blogspot.com/-u8OCIAu6Y6o/TyKX2AYEhPI/AAAAAAAAAL8/AQnG4aKtCW8/s400/2012-01-26+10.10.02.jpg" width="400" /></a></div>
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Se non lo avete capito l'intera banchina della fermata "Arts et Metiers" è costruita come se ci si trovasse all'interno del Nautilus, il sottomarino del Capitano Nemo, protagonista del romanzo di Verne "Ventimila leghe sotto i mari". Iniziamo bene, no?<br />
Sempre sulla banchina possiamo leggere una targa che ci spiega per sommi capi sia la storia del CNAM (un centro di ricerche) che del museo.<br />
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-8cBlOqshIto/TyKhz_pwW9I/AAAAAAAAAMI/2If9LKYIyYk/s1600/2012-01-26+10.07.50.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://2.bp.blogspot.com/-8cBlOqshIto/TyKhz_pwW9I/AAAAAAAAAMI/2If9LKYIyYk/s320/2012-01-26+10.07.50.jpg" width="240" /></a></div>
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Uscendo dalla metro sarà ben visibile un antico edificio nel cui piazzale troviamo una fontana e la riproduzione della Statua della Libertà. A Parigi ovunque possono ne mettono una, non si stancano mai di ricordarti che l'hanno fatta loro. Mai.<br />
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Dopo aver fatto il biglietto (che per i minori di 26 anni cittadini dell'UE è gratuito come per ogni museo francese) ci si può incamminare per raggiungere il secondo piano. E' lì che inizia il percorso fra i vari temi e i periodi storici. Per l'appunto, il museo è diviso in ambienti che differiscono per il tema trattato e in ogni ambiente le installazioni e le vetrine sono disposti in ordine cronologico.<br />
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<a href="http://www.arts-et-metiers.net/pdf/plan.pdf" target="_blank"><img border="0" height="321" src="http://3.bp.blogspot.com/-hdPNnd1CPI4/TyKmsKP0bqI/AAAAAAAAAMU/_OQwJYxZ2O8/s400/pianta+museo+arti+e+mestieri.PNG" width="400" /></a><span id="goog_2084856945"></span><span id="goog_2084856946"></span><a href="http://www.blogger.com/"></a></div>
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Non starò qui a descrivervi tutto il museo, altrimenti poi voi che ci andreste a fare? Però voglio farvi vedere qualche foto delle cose che mi hanno colpito maggiormente.</div>
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Dopo essere venuti a conoscenza che Blaise Pascal aveva solo 19 anni quando nel 1643 costruì la prima macchina calcolatrice della storia e che lo fece per aiutare il padre nel suo lavoro da contabile, ci si ritrova davanti all'apparecchiatura da laboratorio utilizzata da Lavoisier per i suoi studi sulla conservazione della massa. Qualcosa di molto vicino ad un reliquiario per quelli come me, e immagino anche per quelli come voi.</div>
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-A6bpkCGF2_E/TyKn5PFZs1I/AAAAAAAAAMg/Oy08sBVowyk/s1600/2012-01-26+10.46.46.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="http://4.bp.blogspot.com/-A6bpkCGF2_E/TyKn5PFZs1I/AAAAAAAAAMg/Oy08sBVowyk/s400/2012-01-26+10.46.46.jpg" width="400" /></a></div>
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Appena il tempo di smaltire l'adrenalina e ci si ritrova al cospetto di un supercomputer del 1985: il <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Cray-2" target="_blank">Cray-2</a>. </div>
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-U84Cc6Xh0Q0/TyKruCLABVI/AAAAAAAAAMs/XL7hTzDJRzE/s1600/2012-01-26+10.56.39.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="http://1.bp.blogspot.com/-U84Cc6Xh0Q0/TyKruCLABVI/AAAAAAAAAMs/XL7hTzDJRzE/s400/2012-01-26+10.56.39.jpg" width="400" /></a></div>
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Un macchina che venne utilizzata per la ricerca più avanzata dell'epoca ma anche per scopi militari ed energetici. E pensate che aveva una potenza di calcolo di soli 243 MHz, sono cose da tenere presente quando si impalla il multicore che abbiamo nel pc. Forse c'è qualcosa che non va. In noi, non in lui.</div>
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Ed ora l'ultima cosa, il <a href="http://books.google.it/books?id=3WAN6nda4bsC&lpg=PA132&ots=gkEE10OtdR&dq=robot%20ecureuil&hl=it&pg=PA132#v=onepage&q&f=false" target="_blank">Robot Ecureiul</a>, del 1990. Viene descritto come un robot scoiattolo perché è stato utilizzato negli impianti nucleari per salire sui camini delle centrali e controllare le condizioni dell'impianto dove mandare un uomo sarebbe stato troppo pericoloso.</div>
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<a href="http://3.bp.blogspot.com/-p43ybpVEwr4/TyKyY9CdFuI/AAAAAAAAAM4/szra82pQiIY/s1600/2012-01-26+11.07.08.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://3.bp.blogspot.com/-p43ybpVEwr4/TyKyY9CdFuI/AAAAAAAAAM4/szra82pQiIY/s320/2012-01-26+11.07.08.jpg" width="240" /></a><a href="http://1.bp.blogspot.com/-HeNArBnLXQo/TyKyeg6UqaI/AAAAAAAAANA/il18Wti0Mfk/s1600/2012-01-26+11.07.21.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; display: inline !important; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://1.bp.blogspot.com/-HeNArBnLXQo/TyKyeg6UqaI/AAAAAAAAANA/il18Wti0Mfk/s320/2012-01-26+11.07.21.jpg" width="240" /></a></div>
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Questi sono solo alcuni dei molti oggetti interessanti osservabili al Musée des Arts et Metiers, non vi ho parlato di tutto il settore dedicato alle costruzioni, di quello dedicato all'energia, alla meccanica, alle comunicazioni. Tuttavia spero di avervi incuriosito a tal punto che nel caso vi trovaste a passare per Parigi ci andrete a fare un salto.</div>
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Gianmarco.</div>Unknownnoreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-74180716051202045.post-18217496316895713752012-01-19T14:00:00.000+01:002012-01-19T14:00:10.368+01:00Cosa ci mancava, nel XXI secolo?<div align="justify">
Forse l'eliminazione della povertà? O l'abbattimento della fame nel mondo? Non so, magari un mondo dove la giustizia ci sia davvero, e dove la gente non venga perseguitata per motivi di opinione, o politici, o altro? O magari un mondo dove nelle relazioni umane ci sia rispetto, senza che ognuno tragga conclusioni affrettate e decisamente predeterminate, senza rendersi conto neanche delle evidenze?<br />Ebbene <b>no</b>.<br />L'opinione (non mia, eh!) è che la società abbia bisogno di <b>nuovi strumenti</b>.<br />Bene, diremmo, quali? Banda larga? Trasporti non inquinanti? Teletrasporto?<br />Ebbene <b>no</b>.<br />Qual è lo strumento indispensabile per la società civilizzata del XXI secolo?<br />Ma che domande! Ovviamente è il <b>W.C.</b>. Per capirci, parliamo del <b>cesso</b>.<br />Esiste forse un altro componente, di solito in ceramica, più necessario all'interno della nostra cellula abitativa?<br />Ma da oggi, signore e signori, grazie alla genialità di un bravo marchettaro, il cesso entra <b>nel mondo dell’elettronica</b>, dotandosi di sensori, speaker e bidet incorporato.<br />E' chiaro, ora, cosa mancava alla nostra modernità?<br />Il pezzo è costruito dalla ditta americana Kohler, è dotato <b>di tavoletta che si alza automaticamente</b>... rendo l'idea? Grazie al sensore di prossimità, man mano che vi avvicinate alla tazza, la tavoletta si alza! Intanto nel golfo di Guinea continuano ad arrivare le navi di rifiuti tossici, la gente si ammala e crepa, ma noi siamo oltre! E non finisce qui!<br />Sistema deodorante per rinfrescare l’atmosfera dopo l’utilizzo; bidet estraibile con tanto di acqua tiepida; tavoletta riscaldata per tenere ben confortevoli le pudenda; sistema scalda-piedi mediante flusso di aria calda che esce dalla parte inferiore del W.C.; pannelli illuminati per rendere la stanza da bagno più invitante e riflessiva; sistema di asciugatura ad aria (ci auguriamo per il W.C.); e dulcis in fundo lettore MP3 e radio FM con tanto di altoparlanti.<br />Ma la vera chicca è che <b>tutte le funzioni</b>, dalla tavoletta riscaldata alla musica, sono controllabili <b>tramite un telecomando touchscreen</b>, su cui si possono impostare anche le preferenze per l’utilizzo del gabinetto per ogni singolo utente, che dovrà solo richiamarle nel momento del bisogno, in tutti i sensi. :)<br />Quattromilacinquecento euro, che potrebbero essere spesi più utilmente, visto che qui ho la sensazione (scusate il gioco di parole) che comprando questo coso... i soldi vengano buttati nel cesso.<br /><br /> Nella vita, oramai da anni, ho sempre preso l'impegno a dire la verità, sempre e ad ogni costo. Capita sempre che qualcuno non ci creda, di solito non è un problema: peggio per loro, dimostrano superficialità nei fatti. Tuttavia, mi rendo conto che questa notizia potrebbe sembrare poco credibile, o magari una nota umoristica. Pertanto, il telecomando touch screen eccolo qua (notate le icone...):</div>
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<img height="482" src="http://www.kohler.com/numi/images/features/remote/remote_dock.jpg" width="348" /></div>
<div align="justify">
Infine, la Kohler ha dedicato a questo tremendo oggetto un intero sito (in inglese), che è questo: <a href="http://www.kohler.com/numi/" target="_blank">Kohler Numi</a><br /><br />Meglio che vada a farmi un caffè, va :)</div>
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Alessandro</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-74180716051202045.post-64380681429343394572011-12-22T14:00:00.000+01:002011-12-22T14:00:05.644+01:00Babbo Natale esiste o no?<div style="text-align: justify;">
Secondo la Fisica Classica, Babbo Natale <span style="font-weight: bold;">non esiste</span>!<br />
Ecco la dimostrazione.<br />
<br />
1. Nessuna specie conosciuta di renne è in grado di volare, tuttavia ci sono circa 300.000 organismi viventi ancora da classificare, e, nonostante la maggior parte di questi siano insetti e germi, non possiamo a priori escludere tra essi la "renna volante" che solo Babbo Natale ha visto.<br />
<br />
2. Ci sono due miliardi di bambini (persone sotto i 18 anni) nel mondo. Ma, siccome Babbo Natale non si occupa dei bambini mussulmani, indù, giudei e buddisti, questo riduce il carico di lavoro al 15% del totale ossia 321,3 milioni secondo il "Population Reference Bureau". Se si suppone una media di 3,5 bambini per nucleo familiare, si ottengono 91,8 milioni di case. Si presume poi che ci sia almeno un bambino buono in ognuna di esse.<br />
<br />
3. Babbo Natale dispone di 31 ore lavorative per consegnare i regali, grazie ai diversi fusi orari e alla rotazione della Terra, supponendo che egli viaggi da est a ovest (come sembra logico). Ciò comporta 822,6 visite al secondo. Di conseguenza per ogni nucleo familiare cristiano con bambini buoni, Babbo Natale ha a disposizione un millesimo di secondo per parcheggiare, saltare giù dalla slitta, scendere nel camino, riempire le calze, distribuire i regali rimanenti sotto l'albero, mangiare qualsiasi cosa gli sia stato lasciato, risalire il camino, rimontare sulla slitta e recarsi alla casa successiva. Se si suppone che ognuna di queste 91,8 milioni di fermate siano inoltre uniformemente distribuite sulla superficie terrestre (il che, naturalmente, sappiamo che non è vero, ma lo accetteremo come ipotesi per i nostri calcoli), mediamente bisogna percorrere 1,26 chilometri per casa, un viaggio complessivo di 115,668 milioni di chilometri, senza contare le soste che ognuno di noi almeno una volta ogni 31 ore deve fare per i rifornimenti, ecc.. Questo significa che la slitta di Babbo Natale si sposta a 1.037 km/sec, 203 volte la velocità del suono. Per fare un paragone il più veloce veicolo costruito dall'uomo, la navicella spaziale Ulisse, si sposta a poco meno di 44,1 Km/sec al secondo. Una renna normale riesce, al massimo, a raggiungere i 24 km/h.<br />
<br />
4. Il carico medio utile sulla slitta è un altro elemento interessante da considerare.<br />
Supponendo che ogni bambino riceva non più di una scatola dal peso non superiore a 1 Kg, la slitta trasporterebbe 354.173 t, senza contare Babbo Natale che è notoriamente sovrappeso. Sulla Terra una renna normale non può trasportare più di 140 kg. Ammesso anche che la "renna volante" (vedi punto 1) possa trainare 10 volte il carico normale, non si possono effettuare queste consegne né con otto né con nove renne. Abbiamo bisogno di 229.500 renne. Inoltre, per fare un paragone, 354.173 tonnellate equivalgono a quattro volte il peso della "Queen Elisabeth" (la nave, ben inteso, non la regina d'Inghilterra).<br />
354.173 tonnellate che viaggiano a 1.037 chilometri al secondo sono soggette a un'enorme resistenza dell'aria (attrito) che scalderebbe le renne alla stessa temperatura di una navicella spaziale al rientro nell'atmosfera terrestre. Ciascuna coppia di renne alla guida assorbirebbe 14,3 quintilioni di joule di energia al secondo. In breve queste si incendierebbero quasi istantaneamente coinvolgendo anche le renne dietro di loro e creando assordanti esplosioni lungo la loro scia. L'intera squadra verrebbe disintegrata in 4,26 millesimi di secondo. Babbo Natale poi <span style="font-weight: bold;">verrebbe esposto a una forza centrifuga 17.500,06 volte maggiore della forza di gravità</span>. Un Babbo Natale di 113 chilogrammi (che sembra essere ridicolmente magro) verrebbe premuto contro la slitta da una forza di 1.957.257,88 chilogrammi.<br />
<br />
In conclusione, se mai Babbo Natale avesse distribuito i regali nella notte di Natale, ora <span style="font-weight: bold;">sarebbe sicuramente morto</span>.<br />
Buon Natale a tutti<br />
<br />
<br />
Ed ora, ecco a voi, la nostra salvezza.<br />
La controdimostrazione <span style="font-weight: bold;">scientifica</span> che Babbo Natale invece esiste!<br />
<br />
La dimostrazione appena esposta, della non esistenza di Babbo Natale, è tutta fondata sui principi della meccanica classica, non tenendo conto dei seguenti effetti:<br />
<br />
- <span style="font-weight: bold;">relatività speciale</span>: l’elevata velocità espressa dal sistema "mezzo-slitta + renne + sig. Babbo Natale" comporta una dilatazione del tempo a disposizione.<br />
<br />
- <span style="font-weight: bold;">relatività generale</span>: la massa inerziale (notoriamente elevata) del sig. Babbo Natale più slitta con regali (le cui considerazioni quantitative sono valide in assoluto) comporta una deformazione dello spazio-tempo in un intorno del sig. Babbo Natale, che invalida (si vedano i calcoli di Minkowsky) le considerazioni energetiche effettuate.<br />
<br />
- i ritardi postali comportano sicuramente una diminuzione delle richieste e letterine pervenute, con conseguente diminuzione del payload della slitta<br />
<br />
- Occorre considerare l'ipotesi che le renne volanti siano completamente costituite da <span style="font-weight: bold;">antimateria</span>, il che risolverebbe i seguenti punti FONDAMENTALI:<br />
<br />
A. Spiegherebbe una volta per tutte l'eccesso di materia che ha comportato l'esistenza dell'Universo attuale e che le più recenti teorie sul Big-Bang non riescono a spiegare sufficientemente;<br />
B. Darebbe conto della notevole quantità di energia necessaria al tragitto in un tempo limitato in tutto il mondo (nell'assunto che almeno una renna per ogni Natale si annichilisca).<br />
<br />
- Se assumiamo che il sig. Babbo Natale si muova costantemente all'interno di una "lente gravitazionale" spieghiamo anche come mai non lo si vede mai.<br />
<br />
- Il vestito del sig. Babbo è rosso a causa del fenomeno di Red Shift dovuto all'effetto Doppler.<br />
Ciò dimostra che egli effettivamente si muove a velocità elevate, al limite prossime a quella della luce.<br />
<br />
Pervengo quindi alla conclusione che Babbo Natale ESISTE<br />
(eccazzo! Chi mi porta la Mercedes a Natale sennò?)</div>Unknownnoreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-74180716051202045.post-30301769483528929922011-12-06T14:00:00.002+01:002011-12-06T16:28:56.331+01:00La storia di Spiderman<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj050yc-65V-Q27lDum4yun7ig4HraKkkBLSq3J3TKFu5zBUWtBD_CHTjBkB_DbT3B1y-xSLWimIc3ZSTAFjI8oiqN6FiKRRVqt1f7Y5nFUcXGYJzprmZi118U3Hnf6KGusC_TlthBY_zVX/s1600/spiderman.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 278px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj050yc-65V-Q27lDum4yun7ig4HraKkkBLSq3J3TKFu5zBUWtBD_CHTjBkB_DbT3B1y-xSLWimIc3ZSTAFjI8oiqN6FiKRRVqt1f7Y5nFUcXGYJzprmZi118U3Hnf6KGusC_TlthBY_zVX/s400/spiderman.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5682962633619397458" /></a>Avendo trattato <a href="http://nerdosita.blogspot.com/2011/10/la-storia-di-batman.html">Batman</a>, uno dei personaggi portabandiera della DC Comics, non ci si poteva esimere di fare lo stesso anche con la Marvel: ecco quindi la storia di Spiderman, quell’Uomo Ragno che è universalmente riconosciuto come uno dei supereroi più famosi di sempre.<br /><br />La prima storia di Spiderman viene pubblicata come una sorta di scommessa fra lo sceneggiatore Stan Lee e l’editore Martin Goodman per la prima volta nel 1962 sul numero 15 di Amazing Fantasy, un’antologia fantascientifica che stava per chiudere i battenti a causa delle scarse vendite. Con Spiderman la rivista fece il botto: si decise comunque di chiuderla, ma al contempo di affidare una testata propria al tessiragnatele – testata che ebbe da subito un grande successo, e che con il tempo diede origine anche ad altre filiazioni editoriali, televisive e cinematografiche.<br /><br />Peter Parker, orfano che vive con gli zii, è un adolescente che si ritrova all’improvviso dotato di una serie di incredibili poteri, in seguito al morso di un ragno radioattivo. Non sapendo bene cosa farsene, cerca, attraverso le sue prime apparizioni pubbliche, di tirarci fuori qualche soldo o un po’ di celebrità. Sarà la morte dello zio, deceduto per mano di un criminale che Peter avrebbe potuto fermare ma che invece, per evitarsi la fatica, ha lasciato fuggire, a fargli intraprendere quella carriera di super-eroe con super-problemi che oggi ci è familiare. La particolarità del personaggio, ai tempi, era rappresentata proprio dal suo essere adolescente. Tutti gli altri super-eroi dell’epoca, sia DC che Marvel, erano uomini più o meno maturi, con delle personalità ben sviluppate e che perseguivano degli ideali di giustizia precisi; se c’erano degli adolescenti, questi erano tutt’al più relegati al ruolo di comprimari, di side-kick, come punto d’appoggio per i lettori più giovani o come semplici spalle comiche (basti pensare al primo Robin). Con Spiderman, Lee e Steve Ditko (il disegnatore che diede corpo alle prime storie dell’Uomo Ragno) misero per primi in campo un ragazzino alquanto sfigato che doveva affrontare, oltre alla solita caterva di cattivoni bizzarri, tutti i problemi tipici dell’adolescenza e dell’essere un teen-ager ammeregano nerd degli anni 60: l’insicurezza personale, la difficoltà nei rapporti sociali, il non riconoscimento dei propri meriti (umani e super-eroistici), le pene d’amore non corrisposto.<br /><br />Con Spiderman nasce il supereroe sfigato, quello che riesce sì a salvare la giornata, ma non esattamente come avrebbe voluto, o che comunque incappa in una qualche gabola che gli vena d’amarezza l’esistenza. Come tutti i supereroi Marvel, anche Spiderman soggiace alle regole editoriali della Casa delle Idee: a causa della <a href="http://nerdosita.blogspot.com/2011/09/la-storia-di-capitan-america.html">floating timeline</a> Peter Parker è oggi un ancor giovane fotografo freelance che si barcamena fra vita privata e imprese superomistiche, ed esistono differenti versioni dell’Uomo Ragno, tante quante sono gli universi paralleli che costituiscono il cosmo Marvel.<br /><br /><span style="font-weight:bold;">Forse non tutti sanno che...</span><br /><br />-le origini editoriali del personaggio sono in realtà abbastanza complicate e laboriose, e passano anche attraverso l’esperienza e le matite di Jack Kirby. Senza star lì a dipanare tutto il garbuglio, il risultato finale fu che Spiderman mantenne il costume disegnato da Kirby (la tutina blu e rossa che ancor oggi ben conosciamo), ma fisico e paturnie gli furono conferite da Ditko (Lee, come al solito, si limitò a far giostrare gli elementi che si era ritrovato in mano, dando delle indicazioni di massima sulle vicende che dovevano capitare al personaggio)<br /><br />-a metà degli anni 90 negli albi di Spiderman si ripresenta sulle scene un clone (ripescato da una vecchia storia semi-dimenticata degli anni 70) di Peter Parker, tale Ben Reilly; salta però fuori che il vero Uomo Ragno è Ben, e che Peter è il suo clone. Seguono tre anni di vicende nelle quali Ben Reilly diventa il protagonista della testata, affiorano altri cloni (per la ben nota regola: “se al lettore piace, dagliene di più” – peccato che poi si finisca a far indigestione), Peter, che nel frattempo ha abbandonato il costume, e Mary Jane perdono una figlia (la quale però sopravvive in un universo alternativo, Terra-982, e le cui avventure si possono leggere sulla linea editoriale MC2), finché, dopo le numerose proteste dei lettori affezionati a Peter, ricompare un resuscitato per l’occasione Norman Osborne a rimettere tutto in ordine, rivelando d’essere stato lui a mescolare le carte<br /><br />-Peter, dopo aver perso la prima fidanzata <a href="http://nerdosita.blogspot.com/2011/11/i-grandi-eventi-marvel-3-death-of-gwen.html">Gwen Stacy</a> a causa di Norman Osborne, si sposa con Mary Jane Watson, e vive con lei fra alti e bassi fino a qualche anno fa, quando con la saga <span style="font-style:italic;">One More Day</span>, per salvare la propria zia morente (zia che sembrava già essere morta una volta, salvo poi scoprire trattarsi di un’attrice truccata come lei) (eh), stringe un patto con Mefistofele e sacrifica il proprio matrimonio, e con esso l’amore per Mary Jane. L’evento, voluto dall’allora editor in chief Joe Quesada per svecchiare il personaggio e farlo riavvicinare ai lettori più giovani, sollevò un turbinio di polemiche che ancora oggi non si è sopito.<br /><br />-le origini dei poteri di Peter sono variate nel corso degli anni. Fermo restando il morso del ragno, l’aracnide subisce delle variazioni: prima radioattivo, poi geneticamente modificato, alla fine, nella prima metà degli anni 00, risultava che il ragno era una sorta di totem mistico, il cui morso aveva solo liberato dei poteri insiti nello stesso Peter (per diverso tempo, infatti, dopo essersi connesso spiritualmente con un’entità cosmico-ragnesca, Peter potè fare a meno degli spara-ragnatele, visto che aveva iniziato a tessere la propria tela autonomamente (è quello che si vede, per capirsi, anche nei film di Sam Raimi)) (almeno fino al reset compiuto con <span style="font-style:italic;">One More Day</span>, con il quale ricompaiono gli spara-ragnatele)gualtierohttp://www.blogger.com/profile/12028917375542337689noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-74180716051202045.post-24284502245434211482011-12-01T14:00:00.000+01:002011-12-01T14:00:04.650+01:00Un uomo, due invenzioni che hanno cambiato il mondo (non diciamo come)<div align="justify">
Partiamo da un ritratto. Il ritratto di un uomo. Un uomo il cui volto non è noto alle grandi masse, e forse neanche il nome.<br />Guardatelo bene, memorizzate la sua faccia.</div>
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<img height="392" src="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/6/67/Felix_Hoffman.jpg" width="305" /></div>
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Un perfetto sconosciuto, ma è un uomo che invece un nome ce l'ha: si chiama <b>Felix Hoffmann</b>. Tedesco, nato a Ludwigsburg, il 21 gennaio 1868. Di professione chimico, laureatosi a Monaco di Baviera. Ed oggi raccontiamo la sua storia, che è una storia fatta di successi e di pasticci, infatti il nostro Felix ne ha combinata una per la quale avrebbe meritato di entrare nell'elenco degli scienziati che hanno cambiato la storia dell'umanità, con il loro genio. Ma subito dopo, per sua sfortuna, ne ha combinata un'altra talmente grossa... da essere messo al bando nel Pantheon della scienza. Per questo il suo nome è poco noto, anche se ha fatto molto di più di tanti che invece sono entrati nella storia.<br /><br /> Il giovane Felix Hoffmann trovò lavoro presso i laboratori di ricerca di una fabbrica di medicinali che esiste ancora oggi, ed anzi oggi è anche molto famosa e importante: la <b>Bayer</b>. Solo che all'epoca la Bayer non era una multinazionale come oggi, ma una piccola officina di preparazioni galeniche e medicinali. Anzi, a dire il vero, all'epoca l'industria farmacologica non esisteva ancora. Non c'erano le molecole sintetice, ed i farmaci usati erano composti per lo più da sostanze già presenti in natura.<br /><br /> Anche sul fronte delle malattie la situazione era diversa da quella di oggi. Mettiamoci infatti nei panni di Felix Hoffmann nel 1897. Appena 29enne, giovane chimico, al centro di un'Europa che dal punto di vista socio-sanitario non era certo come quella di oggi.<br /> La <b>penicillina</b> non era stata ancora inventata, per cui non esisteva nessun antibiotico, e non esistevano rimedi per quasi tutti i mali. Aggiungiamo a questo che l'Europa di fine '800 aveva due grandi protagonisti: <b>il Vaiolo e la Tubercolosi</b>, ed i vaccini stentavano a diffondersi, le cure anche. Soprattutto per la Tubercolosi, che continuava a mietere vittime.<br /> A dire il vero, oltre agli antibiotici non c'erano neanche i sulfamidici, gli antiinfiammatori e tutto il resto. E neanche la cibalgina, la nimesulide, eccetera.<br /> E' qui che il genio di Felix Hoffmann entra in campo. Con un'idea nuova, completamente nuova e per l'epoca assolutamente rivoluzionaria: se la sostanza che può curare il male, o almeno alleviare i sintomi e far star meglio, non esiste in natura, allora <u>la invento io</u>.<br /><br /> Già, sembra facile a dirsi ma... a farsi?<br /> Torniamo indietro di qualche anno. Nel 1874, un ricercatore inglese che si chiamava <b>C.R. Wright</b> aveva avuto l'idea di costruire in laboratorio, mediante una reazione chimica, una molecola che riducesse gli stati dolorosi. Certo sì, esisteva già <b>la morfina</b>... ma non è che se uno ha un dolorino piccolo piccolo, tipo ad un dente o un'emicrania si può prendere la morfina... Oggi diremmo che prendiamo una cibalgina o qualche goccia di novalgina, ma queste cose... beh all'epoca non esistevano.<br />In pratica Wright cercava qualcosa di più blando della morfina, tipo per il mal di testa. Allora provò a diluire la morfina con dell'anidride acetica, facendo quella reazione che in chimica si chiama <i>acetilazione</i> della morfina. La fece, provò a sperimentarla su alcuni animali, ma ottenne risultati poco interessanti, e abbandonò il progetto.<br />23 anni dopo, il nostro Felix Hoffmann riprende l'idea. Solo che dice... <b>l'acetilazione</b> va bene, ma forse è la morfina che è troppo pesante.<br />Allora Felix va a confrontarsi con il suo capo, un altro chimico della Bayer, che si chiamava <b>Arthur Eichengrün</b>. Il loro dialogo deve essere stato più o meno questo:<br /><br />Felix: "Senti, ti ricordi di Wright?"<br />Arthur: "Certo! Quell'ubriacone! Stava sempre in laboratorio imbottito di birra!"<br />Felix: "Però aveva avuto una buona idea..."<br />Arthur: "Ma <b>stai fuori</b>? Acetilare la morfina? Ah tu sei giovane non hai visto quei poveri animali sui quali l'ha testata... <b>sembravano pazzi</b>..."<br /> Felix: "E se non acetilassi la morfina, ma mettessi invece un gruppo ossidrile dell'acido acetico in un recipiente pieno di acido salicilico?"<br />Arthur: "Felix, <i>cosa hai bevuto</i>? Piantala! E' roba che <b>in natura non c'è</b>!"<br />Felix: "Se vuoi ti spiego..."<br />Arthur: "C'è poco da spiegare, è <b>una gran cagata, la tua idea</b>... acetilare l'acido salicilico ahahah! Tu stai fuori!"<br />Felix: "Vedi, Erodoto nelle <i>Storie</i> narrava che esisteva un popolo stranamente più resistente di altri alle comuni malattie; tale popolo usava mangiare le <b>foglie di salice</b>..."<br />Arthur: "Ma sei matto? Quella <b>è mitologia</b>! Non ti autorizza a prendere l'acido da dentro le foglie di salice e darlo alla gente..."<br />Felix: "Ma vedi, anche <b>Ippocrate</b> parla della corteccia del salice che era utile per alleviare il dolore ed abbassare la febbre..."<br /> Arthur: "Appunto! Corteccia del salice! Ma senza acetilare niente! Erodoto non acetilava! Dai alla gente l'estratto di salice, allora, ma non giocare con il fuoco facendo strane reazioni chimiche!"<br />Felix: "Beh senti... ma sono 3000 anni che la gente si cura con le erbe e con le piante..."<br />Arthur: "Giustissimo! E tu cerca le cure con le erbe e con le piante, allora, non acetilare! Non fare intrugli! Queste cose, <b>gli intrugli di erbe e piante</b>, fanno parte della <b>stregoneria</b> o al limite <b>dell'alchimia</b>! E ricorda che <b>noi siamo scienza, non fantascienza</b>".<br /> Felix: "Già, quindi non dobbiamo stupire con effetti speciali tipo intrugli, eh? No, non sono d'accordo. Io butto l'aceto sulle foglie di salice e vedo che succede...."<br />Arthur: "Felix, tu secondo me hai bisogno di un po' di vacanze, ti vedo <b>stanco e stressato</b>."<br />Felix: "Ed io, anche se ti stimo molto, ora ti mando a cagare e me ne vado sbattendo la porta!!!"<br /><br /> Felix va via, borbottando un "Te la faccio vedere io, la fantascienza, e ti faccio anche vedere dove te la infilo!", tutto incazzato torna in laboratorio, e giorni dopo rifà la stessa preparazione di Wright, ma mettendo l'acido salicilico al posto della morfina.<br />Fece l'acetilazione, ottenne una sostanza solida biancastra, che si sbriciolava al contatto e la testò su animali che avevano la febbre. Agli animali passò la febbre.<br />Non solo.<br />Una sera Felix aveva il raffreddore, e siccome non c'erano rimedi al raffreddore oltre al latte caldo con miele o alla già nota <a href="http://alex321.splinder.com/post/4017939" target="">cura del cappello</a>, si fece coraggio e si prese 100 mg della sostanza che aveva inventato. Gli passò il raffreddore. A questo punto, altro che testare su animali, si passò direttamente sull'uomo.<br />Una volta fatti i test sugli umani, sulle persone ammalate, si notò che questa sostanza funzionava come <b>analgesico</b> per dolori lievi, come <b>antipiretico</b> (per ridurre la febbre) e come <b>antiinfiammatorio</b>. Ha, inoltre, un effetto <b>anticoagulante e fluidificante</b> sul sangue, per questo il suo uso a piccole dosi aiuta a <b>prevenire</b> a lungo termine <b>gli attacchi cardiaci</b>.<br /> Un successo strepitoso. Anche perché questa sostanza non esisteva e non esiste in natura. E' stata inventata da Felix Hoffmann quel giorno del 1897.<br />Ed ha cambiato la storia dell'umanità. Qualcuno lo contestò, dicendo che il metodo da lui usato era <b>alchimia</b> e <b>stregoneria</b>, e che trattandosi di una sostanza non naturale era frutto di un patto con il demonio e giù con i soliti bla bla bla di stampo vetero-teologico.<br /><br />Ma l'invenzione di Felix Hoffmann, la usiamo ancora oggi.<br />Già. Perchè acetilando l'acido salicilico, Felix aveva ottenuto l'<b>acido acetil-salicilico</b>, brevettato pochi giorni dopo con il nome di<br /><br /><b>Aspirina</b>.<br /><br />E' forse il farmaco più famoso al mondo, oggi, oltre che il più usato in assoluto.<br /><br /> Un'invenzione che poteva fare di lui un eroe nazionale, anzi un eroe mondiale della medicina. Ma come spesso accade, tra il paradiso e l'inferno la distanza è brevissima. E la caduta nell'inferno della memoria è arrivata puntuale anche per Felix. E solo <b>in undici giorni</b>. Undici giorni per andare dalle stelle alle stalle. Undici giorni per... ehm... combinare un gran casino. A livello mondiale.<br /><br />Una volta sintetizzata l'Aspirina, Felix passò subito, <i>forse un po' gasato dal successo</i>, ad un nuovo compito.<br />L'Europa aveva un bisogno impellente. Quello di una sostanza utile nel <b>sedare la tosse</b>, ma non stiamo parlando di tosse dovuta ad un'influenza, ma di quella che si presenta nella <b>tubercolosi</b> e nelle <b>patologie respiratorie</b>.<br /> Felix ci pensa su, ci riflette, e si rende conto che l'unica sostanza nota in natura per avere un po' d'azione sul centro nervoso respiratorio è ancora una volta, e fatalmente, <b>la morfina</b>, per cui il nostro pensa: "Ma vuoi vedere che Wright aveva visto giusto... e che magari ha sbagliato qualcosa nel procedimento? Ah, ma ora ci penso io..."<br />Così, appena <b>undici giorni dopo</b> il brevetto dell'Aspirina, Felix Hoffmann rifà in laboratorio l'acetilazione della morfina, ed ottiene una nuova molecola di sintesi. A quel punto, la nuova sostanza viene sperimentata su pazienti affetti da tubercolosi, pneumosi, ed altre malattie respiratorie gravi, dove gli spasmi di tosse rischiavano di far morire per asfissia il malato.<br />I risultati <b>apparvero buoni</b>... nel senso che i malati davvero respiravano meglio, con meno spasmi di tosse... ma c'era una mal interpretazione degli stessi risultati...<br />All'epoca, per curare queste patologie si usava la <b>codeina</b> che è un oppiaceo blando. La codeina mostrava risultati <b>peggiori</b> rispetto alla nuova molecola sintetizzata da Felix.<br />Certo, c'era anche l'infelice <b>idromorfone</b>, un idrogenato della morfina, che era un po'... <b>troppo potente</b>, infatti sedava la respirazione dei pazienti così tanto che spesso ci restavano secchi e morivano per autosoffocamento. Altri invece finivano in coma per blocco totale dei centri nervosi.<br />La molecola di Felix si mostrava circa 5 volte <b>meno potente</b> dell'idromorfone. La gente stava meglio, senza andare in coma. Ma stava davvero moooooolto meglio...<br />Pertanto, i buoni risultati nei test sui tubercolotici diedero la <b>falsa impressione</b> che si trattasse di un'altra genialata di Felix Hoffmann, come l'Aspirina. Diedero l'impressione che la riduzione del ritmo respiratorio dipendesse da una migliorata efficienza respiratoria. Invece...<br /><br />Nei mesi successivi, l'impiego terapeutico si ampliò alle più disparate patologie pneumologiche, ma anche neurologiche, ginecologiche, ecc. Si diffusero pertanto svariate preparazioni farmaceutiche <b>acquistabili liberamente</b>.<br />Altro che molecola curativa. Basta pensare che alcune delle persone che testarono il farmaco, dissero che nei primi 60 secondi dopo l'assunzione avevano provato una sensazione <b>"simile a una serie multipla di orgasmi disseminati in tutto il corpo."</b> Altri invece dissero di aver parlato <b>con gli angeli</b>. Altri dicevano che "Nel primo minuto dopo averla assunta, io vado tra le nuvole, sto in paradiso..."<br /><br />Nel giro di pochi anni, la sua diffusione diventò <b>emergenza sanitaria</b> in tutto il mondo, e poi addirittura, ovviamente per motivi politici, <b>emergenza sociale</b>.<br /> Tanto per fare qualche esempio, nel 1905 la città di New York consumava circa due tonnellate di sostanza all'anno. E chi la consumava ne era dipendente. In Cina, sotto forma di compresse da fumare, iniziò addirittura a sostituire l'oppio, e si sa che per i cinesi l'oppio è un fatto culturale molto radicato.<br />L'Europa non rimase immune e il consumo si diffuse rapidamente. La dipendenza anche.<br /> In Egitto nel 1930 il fenomeno aveva assunto proporzioni drammatiche: si calcola che su 14 milioni di abitanti vi fossero 500.000 dipendenti da questa molecola.<br />Di fronte a questi fatti le autorità corsero in fretta ai ripari: <b>l'Italia e gli Stati Uniti</b> furono i primi che ne vietarono produzione, importazione e uso, nel 1925; a seguire, tutte le altre nazioni. Le ultime nazioni a metterla al bando sono state la Cecoslovacchia (1960) e il Portogallo (1962).<br />Questi divieti hanno ottenuto il risultato di far sorgere, di fronte alla fortissima richiesta, un po' dovunque i <b>laboratori clandestini</b>.<br />Il numero di morti... beh quello non è possibile calcolarlo, se si pensa che la <b>dose letale</b> in soggetti non assuefatti è di appena 100 mg.<br /><br />Bel casino, che ha combinato il nostro Felix, eh?<br />Eh già, lo credo bene.<br /> Perchè dopo aver inventato l'Aspirina, quel giorno del 1897, acetilando la morfina Felix Hoffmann aveva inventato una sostanza che non era morfina, ma che, attraversata la <b>barriera ematoencefalica</b>, quella che genera <i>flash euforici</i>, perde i gruppi acetili ritrasformandosi in morfina. <b>Purissima</b>.<br />Felix Hoffmann, acetilando la morfina aveva sintetizzato questa nuova molecola che chimicamente si chiama <b>Diacetilmorfina</b>, ma che ha un nome "commerciale" diverso.<br />Felix Hoffmann aveva inventato...<br /><br /><b>...l'Eroina</b>.<br /><br /><br /><i>"E' che per vivere normale devi lasciarla andare via.<br />Ma io non voglio scappare da qui.<br />Restiamo insieme, verso l'inferno. Insieme.<br />L'inferno. Terribile.<br />Terribilmente dolce.<br />Siamo una cosa sola."</i><br /><i>(Anonimo eroinomane)</i><br /><br /> "Il flash ha la violenza del lampo e l'intensità dello spasimo. Un'ondata di calore che pervade il corpo, una sensazione improvvisa di euforia, di benessere, di sicurezza, di assoluta apatia, che ti viene addosso, che ti circonda, che va dentro la tua bocca, giù per la gola, e in profondità nella tua anima. Dura un minuto o due, è tutto condensato in quei secondi. Poi permane una sensazione di benessere diffuso, di scomparsa di malinconie. Scompaiono anche le nostre angoscie, ci si sente staccati da qualsiasi ansia o problema che si può avere quando si è lucidi. Ma questo è come ci si sente nelle 4-6 ore successive. Il flash invece è come un lampo, improvviso, perchè sale intenso e istantaneo, pochi secondi dopo l'iniezione, 3-4 secondi. Anzi, se l'eroina è buona inizia a salire già mentre si sta iniettando, ancor prima di togliere l'ago dalla vena..."<br /><i>(Un caro amico esperto)</i><br /><br />"Prima quel sapore alla gola, unico inimitabile, quell'amaro che ti prende in gola, segno del fatto che sta salendo... e poi il flash. Si sta nelle nuvole e in un attimo non si avverte più dolore, ansia, paura, non esiste più nessuna preoccupazione. Solo lo stato d'estasi, come l'estasi mistica, l'estasi della meditazione. Tutto si annulla, solo la propria testa che fa da cuscino alla propria anima e si è tutti più buoni, accoglienti, disponibili. Un attimo prima ci si voleva scannare per i motovi più schifosi ed ora ci si guarda con attonimento, si vuole bene a tutti e si è concilianti. Poi la prima sigaretta, sì perchè la sigaretta ti aiuta a far salire il flash. Lo mantiene di più ed allora ci si abbandona a lui, come se si stesse nel grembo materno, ovattati, cullati e ci si perde e niente più ha importanza, conta solo quello che stai provando in quel momento, pensi che potresti anche morire, ma è tutto indifferente, tutto passa".<br /><i>(un'amica che ne è uscita)</i><br /><br /> "Io in quel momento vedo davvero gli angeli, credimi. La mia estasi è mistica. Parlo con Dio. Lo vedo. Vedo Dio, la Madonna, e tutti gli angeli in colonna".<br /><i>(un'amica che invece non ne è uscita, ed ha smesso di vivere per overdose nel 2001)</i><br /><br /> Io: "No non ne faccio uso, non ne ho mai fatto e non lo farò mai, e sai perché? Perchè ho terrore degli aghi e delle siringhe, oltre che delle dipendenze."<br />Lui/Lei: "Anche io ho quei terrori. Ma non è bastato..."<br />(<i>Dialogo avuto mille volte con mille persone diverse</i>)<br /><br />"Uno stato di benessere diffuso, la scomparsa di angosce e timori, l'annullamento del dolore fisico."<br /><i>(Un'altro amico morto oltre 20 anni fa)</i><br /><br />"Il flash mi arriva subito, mentre si sta ancora iniettando, ed è molto ma molto meglio di un'orgasmo.<br /> Mi sembra che il mondo e la vita siano una cosa bellissima, che tutto abbia un senso, che i colori siano più belli, gli odori più buoni, mi sembra di vivere in un mondo perfetto."<br /><i>(un vecchio amico che si è salvato)</i><br /><br /><br /><b>Nota politica</b>: In Italia, l'eroina venne lanciata sul mercato delle droghe tra il 1971 ed il 1973 mediante una vera e propria operazione di <i>marketing</i>: con la complicità di mafie, settori deviati e non dei servizi segreti, frange di partiti politici (di governo, mica estremisti) e di forze dell'ordine che miravano ad eliminare certa contestazione giovanile e certi movimenti diffusisi dopo il '68, vennero fatte <b>sparire</b> tutte le altre droghe da tutta la penisola. Fu offerta al loro posto <b>solo eroina</b> a prezzi <b>molto bassi</b>. Poco dopo, quando tutti consumatori erano passati alla nuova droga ed erano divenuti dipendenti da eroina, il prezzo salì alle stelle.<br />Anche i morti di overdose salirono alle stelle.<br /><br /> (Per superare la propria barriera ematoencefalica, il sottoscritto continua a preferire tre sostanze: la caffeina, la nicotina, e la dopamina generata dagli orgasmi sessuali)</div>
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Alessandro Iacuelli</div>Unknownnoreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-74180716051202045.post-62857428899475889562011-11-29T14:00:00.000+01:002011-11-29T14:00:11.726+01:00I grandi eventi Marvel: 5 - The Korvac saga (Avengers #168-177, 1977-1978)<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOq8H0GhxZ2dWAzh-AfXA5d130zW1I5aJ64uEcdO7QK_knnVxhEtfC0SI4uN1oD2aQnJT5y1ELM-KqLu0CMDRc6g892UlRguDBTa2ZKVSwNRdr0qUAg3ADE07a_TF56bpdfedSHo1OctS8/s1600-h/01.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5285966983332418978" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOq8H0GhxZ2dWAzh-AfXA5d130zW1I5aJ64uEcdO7QK_knnVxhEtfC0SI4uN1oD2aQnJT5y1ELM-KqLu0CMDRc6g892UlRguDBTa2ZKVSwNRdr0qUAg3ADE07a_TF56bpdfedSHo1OctS8/s400/01.jpg" style="cursor: pointer; display: block; height: 400px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 264px;" /></a><span style="font-weight: bold;">Trama</span><br />
I Vendicatori si uniscono, fra loro e con i Guardians of the Galaxy (gruppo di eroi provenienti dal futuro, e successivamente, in seguito a una retcon, da un universo parallelo), e le prendono. A trifolarli sono, in ordine: Ultron, the Collector, Korvac, Carina (figlia del Collector e compagna di Korvac). Poi, all'ultimo, a Korvac gli passa né più né meno la voglia e lascia tutti in pace, ma non dopo aver ammazzato un po' di gente e averla fatta rivivere (potenza del <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Power_Cosmic">power cosmic</a>).<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYEl-ajtmMJkBG6SYDnRGKkTrBmJr22eit80YEoYLmOgRQSdcIzeRb3qNlIhyphenhyphen1GjVX_eJ52vLs38SZmKLd5tuLKJSWgDGGaGtIDUqbh4K1iegp9d1pxqWpCjY_2ue9TguMCp-L3iULwAoH/s1600-h/02.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5285968240938157906" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYEl-ajtmMJkBG6SYDnRGKkTrBmJr22eit80YEoYLmOgRQSdcIzeRb3qNlIhyphenhyphen1GjVX_eJ52vLs38SZmKLd5tuLKJSWgDGGaGtIDUqbh4K1iegp9d1pxqWpCjY_2ue9TguMCp-L3iULwAoH/s400/02.jpg" style="cursor: pointer; display: block; height: 391px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 400px;" /></a><span style="font-weight: bold;">Giudizio sintetico</span><br />
Insomma, mica un granché. L'intera saga in realtà è rappresentata da uno sfondo comune labile e poco esplorato strutturato a episodi e infarcito di temi tra loro molto dissimili (lo scontro con Ultron, poi quello con il Collector, qualche power play fra Cap e Tony, la gelosia di Quicksilver nei confronti di Vision, i Guardians of the Galaxy che si fanno principalmente i cavoli propri, e tutta una calderonata di robe del genere, abbastanza alla rinfusa). Il risultato è che per avere qualche colpo di scena bisogna arrivare a uccidere i personaggi (prontamente resuscitati, ovviamente), uno dei mezzucci classici per fingere una profondità narrativa che non si riesce ad ottenere in altre maniere.<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjn3wqWjtOS4zgo0SDy6v74GBA_i0gPRiFmlYWB-G-Zb217_t8qXUhq6jVYOZp5LEVRTaoEhrmSIO1eamMHQacFFzxH__KNM04XFhq7ykJ9svcMlv98vLbKyeRbUd-Ndrk3QMkCrONOVBnr/s1600-h/06.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5285967587833717730" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjn3wqWjtOS4zgo0SDy6v74GBA_i0gPRiFmlYWB-G-Zb217_t8qXUhq6jVYOZp5LEVRTaoEhrmSIO1eamMHQacFFzxH__KNM04XFhq7ykJ9svcMlv98vLbKyeRbUd-Ndrk3QMkCrONOVBnr/s400/06.jpg" style="cursor: pointer; display: block; height: 400px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 279px;" /></a><span style="font-weight: bold;">Son cose</span><br />
Più che le rocambole, i cazzottoni o le solite sequele di varia verbosaggine, quello che affascina della saga è l'ambiguità dell'architettura ideologica sulla quale Jim Shooter ha deciso di basare il tutto. Korvac infatti non è il solito cattivone "incompreso ma in fondo in fondo buono" con un piano di riforma universale che prevede una fraccata di morte e dolore per un bene superiore - al contrario, Korvac, sotto le risibili spoglie terrene di un biondone giuggiolone, si rivela essere proprio un buono-buono, il cui obiettivo sarebbe stato di dare la felicità e l'indipendenza a tutti gli esseri umani senza contropartite negative o inghipponi fraciconi (e infatti alla fine si lascia morire non perché sopraffatto, ma perché deluso dalla piccineria tutta mazzate sulla capa degli eroi che gli si scagliano contro senza quasi averne un motivo).<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZm8Y4vIO_vE1rR_WAhuERtNm2q1SL7wmLoMvnmenCfrWf0sm6HwYFnRFDIp8zXyV5XBKGsk7DtDjiD509GqIPMr5HE0wwSjT9n3NyKIcEO9ChiRU0fSt5-EWGsHDJxVylb4NfaiItygkT/s1600-h/04.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5285967316847599938" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZm8Y4vIO_vE1rR_WAhuERtNm2q1SL7wmLoMvnmenCfrWf0sm6HwYFnRFDIp8zXyV5XBKGsk7DtDjiD509GqIPMr5HE0wwSjT9n3NyKIcEO9ChiRU0fSt5-EWGsHDJxVylb4NfaiItygkT/s400/04.jpg" style="cursor: pointer; display: block; height: 400px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 272px;" /></a><span style="font-weight: bold;">Saltano agli occhi</span><br />
-fra i vari disegnatori, si nota un giovane Pérez già a completo agio con scene d'azione di massa (che poi non riesca quasi mai a far dei primi piani anatomicamente decenti è un altro discorso);<br />
-la fissa di Shooter per i personaggi onnipotenti si mostra già qui in tutta la sua potenziale perniciosità, anche se bisognerà aspettare qualche altro anno per vederla deflagrare in tutta la sua deplorevole miseria con Secret Wars I e II (e scusate la profanità).<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxsFUVFG1pzHr4MXcxt2Ic8lBo8m9ovze73A3NmqUQj26DL7tf15GL3uIZScMjfg8i5dEQPJNCvBhAKsInsG2TkBMPEJz73DmUDkMULm8YfbkTiCWBNgn9AJCOMy7HP2b_L7Tv3kzRpSFb/s1600-h/03.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5285967781096547602" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxsFUVFG1pzHr4MXcxt2Ic8lBo8m9ovze73A3NmqUQj26DL7tf15GL3uIZScMjfg8i5dEQPJNCvBhAKsInsG2TkBMPEJz73DmUDkMULm8YfbkTiCWBNgn9AJCOMy7HP2b_L7Tv3kzRpSFb/s400/03.jpg" style="cursor: pointer; display: block; height: 400px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 346px;" /></a><span style="font-weight: bold;">Prossimo evento in programma</span><br />
The Dark Phoenix Sagagualtierohttp://www.blogger.com/profile/12028917375542337689noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-74180716051202045.post-81951937349834953582011-11-24T14:00:00.002+01:002011-11-24T14:42:02.140+01:00Amelia Earhart<div align="justify">
Sapete com'è... in un'epoca di riflusso culturale, in cui aumentano quelli che vorrebbero le donne chiuse a casa e zitte a fare la calzetta, forse è meglio ricordare una donna che è entrata nella storia, anche se puntualmente la si ignora. Questa donna è <b>Amelia Earhart</b>, il cui volto lo vedete qui sotto.<br /> </div>
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<img height="580" src="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/2d/Amelia_earhart.jpeg" width="445" /></div>
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Amelia Earhart nasce il 24 luglio 1897 ad <b>Atchinson</b>, nel Kansas, da una casalinga e da un avvocato di Kansas City. La piccola Amelia naturalmente non sa ancora che avrà una vita breve, e che morirà (presumibilmente) pochi giorni prima del suo 40esimo compleanno. Non sa neanche che circa i suoi resti ci sarà un giallo che ancora oggi non è stato risolto.<br />Nel 1905 i genitori di Amelia si trasferiscono a <b>Des Moines</b>, nello Iowa, lasciando le figlie con i nonni. Solo nel 1908 queste raggiungeranno i loro genitori.<br />Nel 1914, la diciassettenne Amelia decide di frequentare un corso per diventare infermiera, e lo diventerà. Il lavoro come infermiera è per lei <u>un'esperienza brutale e dolorosa</u>, poichè si ritrova a prestare prestare servizio <b>in un ospedale militare durante tutta la durata della Prima guerra mondiale</b>.<br />Ma non è quello di fare l'infermiera il suo destino.<br /><br /> Quel che sarà il suo destino le si presenta davanti nel 1920, all'età di 23 anni, quando va insieme al padre ad un raduno aeronautico presso il <b>Daugherty Airfield</b> a Long Beach in California e, pagando un dollaro come biglietto, per la prima volta sale a bordo di un biplano, per un giro turistico di dieci minuti sopra Los Angeles. Già, mica gli aerei del 1920 erano come quelli di oggi... erano ancora i biplani. Come questo di seguito, sul quale Amelia si fece fotografare.</div>
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<img height="459" src="http://www.aviation-history.com/airmen/ag-g1-2a.jpg" width="400" /></div>
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Insomma, Amelia fa 'sto giro in aereo, ed ha <b>l'illuminazione</b>! Sapete, quando all'improvviso davanti vi si schiude un nuovo orizzonte? E la ragazza scende da lì sopra saltellando e gridando: "<b>Ma quale infermiera! Io voglio imparare a volare!</b> Io voglio volare!"<br />Detto fatto: comincia a frequentare le lezioni di volo, e all'istruttore appare immediato che Amelia ha un talento naturale per il volo semplicemente inspiegabile. Ottiene a tempo di record <b>il brevetto di pilota</b> e ad un anno di distanza, con l'aiuto (economico) della madre, acquista <b>il suo primo biplano</b>, con il quale stabilirà <b>il primo dei suoi record femminili</b>, salendo ad un'altitudine di <b>14.000 piedi</b> Sono molti i record di volo che Amelia conquisterà.<br /><br /> L'occasione arriva qualche anno dopo.<br />Nell'aprile del 1928 il capitano Hilton H. Railey le propone di essere <b>la prima donna ad attraversare l'Atlantico</b> e il <b>18 giugno</b>, dopo diversi rinvii per le brutte condizioni del tempo, a bordo di un Fokker F7, chiamato Friendship (amicizia), decollano con Amelia Earhart il pilota Stultz e il co-pilota e meccanico Gordon.<br />Sebbene sia relegata a ben poche funzioni, quando il team arriva in Galles, <b>21 ore dopo</b>, gli onori sono quasi tutti per lei.<br /> Anche il Presidente degli Stati Uniti le invia un telegramma con le sue personali congratulazioni.<br /><br /> Ma è solo l'inizio <b>della leggenda di Amelia Earhart</b>.<br />All'inizio del 1932 nessun altro pilota, a parte il mitico <b>Lindbergh</b>, ha compiuto <b>la trasvolata in solitaria dell'Atlantico</b>, e nessun altro ci prova: ci sono delle difficoltà tecniche proprie di quell'epoca, di cui darò qualche cenno più avanti.<br />A trasvolare in solitaria l'Atlantico, <b>ci prova e <u>ci riesce</u> Amelia</b>, impiegando quattordici ore e cinquantasei minuti per volare da Terranova a Burry Port nel Galles, anziché a Londonderry nell'Irlanda del Nord come inizialmente pianificato (a causa delle difficoltà tecniche di sui sopra).<br /><br /> Non le basta ancora. Il 24 agosto 1932 è <b>la prima donna a volare attraverso gli Stati Uniti senza scalo</b> partendo da Los Angeles (California) a Newark (New Jersey).<br /><br /> Ma ci sono traguardi <b>che nessun altro, uomo o donna, ha mai raggiunto fino ad ora</b>.<br />Ce ne sono <b>ancora due</b>, di traguardi che l'essere umano in volo non ha raggiunto, e Amelia è sempre determinata ad arrivare dove altri hanno fallito.<br />Il primo traguardo, <b>è suo</b> dopo pochi mesi: diventa la prima persona ad <b>attraversare il Pacifico</b> da Oakland in California ad Honolulu nelle Hawaii.<br />Oramai, è diventata un personaggio celebre:<br /><br /> </div>
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<img height="476" src="http://www.lawrenceartscenter.com/STB/AmeliaEarhart/i/EARHART.jpg" width="380" /></div>
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Nel 1937, quando ha quasi 40 anni, sente di essere pronta per la sfida finale, l'ultimo traguardo (poi si sarebbe ritirata a vita privata, come lei stessa dichiara): vuole essere <b>la prima donna a fare il giro del mondo in aereo</b>.<br /><br /> Dopo un tentativo fallito, il 1° giugno dello stesso anno, insieme con il navigatore Frederick J. Noonan, <b>parte da Miami</b> e comincia la trasvolata di ben 29.000 miglia, a tappe (il carburante non è mica infinito...). Il primo scalo è a <b>San Juan in Porto Rico</b> e poi, seguendo la costa nord-orientale del Sud America, trasvola l'Atlantico, attraversa l'Africa e quindi arriva in India, ha pianificato già il rientro via Pacifico.<br />I giornali e le radio di tutto il mondo (anche quelle italiane) seguono l'evento ed il viaggio di Amelia. La sua viene vista come un'impresa leggendaria, in un'epoca in cui l'aeronautica è ancora un po' pionieristica rispetto ad oggi.<br /> Il <b>29 giugno</b> quando arrivano <b>a Lae in Nuova Guinea</b>, hanno fatto 22.000 miglia e ne mancano solo 7.000 ormai per arrivare alla conclusione del viaggio.<br />Tutto quello che è superfluo nell'aereo viene rimosso per far posto a più carburante che possa consentire approssimativamente 280 miglia extra, per trasvolare il Pacifico.<br />Le mappe che Noonan ha a disposizione non si sono rivelate molto accurate (mica c'era il satellite artificiale, all'epoca!), ma ormai sono in prossimità <b>dell'isola di Howland</b>, poco a nord dell'Equatore e a ovest di Kiribati, circa 3.100 km a sud-ovest di Honolulu. Appartiene agli Stati Uniti d'America ed è lì che è dislocata la guardia costiera con la quale sono in contatto radio.<br />Ma la poca accuratezza delle mappe di Noonan si rivela fatale...<br /><br /> All'alba del 2 luglio, arriva l'epilogo.<br />Il sole è appena sorto, quando la guardia costiera <b>sente la voce di Amelia Earhart che chiama insistentemente alla radio</b>: "Dobbiamo essere sopra di voi ma non riusciamo a vedervi. Il carburante sta finendo..."<br />Ecco le difficoltà tecniche. Un aereo munito di bussola sa in che direzione va, ma non sa la rotta: viene comunque spostato da eventuali venti trasversali! Oggi risolviamo il problema con i radar, con il GPS, con il volo strumentale, e si corregge di continuo la rotta. Ma all'epoca i satelliti non c'erano, il volo strumentale neanche, ed i radar erano ancora sistemi sperimentali, inventati dai francesi nel 1934, e dedicati solo all'uso militare. Siccome la tecnologia non c'era, si correggeva la rotta "a vista", confrontando con le mappe la propria posizione.<br />I venti del pacifico avevano spostato l'aereo trasversalmente di chissà quante miglia...<br />La guardia costiera di Howland non vede e non sente l'aereo in lungo e in largo, e non sa come intervenire.<br /><br /> Mezz'ora, solo mezz'ora, poi un nuovo messaggio radio, <b>ancora la voce di Amelia</b>: "Siamo a pelo d'acqua. Portate cinture di salvataggio!".<br /> Due minuti dopo, l'ultimo messaggio: "S.O.S! Provo un ammaraggio d'emergenza, il motore è spento!"<br />Poi più niente.<br /><b>Svanisce nel nulla quella voce alla radio. Svanisce nel nulla Amelia Earhart</b>.<br /><br /> A nulla valgono i tentativi compiuti dalla guardia costiera per farsi notare, ad esempio sparando in aria dei razzi di segnalazione. Probabilmente l'aeroplano si perde e precipita ad una distanza stimata fra 35 e 100 miglia dall'isola di Howland.<br /><br /> La notizia fa il giro del mondo in poche ore. Il Presidente americano Roosevelt autorizza le ricerche con l'impiego di nove navi e 66 aerei per un costo stimato di circa quattro milioni di dollari. Le navi e gli aerei impegnati nella ricerca, il cui comandante era amico personale di Amelia, non giungono sul luogo se non dopo cinque giorni.<br />Le ricerche <b>vengono interrotte il 18 luglio</b> dopo aver cercato su una superficie di 250.000 miglia quadrate di oceano.<br /><br /> Muore Amelia Earhart. Che sia morta è certo (personalmente non credo a certe ipotesi complottistiche). E senza retorica inutile, preferiamo ricordarla così, davanti al suo Lockeed:</div>
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<img height="450" src="http://cache.eb.com/eb/image?id=75508&rendTypeId=4" width="354" /></div>
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Quel che non si sa, è se sia morta subito o meno.<br />Si sa, perchè lo rivela la famiglia, che portava scarpe numero 39.<br />Si sa che nell'isola di Nikumaroro (Kiribati) è stata ritrovata la suola di una scarpa numero 39 o 40 dello stesso modello di quelle indossate da Amelia durante il suo ultimo volo.<br />Si dice (ma non ne ho la certezza, non ho ancora studiato tutto) che durante le ricerche l'isola sarebbe stata perlustrata in modo superficiale e dall'aria, senza che nessuno scendesse a terra.<br />Sull'isola di Nikumaroro ci torniamo tra poco. Per ora diciamo che...<br />finita la storia, iniziò la leggenda. E le teorie assurde. Alle quali personalmente non credo, ma per dovere di completezza devo darne qualche cenno.<br /><br /> C'è chi sostiene il coinvolgimento di Amelia in una missione di spionaggio. Secondo questa teoria, in una sosta erano stati potenziati i motori in modo tale che l'aereo potesse compiere una rotta più ampia, per arrivare a Howland nello stesso tempo che avrebbe impiegato viaggiando in linea retta. Questa teoria sostiene anche che furono montate delle potenti macchine fotografiche. La deviazione di rotta serviva a fotografare delle installazioni militari giapponesi nel Pacifico.<br /><br /> C'è chi sostiene, anche in modo acceso, che Amelia sarebbe stata fatta prigioniera dai giapponesi con l'accusa di essere una spia ed in seguito giustiziata. Una donna afferma di averle parlato via radio mentre era tenuta prigioniera. Un'altra donna fornisce un'ulteriore testimonianza su alcuni dialoghi scambiati con una presunta Amelia, aggiungendo di aver assistito al momento dell'esecuzione; afferma di aver taciuto per più di 30 anni temendo che, parlando della Earhart, avrebbe potuto essere arrestata.<br /><br /> Alla fine, che Amelia Earhart sia entrata nella leggenda delle conquiste umane, è provato dal fatto che anche un episodio della serie televisiva "Star Trek: Voyager" parla di lei e la cita :)<br />Già, una leggenda.<br />Torniamo ora a Nikumaroro.<br /><br /> <b>Tre anni dopo la scomparsa</b>, un ricercatore britannico durante una missione sull'isola, ritrova delle... ossa umane accanto ad un accampamento di fortuna. Non distante da dove era stata ritrovata la scarpa.<br />Nel 1997 alcuni esami confermarono che le ossa appartenevano ad una donna. E solo dieci anni dopo, nel 2007, a 70 anni dalla scomparsa, le analisi sul DNA hanno mostrato <i>una compatibiltà</i> tra quelle ossa e Amelia Earhart. Non la certezza.<br /><br /> Come è andata davvero, non si sa. Ma di certo, se quelle ossa le appartengono, significa che nel '37, quando la cercarono, la cercarono male :)<br />Ma di tutta questa fuffa, oramai, ci interessa ben poco.<br />Nel cimitero di Kansas City c'è una lapide in sua memoria, con sopra scritto:<br />Amelia Earhart - Lady Lindy<br />Atchinson, 24 luglio 1897 – Oceano Pacifico, 2 luglio 1937<br /><br /> Per chi volesse approfondire, suggerisco:<br /><a href="http://biografie.studenti.it/biografia.htm?BioID=1213&biografia=Amelia+Earhart" target="_blank"> Una buona biografia di Amelia Earhart</a><br /><a href="http://www.ameliaearhart.com/" target="_blank">Sito ufficiale</a></div>
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<img height="299" src="http://www.spartacus.schoolnet.co.uk/AVearhart.jpg" width="340" /><br /><br /><img height="440" src="http://electronicvalley.org/DERBY/QUIZ/images/2004/Amelia-Earhart-1936.jpg" width="350" /><br /><br /> <br /><br /><img height="444" src="http://www.navigabile.it/StorieAlVolo/img/personaggi_amelia.jpg" width="290" /></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-74180716051202045.post-25778429376963795432011-11-22T15:00:00.000+01:002011-11-22T15:00:05.954+01:00I grandi eventi Marvel: 4 - Secret Empire (Captain America #166-176, 1973-1974)<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOmzKElY5mtoZ2vzqqO4ULO2ypH9uFugPklvMq3XyFnKRiA3UennBOm0Jrc0f4QyncQlcGpkQIW_pU9S1-fBiVBPWCLNNkvQv_exPXIta9l6cKlVlm4CT3WKF3PELA21C1vVbPgDxkvqjn/s1600-h/Cap170-01.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 278px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOmzKElY5mtoZ2vzqqO4ULO2ypH9uFugPklvMq3XyFnKRiA3UennBOm0Jrc0f4QyncQlcGpkQIW_pU9S1-fBiVBPWCLNNkvQv_exPXIta9l6cKlVlm4CT3WKF3PELA21C1vVbPgDxkvqjn/s400/Cap170-01.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5282589476809213730" border="0" /></a><span style="font-weight: bold;">Trama</span><br />Capitan Ammerega, fra una super scazzottata e l'altra, si trova impegolato in un coup d'etat orchestrato dalla sinistrissima quanto influente organizzazione "Secret Empire" (e alla fine ci vanno di mezzo pure gli X-Men). Nel frattempo Falcon (in quel periodo co-titolare della testata) si fa un paio d'ali a Wakanda, courtesy of T'Challa (ovvero Black Panther), e salva le pallide chiappe di Cap a più riprese.<br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg79dL-SHvxpAHBVTLcWOU9OnV7Fr4CKaRXrJEmiPou2lRsHYSHe4csWsu44lhnT0YQ2kgrcaTpfQ06zq9Lc8XZu64Zjgq6YWzVlmdnMbTwSW1P89xQuDiSnWMDzTsjl9uBpae-t1Prp6rF/s1600-h/03.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px; height: 194px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg79dL-SHvxpAHBVTLcWOU9OnV7Fr4CKaRXrJEmiPou2lRsHYSHe4csWsu44lhnT0YQ2kgrcaTpfQ06zq9Lc8XZu64Zjgq6YWzVlmdnMbTwSW1P89xQuDiSnWMDzTsjl9uBpae-t1Prp6rF/s400/03.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5282589797833236786" border="0" /></a><span style="font-style: italic;">(dopo le mummie viventi arrivano anche il cinese immortale e il figlio dello scienziato pazzo nazista) (giuro)</span><br /><br /><span style="font-weight: bold;">Giudizio sintetico</span><br />Dal punto di vista narrativo la saga di Secret Empire non è un granché: il procedere è stracco e risibile (tanto che si può tenere una tabella di quante volte Capitan Ammerega viene gassato e si riprende prima del tempo grazie al suo fisicaccio, stendendo i cattivoni con un calcio alle caviglie), gli antagonisti sono vieppiù delle burlette ripescate da varie tradizioni (pulp magazines in testa), i supposti colpi di scena e capovolgimenti di situazione risultano essere delle pantomime al massimo farsesche (tranne che in pochissimi casi). Quello che però attira e risulta interessante sono, in mezzo a tutto questo ciarpame, i temi esplorati da Englehart, il quale non si fa problemi, da una parte, a trattare di manipolazione dei media e cospirazionismo politico, e dall'altra a scavare in maniera non banale nella psicologia di Rogers e nella questione razziale (anche se, in questo ultimo caso, certi stereotipismi non vengono affatto evitati). Insomma, la saga è molto diseguale, e alla fine è un peccato che le questioni affrontate a livello di soggetto siano immerse in una trama così goffa e sciocca.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiY9C9IolNBnUoPY6-8xHyj-kTqNWiqOEEjvdtll9VtWxW399i7cjhzw_JtsiG13K7tX5wR82-wr4EXt2oZhPrwg0zWjL07zSTxPH-jVCfTwhaEVNw37IVFEBMNHlGbDL4WAeYjDyzrxMNi/s1600-h/Cap169-07.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 268px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiY9C9IolNBnUoPY6-8xHyj-kTqNWiqOEEjvdtll9VtWxW399i7cjhzw_JtsiG13K7tX5wR82-wr4EXt2oZhPrwg0zWjL07zSTxPH-jVCfTwhaEVNw37IVFEBMNHlGbDL4WAeYjDyzrxMNi/s400/Cap169-07.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5282590063145400610" border="0" /></a><span style="font-weight: bold;">Son cose</span><br />L'Innominato a capo del Secret Empire viene, alla fine della fiera, smascherato ma non mostrato: una reticenza necessaria quanto bella, che i lettori più accorti si sapranno ben gustare (vabbe', dai, vi risparmio la gugolata: si fa riferimento al Watergate.).<br /><br /><span style="font-weight: bold;">Saltano agli occhi</span><br />-Englehart è al suo meglio quando setaccia e approfondisce la figura stessa di Captain America, sbalzando un profilo che diverrà poi la base di partenza per tutti gli autori futuri (l'intreccio, ripeto, purtroppo è una monnezza).<br />-Ai disegni, il Buscema già visto in <a href="http://nerditudine.blogspot.com/2008/12/marvel-major-events-2-kree-skrull-war.html">The Kree-Skrull War</a> si dimostra un po' più smaliziato, e leggermente meno ossequioso nei confronti di Kirby (il quale resta comunque un riferimento visivo ingrombrante).<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVSVbwwzo-1UfPZ8dk_k0fk7_IVPiXuEFKzkDVkGBnuqcyPgYZULSK8lzm5a5xiYr7jGRvB9W8lpFawRs8uXL0NhplrPkpERyqdv4GObCpBQdT9UefAk4-Lhis5bDZhyphenhyphenP8vclrgcUs32bM/s1600-h/04.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 364px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVSVbwwzo-1UfPZ8dk_k0fk7_IVPiXuEFKzkDVkGBnuqcyPgYZULSK8lzm5a5xiYr7jGRvB9W8lpFawRs8uXL0NhplrPkpERyqdv4GObCpBQdT9UefAk4-Lhis5bDZhyphenhyphenP8vclrgcUs32bM/s400/04.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5282589896840901746" border="0" /></a><span style="font-style: italic;">(way to go, Cap, way to go)</span><br /><br /><span style="font-weight: bold;">Prossimo evento in programma</span><br />The Korvac Sagagualtierohttp://www.blogger.com/profile/12028917375542337689noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-74180716051202045.post-48469002069919494672011-11-15T14:00:00.000+01:002011-11-15T14:00:10.253+01:00I grandi eventi Marvel: 3 - The death of Gwen Stacy (The Amazing Spider-Man #121-122, 1973)<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjb27n2wgqDLYbLJzTxywKS6rEEJC5i973-7HFd_lhyphenhyphen2eJz3yxgLtYBbN-6Z7tppT_fj7cCbxPo9AdCxypiXLaY3vhATWPy4c1gTEzgCbvomW3P6sUXLB5xxTuSzXkJe2Ja_5b1fQSiAtDu/s1600-h/Amazing+Spider-Man+121+-+00.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 275px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjb27n2wgqDLYbLJzTxywKS6rEEJC5i973-7HFd_lhyphenhyphen2eJz3yxgLtYBbN-6Z7tppT_fj7cCbxPo9AdCxypiXLaY3vhATWPy4c1gTEzgCbvomW3P6sUXLB5xxTuSzXkJe2Ja_5b1fQSiAtDu/s400/Amazing+Spider-Man+121+-+00.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5280170889415109682" border="0" /></a><span style="font-weight: bold;">Trama</span><br />Gwen Stacy muore. Norman Osborn muore (ancora; poi ritorna). Harry Osborn si cala l'acido (ancora; poi muore; poi ritorna). Peter è sempre più sfigato.<br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvBc1nfqkzTQqYIZoWqSP7zOKylWx9UGUv-H3u81V4y4sznKmNYHcIuLA7mJ-VVXX7x5rag1OGCY4QO5NEJj5Z60jDJb0NTXnHfdMHPjeyycHofdd_ZM2m7VrM3vwpUvmCNJoJyOaKRCTd/s1600-h/02.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px; height: 287px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvBc1nfqkzTQqYIZoWqSP7zOKylWx9UGUv-H3u81V4y4sznKmNYHcIuLA7mJ-VVXX7x5rag1OGCY4QO5NEJj5Z60jDJb0NTXnHfdMHPjeyycHofdd_ZM2m7VrM3vwpUvmCNJoJyOaKRCTd/s400/02.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5280170998304863170" border="0" /></a><span style="font-weight: bold;">Giudizio sintetico</span><br />Due numeri densi per uno dei pochi episodi dei comics che è resistito a retcon e rifacimenti vari (si prega vivamente di non prendere in nessuna considerazione quel vero e proprio insulto alla memoria rappresentato da <span style="font-style: italic;">Sins Past</span>, nel quale uno Straczynski irriconoscibile introduce la balzana storyline dei figli che Gwen e Norman avrebbero avuto in Francia poco prima degli eventi narrati nei numeri qui recensiti (mapperfavore)), e che molti considerano l'evento che chiude la Silver Age. L'azione narrativa, veloce e concitata, si muove senza sosta da un Peter insolitamente duro e cupo (anche prima del turning point), alle girate di boccino della famiglia Osborn. Il tutto ruota attorno alla notissima scena sul ponte, avvenimento gestito con magistrale secchezza sia dalla sceneggiatura di Conway (il quale gioca gran parte della sua forza nei cambiamenti di registro verbale di Peter) che dai disegni di Kane.<br />Poi, sì, c'è la questione "collo spezzato o shock da caduta" (quest'ultima è una versione fornita subito da Conway stesso, tramite Osborn-Goblin, come a voler negare ogni possibile ombra su Peter), sulla quale si potrebbero versare fiumi di byte, ma per quanto mi riguarda quello SNAP è forse l'onomatopea più chiara della storia dei comics.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAy66Gas5_Amzs_87pbUs855aKE5SXGJb-D2P81xNZCsLmj3DWIhRK6P1rkuxoT9vcwpZmyj0XiNWMWL9skGzy1IJKZj8_S3On4wHvIWZQYlI_8SkGHfnhYzF2u6gnS8SG_dleCJlO7Lii/s1600-h/03.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 251px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAy66Gas5_Amzs_87pbUs855aKE5SXGJb-D2P81xNZCsLmj3DWIhRK6P1rkuxoT9vcwpZmyj0XiNWMWL9skGzy1IJKZj8_S3On4wHvIWZQYlI_8SkGHfnhYzF2u6gnS8SG_dleCJlO7Lii/s400/03.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5280171097704364610" border="0" /></a><span style="font-weight: bold;">Son cose</span><br />Fra le tante, i primi piani di Gil Kane, capolavori di cesello psicologico (a volte sembra riuscire a rendere espressiva pure la maschera di Spider-Man). E Mary Jane che, invece di uscire sbattendo la porta, decide di rimanere vicino a Peter (parallelo perfetto con Peter che, al contrario, aveva abbandonato Harry).<br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyT4AkK9dMTzlw_hdWsJJB64sCrkIrxcZ8XKrEqA8-UN3_pHN18SJZX71WrLbMcTR9uKWfMVJXbZbzUFuXt8essU2elbF0HjdjRv3n2yGsz1WOOhIXe6issQ8sRo3xRx8ySapgrNLaa7xi/s1600-h/05.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 321px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyT4AkK9dMTzlw_hdWsJJB64sCrkIrxcZ8XKrEqA8-UN3_pHN18SJZX71WrLbMcTR9uKWfMVJXbZbzUFuXt8essU2elbF0HjdjRv3n2yGsz1WOOhIXe6issQ8sRo3xRx8ySapgrNLaa7xi/s400/05.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5280171487080667842" border="0" /></a><span style="font-weight: bold;">Saltano agli occhi</span><br />-i dialoghi di Gerry Conway: basta con le minuziose descrizioni a voce alta di quello che si vede sulla pagina; basta, in parte, anche con la forzata rassegna dei nomi dei personaggi (per non far sentir sperduti i nuovi lettori). Conway finalmente utilizza i dialoghi in maniera molto più naturale rispetto alle farraginose pappardelle dei contemporanei colleghi, e se anche la quantità rimane tutto sommato alta, la parte scritta non si presenta più come una ridondanza seccante, bensì come un luogo diverso di sviluppo del fumetto.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnvDRHzeUcJ2B__vg1loUv7PT3bETPJyw9oJGbeJ_gq1Sdon6M6l2ls9kclnvcoujqHwF5OlMboRz7d5DMxKuLbi2HJDE-vLBjlMS_uk2dv5TccOCxIiTduySuHqj80fvX8LH5KxPvi63E/s1600-h/04.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 369px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnvDRHzeUcJ2B__vg1loUv7PT3bETPJyw9oJGbeJ_gq1Sdon6M6l2ls9kclnvcoujqHwF5OlMboRz7d5DMxKuLbi2HJDE-vLBjlMS_uk2dv5TccOCxIiTduySuHqj80fvX8LH5KxPvi63E/s400/04.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5280171219102771746" border="0" /></a><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9_sQIJODIpC6CavNO87Vpx6mjQW5sqE7LLsZhNhkscxInvv6J55XqCocAxhE5gE258cSOtnhTq0IqO0SYwO4_3HoZ2JYVSkLaYI7S8Y0Q2yum_ef6siwlH0AkDkJurAHBD0bbhkVQFLfM/s1600-h/07.jpg"><br /></a><span style="font-weight: bold;">Prossimo evento in programma</span><br />Secret Empiregualtierohttp://www.blogger.com/profile/12028917375542337689noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-74180716051202045.post-52203091487769497012011-11-10T14:00:00.000+01:002011-11-10T14:00:28.766+01:00Attraverso l'oceano<p align="justify"> Siamo a Fatu Hiva, la più meridionale delle <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Isole_Marchesi" target="_blank">Isole Marchesi</a>, in <b>Polinesia</b>, un posto <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Fatu_Hiva" target="_blank"> selvaggio e meraviglioso</a>, e siamo nel 1936.<br />Sotto una veranda fatta di giunco e bambu, siedono due uomini, intenti a sorseggiare un thè.<br />Non sono uomini famosi, ma uno di loro, il più giovane, un giorno lo sarà. Uno si chiama <b>Henry Lie</b>, ed è un vecchio scienziato norvegese che nella vita non ha avuto molta fortuna, perchè non si è mai venduto a nessuno, finchè un bel giorno, attorno al 1906, decise di mollare tutto ed andarsene a vivere con la moglie a Fatu Hiva, lontano dalla civiltà, dalla politica, e da tutto il resto.<br /><span id="more-46"></span><br />Henry ha deciso che vuole passare gli anni di vecchiaia studiando e indagando su una sola cosa: siccome Fatu Hiva è a sei ore di piroga dall’isola più vicina, e tutte le Isole Marchesi sono a 1000 miglia di distanza da ogni altra terra, come è possibile che sull’isola ci siano degli animali? Da dove sono arrivati?<br />Di fronte a lui c’è invece un uomo che passerà alla storia come un genio. E’ l’antropologo ed esploratore, nonchè futuro regista cinematografico, <b>Thor Heyerdahl</b>, anche lui norvegese, che però in quel momento non è ancora famoso, ma è un 22enne neolaureato che ha in testa delle strane teorie. Ed è la sua storia, che vorrei raccontare oggi.<br /> </p> <p style="text-align: justify;">I due sorseggiano il thè con una calma tipicamente norvegese, e Thor come tutti i giovani è ansioso di conoscere le opinioni del vecchio ed esperto collega.<br />Thor: “Vedi Henry, tu cerchi di capire ‘sta storia degli animali… ma a me interessa capire come <b>l’uomo</b> sia arrivato qui…”<br />Henry: “Ma daiiii, l’uomo fa una cosa in più rispetto agli animali: naviga! E navigava anche in epoca preistorica…!”<br />Thor: “Non basta… e da dove sarebbero arrivati qui, con delle zattere preistoriche?”<br />Henry: “Da quanto tempo sei qui?”<br />Thor: “Beh, da un anno quasi… ed io e mia moglie Liv stiamo facendo praticamente la vita dei neolitici… le uniche imbarcazioni sono piccole zattere, e con quelle non si va da nessuna parte, nel Pacifico”.<br />Henry: “La sai la storia di Taori?”<br />Thor: “Chi è Taori?”<br />Henry: “Un vecchio indigeno dell’isola…”<br />Thor: “Che storia è?”<br />Henry: “Racconta delle leggende, che parlano di uomini antichi venuti qui con zattere e piroghe…”<br />Thor: “Uhm… dall’Asia, forse?”<br />Henry: “Sei giovane, ragazzo mio… Ricordi le statue di pietra che sono qui sull’isola, in fondo a sinistra?”<br />Thor: “Certo! Le conosco bene! Le studio…”<br />Henry: “Beh guarda… Io ne ho viste di forma simile…”<br />Thor: “Dove? In Melanesia? In Nuova Zelanda?”<br />Henry: “Ma no!! In <b>Colombia</b>!!”<br />Thor: “Ma che dici?? E come ci sono venuti dalla Colombia alla Polinesia? Con un volo charter o con un low cost? Ma insomma….”<br />Henry: “Fai una cosa: vai in fondo a sinistra, come se volessi andare al cesso poi però prosegui diritto, e vai fino alle statue. Guardale bene, poi… senza fumare marijuana, vai a vedere quelle in Colombia…”<br />Thor: “Ma anche se fosse? Come diavolo si poteva arrivare dal Sud America a qui in epoca preistorica, con imbarcazioni di fortuna? Sono migliaia di miglia in pieno Pacifico…”<br />Henry: “Pensaci, ragazzo mio… Pensaci…”<br /> </p><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;">Poco tempo dopo, Henry Lie muore serenamente di vecchiaia, sempre sull’isola, e Thor decide di ripartire verso l’Asia.<br />Ovviamente non è convinto dell’idea di Henry, e crede che l’unico modo affinchè degli uomini primitivi possano arrivare in Polinesia sia partendo dall’Asia. Pertanto, si mette a fare ricerche antropologiche nel sud-est asiatico, finalizzate a dimostrare i contatti tra civiltà asiatiche e polinesiane.<br /><b>Fallisce</b>.<br />Non solo perchè non trova contatti, ma perchè più va indietro nel tempo nell’archeologia, e più trova similitudini tra civiltà locali, soprattutto delle isole, e tracce di tipo <b>nordamericano</b>. Durante la seconda guerra mondiale, elabora una prima ipotesi di origine “americana” delle popolazioni polinesiane.<br />E qui viene il bello…<br /> </p><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;">Un bel giorno, Thor è alle <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Isole_Pitcairn" target="_blank">Isole Pitcairn</a>, al centro del Pacifico meridionale, e mentre esplora una grotta, trova un’incisione che lo fa traslarire. Immediatamente corre via, e va a cercare il suo collega e compagno di avventura Sven.<br /><br />Thor: “Sven! Sveeeennn! Brutto figlio di ********!!! Sven! Dove cazzarola stai?”<br />Sven: “Gran rompicoglioni! Sono dietro l’albero a fingere che sia un comodo cesso d’albergo 5 stelle! Che vuoi?”<br />Thor: “Sven! Vieni a vedere cosa ho trovato nella grotta!”<br />Sven: “Aspetta che è finita la carta igienica, e devo trovare delle foglie che non siano ortiche! Intanto mi dici di che si tratta?”<br />Thor: “Ho trovato l’incisione! Una barca!!”<br />Sven: “Una barca? In un’incisione rupestre? Ma a chi vuoi darla a bere! Guarda che sono archeologo anche io! La navigazione per barche è arrivata <b>dopo</b> l’invenzione dei supporti di scrittura!”<br />Thor: “Sì certo, sì sì è una zattera, non una barca…”<br />Sven: “E che te ne fai? Ci andavano a pesca nei dintorni.”<br />Thor: “Sven… credo che invece ho avuto l’illuminazione.. credo di capire come era stata progettata…”<br />Sven: “Aspetta che tiro su i pantaloni e parliamo, ma sappi che mi sembra una follia, quel che stai pensando…”<br /> </p><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;">Thor mette in discussione le teorie allora correnti sulla diffusione umana, via mare, sul pianeta, e si convince che <b>Henry Lie aveva ragione</b>. Ma ha un problema: i detrattori della sua teoria.<br /> </p><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;">Archeologo: “Lei si rende conto di cosa sta dicendo?”<br />Thor: “Sì, Professore. Dico che dall’America Latina, in particolare dalla zona degli Incas, qualcuno può essere partito su una zattera ed abbia colonizzato le isole della Polinesia.<br />Archeologo: “Sono 4.300 miglia nautiche! Ci vuole l’aereo!”<br />Thor: “No, quella zattera va bene, per superare il Pacifico. Per 4.300 miglia nautiche.”<br />Archeologo: “Lei è pazzo! Una zattera non può!”<br />Thor: “Io sono riuscito a <b>ricostruire il progetto</b> di quella zattera. Al punto in cui può essere ricostruita.”<br />Archeologo: “Non basta! Lei userebbe materiali e metodi costruttivi di ora, del XX secolo! Non è la stessa cosa!”<br />Thor: “No! Io la zattera posso costruirla <b>solo con legno di balsa, papiro, giunco</b>. Proprio come allora.”<br />Archeologo: “Aridaje! Ma sei fuso? La costruiresti con una tecnologia occidentale di oggi! Sei norvegese, ed i norvegesi si sa che sanno costruire le imbarcazioni!”<br />Thor: “Ma non è quello che voglio fare! Io vado in Perù, e la faccio costruire solo da <b>maestranze indigene</b>, che lavorano balsa, giunco e papiro! La faccio uguale a come doveva essere all’epoca!!!”<br />Archeologo: “E ma scusa tanto, cucciolone, ed una volta che hai costruito questa zattera leggera come un fuscello in Perù… cosa avresti dimostrato? Una simile zattera non può certo andare alla deriva nel Pacifico fino alla Polinesia…”<br />Thor: “Una volta costruita non dimostro niente. Ma quando <b>ci sarò salito sopra, e sarò andato con essa in Polinesia</b>, poi ne riparliamo!”<br />Archeologo: “E i viveri? E l’acqua? Vorrai mica una nave madre di supporto?”<br />Thor: “No! Nulla. Carico tutto sulla zattera, e assieme a quattro indigeni, noi andiamo in Polinesia!”<br />Archeologo: “Mi spiace che non potrò essere al tuo funerale, perchè te lo faranno i <b>pescecani</b>, in mezzo all’oceano. La prima onda che vi rovescia…”<br />Thor: “Professore, lei porta sfiga. Vada a fanculo. Vedrà, che ce la farò…”<br /> </p><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;">Il progetto di Thor si basava in realtà su precise documentazioni storiche o protostoriche, ma ovviamente non bastava! I dubbi della scienza ufficiale dell’epoca si riferivano all’uso di materiali poco noti e ritenuti inaffidabili per la navigazione! Una zattera di giunco e papiro, può da sola attraversare il Pacifico?<br /> </p><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;"> <img src="http://oslo-norway.ca/images/kontiki.jpg" height="425" width="300" /><br /><br /> </p><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;"> Ecco qua il primo prototipo di zattera di Thor Heyerdahl.<br />Ma vediamo la sua teoria.<br /> </p><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;">Come spiega egli stesso nella sua relazione dopo l’avventura, gli Europei affermavano di essere stati gli scopritori di quelle isole; in realtà, anche nella più piccola di esse avevano trovato orti ben coltivati, capanne, templi, strade selciate, antiche piramidi e immense statue di pietra.<br />La popolazione parlava una lingua sconosciuta, comune a tutto l’arcipelago e non riconducibile ai continenti circostanti. Non conosceva la scrittura, custodiva – senza saperne il significato – misteriose tavolette incise con geroglifici indecifrati, preservava la memoria dei capi con l’ausilio mnemonico di un complesso sistema di funicelle a nodi, <b>simile a quello usato dagli Inca</b>.<br />Da dove, in origine, era dunque venuto quel popolo?<br />Heyerdahl ipotizzò che una prima migrazione potesse essere datata intorno al 500 d.C., seguita da una seconda verso il 1100. Circa la provenienza, osservò che la civiltà di quegli antichi immigrati apparteneva ancora <b>all’età della pietra</b>, che perdurava soltanto nel Nuovo Mondo.<br />Studiando le saghe degli <b>Inca</b>, Heyerdahl scoprì che l’antico nome del loro dio del Sole era <b>Kon-Tiki</b> cioè “Tiki del Sole”, o Illa-Tiki, cioè “Tiki del Fuoco”, sommo sacerdote e re degli uomini fondatori di quella antica civiltà. Secondo la leggenda inca, un giorno essi furono attaccati e trucidati da una tribù capeggiata da Carlo, venuto da Coquinbottal; solo Kon-Tiki con pochi seguaci si salvò, fuggendo <b>via mare verso occidente</b>. Sono evidenti le coincidenze con il <b>Tiki</b> polinesiano, nelle cui leggende figuravano racconti e particolari topografici riconducibili al <b>Tiki</b> degli Inca!<br />Questa prima migrazione nelle isole del Sud è datata da Heyerdahl al 500 d.C., ma nell’intera Polinesia trovò indicazioni del fatto che le isole non erano rimaste a lungo possedimento della pacifica stirpe di Tiki del Sole: altre tracce gli dimostrarono che Indii colombiani dell’età della pietra, esperti di navigazione, erano arrivati con le loro canoe da guerra verso il 1100 e si erano fusi con il popolo di Tiki.<br />L’obiezione principale mossa alle teorie di Heyerdahl era fondata sul fatto che quegli uomini misteriosi <b>non avevano navi con cui attraversare l’Oceano</b>. Qui è <b>il genio</b> di Thor Heyerdahl: il volere dimostrare che la traversata era possibile con le zattere di legno di balsa, di cui si servivano gli aborigeni peruviani.<br /> </p><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;"><img src="http://www.sullacrestadellonda.it/esplorazioni/images/thor1.jpg" height="371" hspace="2" width="360" align="left" /> L’immagine qui accanto, è una sbiadita fotografia del <b>30 aprile 1947</b>. Con cinque compagni Thor ha costruito una grande zattera con un capanno come riparo, utilizzando esclusivamente quel legno leggerissimo legato con corde vegetali, <b>senza l’aiuto di alcun elemento metallico</b>. E quel mattino di 61 anni fa, partendo da Callao, in Perù, fece vela verso Ovest, verso la direzione del sole morente. <b>Kon-Tiki</b> era ovviamente anche il nome della zattera.<br />Le loro tracce si perdono molto presto, all’epoca non c’erano i satelliti artificiali come oggi, ed anche i radar erano appena agli albori, pertanto vengono persi pochi giorni dopo la partenza, ma Thor ha studiato bene, e lascia la zattera in balia della <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Corrente_di_Humboldt" target="_blank">Corrente di Humboldt</a>, una corrente marina del Pacifico che doveva essere nota anche agli antichi.<br />In occidente, la comunità scientifica inizia a darlo per morto, assieme al resto dell’equipaggio, già verso il 30 maggio, un mese dopo la partenza…<br />Vengono fatte delle ricerche in mare durante il mese di giugno, ma non vengono ritrovati. A fine giugno vengono sospese le ricerche. Sui giornali appare la notizia della scomparsa per sempre di Thor Heyerdahl. Un mese dopo, la notizia è anche già morta e dimenticata, senonchè…<br /> </p><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;">Nel pomeriggio del 30 luglio, l’equipaggio avvista <b>l’isola di Puka Puka</b>, nell’arcipelago delle Tuamotu e dopo un’altra settimana, <b>101 giorni di viaggio e 4300 miglia nautiche</b>, viene avvistata dai radar del porto situato sull’atollo di Raroia, dove la Kon-Tiki approdò poco dopo <img src="http://blog.alessandroiacuelli.net/wp-includes/images/smilies/icon_smile.gif" alt=":)" class="wp-smiley" /><br /><br /> </p><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;">I detrattori non furono soddisfatti <img src="http://blog.alessandroiacuelli.net/wp-includes/images/smilies/icon_smile.gif" alt=":)" class="wp-smiley" /><br />Sostenevano che prima di raggiungere la Polinesia, le popolazioni sudamericane avrebbero dovuto raggiungere <b>le Galapagos</b>, più vicine ma <b>disabitate</b>. Nessun archeologo aveva mai studiato quelle isole, considerate mai abitate (per mancanza di acqua potabile durante le stagioni aride).<br />Nel 1952, Thor approda alle Galapagos con una nuova missione scientifica ed archeologica.<br />Con questa spedizione dimostra che le Galapagos <b>erano state punto di approdo di navigatori provenienti dalle Americhe in epoca precolombiana</b>. Individua l’isola come possibile attracco delle zattere pre-incaiche preistoriche, ritrova abitazioni precolombiane con resti di centinaia di vasi in ceramica pre-incaici dell’Ecuador e del Perù settentrionale.<br />Mica fuffa <img src="http://blog.alessandroiacuelli.net/wp-includes/images/smilies/icon_smile.gif" alt=":)" class="wp-smiley" /><br /> </p><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;">Preferirei fermarmi qui, perchè abbiamo detto abbastaza da far capire di che pasta era fatto il nostro personaggio <img src="http://blog.alessandroiacuelli.net/wp-includes/images/smilies/icon_smile.gif" alt=":)" class="wp-smiley" /><br />Basta aggiungere che nel 1950 ha rifatto il viaggio in zattera, con troupe cinematografica al seguito, dando vita al film <b>Kon-Tiki</b>, che racconta tutto il viaggio, di cui è<br />stato regista.<br />Negli anni ’60 ha anche pubblicato un libro (ne esiste anche l’edizione italiana) che racconta la spedizione.<br /> </p><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;">In vecchiaia, non volendosi sentire vecchio, ne ha combinate altre, tipo che nel 1970 dalla città fenicia di Safi, in Marocco, con un’imbarcazione chiamata <b>Ra</b>, come il Dio egizio, costruita da indiani Aymara del lago Titicaca, percorre in 57 giorni 3.270 miglia raggiungendo le <b>Isole Barbados</b>.<br />Dimostra con questa impresa la fattibilità tecnica, già nell’antichità, di viaggi dal vecchio verso il nuovo mondo, suggerendo che la somiglianza culturale tra i popoli precolombiani e le popolazioni assiro-babilonesi, potrebbe non essere dovuta al caso…<br />E ancora, nel 1977, con una nave di giunchi, dalla Mesopotamia, in Iraq, per verificare le possibilità di navigazione dei Sumeri 4000-5000 anni fa cosa fa? Percorre 6.800 km, discendendo il fiume Tigri fino al Golfo Persico, poi nell’Oceano Indiano fino alla valle dell’Indo in Pakistan e ritorno via mare dall’Asia fino all’Africa, all’imboccatura del Mar Rosso.<br />Con questa impresa, dimostra la possibilità di scambi culturali e commerciali in epoche molto antiche ad opera dei popoli mesopotamici.<br /> </p><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">E’ morto a Colla Micheri, in Andorra, il 18 aprile 2002, all’età di 88 anni, dopo una vecchiaia non proprio <i>di riposo</i>: pochi mesi prima era a fare uno scavo archeologico in Russia settentrionale a cercare tracce di navigazione vichinga nell’Artico, la spedizione fu interrotta proprio a causa del peggioramento della sua salute.<br />Premio Oscar 1952 nella categoria documentari per Kon-Tiki, nomination nel 1972 per il film Ra.<br /></div><p> </p> <p>A lui è dedicato il <a href="http://www.kon-tiki.no/" target="_blank">Museo Kon-Tiki</a> a Oslo.<br /> </p> <p align="center"> <img src="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/bd/ThorHeyerdahl.jpg" height="280" width="221" /><br /><br /> </p> <p align="justify"> Per approfondire:<br /><a href="http://www.infolibro.it/heyerdahl.htm" target="_blank">Infolibro.it</a><br /><a href="http://www.amb-norvegia.it/history/expolorers/heyerdahl/heyerdahl.htm" target="_blank">Ambasciata di Norvegia</a><br /> </p> <p>Questa storia mi ha sempre commosso fin dai tempi delle scuole medie.</p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-74180716051202045.post-36607516413526218922011-11-08T14:00:00.000+01:002011-11-08T14:00:23.172+01:00I grandi eventi Marvel: 2 - The Kree-Skrull War (Avengers #89-#97, 1971-1972)<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxXKOuCD3kSqMGqgbSvugCnzrNnPQUCYnpO2xMgiZcvF2fWXe5x-0eD_DVWJk2sXn3tFxNqzNajsdE30TRIMfm-9Z7oHbBzwzS3gf1h3hiXXEK6w19s5E8IX26EXOwlGR555EgpzGQ7tKG/s1600-h/KreeSkrullWar.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5280028974544061442" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxXKOuCD3kSqMGqgbSvugCnzrNnPQUCYnpO2xMgiZcvF2fWXe5x-0eD_DVWJk2sXn3tFxNqzNajsdE30TRIMfm-9Z7oHbBzwzS3gf1h3hiXXEK6w19s5E8IX26EXOwlGR555EgpzGQ7tKG/s400/KreeSkrullWar.jpg" style="cursor: pointer; display: block; height: 400px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 265px;" /></a><br />
<span style="font-weight: bold;">Trama</span><br />
I Vendicatori se la spassano un po' con Capitan Marvel, i Kree e gli Skrull (e già che ci sono fanno una capatina pure dagli Inumani). Nel mezzo abbiamo un viaggio allucinante all'interno del corpo androide di Visione, una continua stracciatura di palle da parte di Rick Jones (l'everyman marveliano più sciapo in assoluto - il suo nome completo è Richard Milhouse Jones, e già qui si capiscono un sacco di cose), una riproposizione della caccia alle streghe maccartista in salsa aliena, e, per finire, un po' di botti interstellari.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLCAuWe_lQRZdRqXg1Hz8h5NdjB4WGtsmTzhSdsyHP5Y7Ytx6wLfUnuDSIbymsPMQSTWGJxPVeXMLf7kvl57CE5Z640sxeyh7_DQyX3JHNgFYlKsXw1p1jWDh82cYPYzVOBXZdMu54-fgr/s1600-h/001.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5280029492051719394" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLCAuWe_lQRZdRqXg1Hz8h5NdjB4WGtsmTzhSdsyHP5Y7Ytx6wLfUnuDSIbymsPMQSTWGJxPVeXMLf7kvl57CE5Z640sxeyh7_DQyX3JHNgFYlKsXw1p1jWDh82cYPYzVOBXZdMu54-fgr/s400/001.jpg" style="cursor: pointer; display: block; height: 400px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 334px;" /></a><br />
<span style="font-weight: bold;">Giudizio sintetico</span><br />
Più che una vera e propria saga si tratta di una collezione di episodi che vanno a costituire un quadro alquanto disomogeno, dal quale si apprendono un po' di notizie sia sulla storia dell'universo Marvel, sia sulle razze presentate. L'intera storyline si basa su citazioni palesi di film o eventi politici del recente passato ammeregano, e anche se il tutto è ben spruzzato di flashback, rivelazioni e una buona delinazione dei rapporti fra i personaggi, il procedere narrativo è vistosamente forzoso e poco coeso. Non mancano, come già scritto, dei passaggi interessanti: ad esempio come si presenta il corpo di Visione all'interno, oppure come mai la Terra è in mezzo a tutte le beghe cosmiche che accadono ogni altro giorno.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrn1ILa1-jLZeBgo6GvA9UmxhD5HyNGq0GAIrSLU2V2cDkyUneAVa-wxyfZIWRxruc6vsJqakzXvEClRFonUofaAKRstIADyW_IcTycmgmpVeky4d47k1kJFQmC-1mz0X3bPr9mkzApKLw/s1600-h/02.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5280030286743168866" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrn1ILa1-jLZeBgo6GvA9UmxhD5HyNGq0GAIrSLU2V2cDkyUneAVa-wxyfZIWRxruc6vsJqakzXvEClRFonUofaAKRstIADyW_IcTycmgmpVeky4d47k1kJFQmC-1mz0X3bPr9mkzApKLw/s400/02.jpg" style="cursor: pointer; display: block; height: 400px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 275px;" /></a><br />
<span style="font-weight: bold;">Son cose</span><br />
Le matite di Neal Adams sono qui qualcosa di magnifico: pose plasticissime, inquadrature ardite, primi e primissimi piani d'alto impatto, angolature deformanti - insomma, tutta una galleria di trovate visive davvero sontuosa (l'altro disegnatore, Sal Buscema, non si discosta molto da una coscienziosa reimpastatura kirbiana della tavola - buono, ma niente di eccezionale).<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjH7O47N8GTfujMqmUsq_D_etC56TGst1OwqDuYPcewnuBL2uul_PAKTnDfCncq30ujPj4_kR0InSiEw_Fvk559EwIonKAzsn5Uhfjr7KY1sm-os-LKjdFFMoSo2xcJKRIQ29Kmbr5qOrVX/s1600-h/Avengers_094-18.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5280029661366019490" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjH7O47N8GTfujMqmUsq_D_etC56TGst1OwqDuYPcewnuBL2uul_PAKTnDfCncq30ujPj4_kR0InSiEw_Fvk559EwIonKAzsn5Uhfjr7KY1sm-os-LKjdFFMoSo2xcJKRIQ29Kmbr5qOrVX/s400/Avengers_094-18.jpg" style="cursor: pointer; display: block; height: 400px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 271px;" /></a><br />
<span style="font-weight: bold;">Saltano agli occhi</span><br />
-gli skrull che vanno in vacca, letteralmente: si tratta di una ripresa di <span style="font-style: italic;">Fantastic Four #2</span>, nel quale quel genio bislacco di Richards ipnotizza tre skrull per farli trasformare in maniera permanente in mucche (già). Una bizzarria ben ripresa e che sarà sfruttata ancora (come in quella perla di <span style="font-style: italic;">Skrull Kill Krew</span>).<br />
-la muffosità verbale dell'epoca assume qui tinte pre-bendisiane: l'artificiosa dialettica fra balloons di parlato e di pensiero (ne è un esempio Visione che parla distaccato e poi si sdilinquisce mentalmente per Wanda) è quanto di più goffo si possa immaginare.<br />
<br />
<span style="font-weight: bold;">Prossimo evento in programma</span><br />
The death of Gwen Stacygualtierohttp://www.blogger.com/profile/12028917375542337689noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-74180716051202045.post-78779232687750818092011-10-27T14:00:00.000+02:002011-10-27T14:00:05.029+02:00L’uomo di Piltdown<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-bJK_J-nsKeU/Tqg1q-0Hk5I/AAAAAAAAAKs/ltuoLwm1Rc8/s1600/BA53A02CF093231A98A4381753637.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-bJK_J-nsKeU/Tqg1q-0Hk5I/AAAAAAAAAKs/ltuoLwm1Rc8/s1600/BA53A02CF093231A98A4381753637.jpg" /></a></div>
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(trascrizione di un pezzo di servizio giornalistico dell’epoca)</div>
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<strong>Londra – 18 dicembre 1912</strong>.<br />Al congresso della Geological Society, in corso qui a Londra, l’antropologo Charles Dawson ha reso noto, nel suo intervento, una scoperta che potrebbe cambiare la storia dell’origine dell’Uomo sulla Terra. Infatti, Dawson documenta la scoperta di un teschio, un cui frammento gli è stato dato da un operaio impiegato allo scavo di ghiaia presso la miniera di Piltdown.<span id="more-60"></span><br />Secondo Dawson, gli operai del sito avevano scoperto il teschio poco prima della sua visita e l’avevano fatto a pezzi. Rivisitando il sito durante diverse occasioni, Dawson riferisce di aver trovato frammenti del teschio e di averli consegnati a Sir Arthur Smith Woodward, custode del reparto geologico al British Museum. Fortemente interessato dai ritrovamenti, Woodward ha accompagnato Dawson al sito, dove, tra Giugno e Settembre del 1912, hanno ritrovato insieme più frammenti del teschio e metà della mascella.<br />I partecipanti al congresso, sono ora in trepidante attesa dell’intervento dello stesso Sir Arthur Smith Woodward, previsto tra circa 30 minuti.<br />(linea alla pubblicità).</div>
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(dal giornale della sera)<br />Durante il pomeriggio, Sir Arthur Smith Woodward ha annunciato che una ricostruzione dei frammenti è stata già preparata, e indica che il cranio è simile a quello dell’uomo moderno, eccetto per l’occipite (la parte del cranio che poggia sulla colonna spinale) e per le dimensioni del cervello, che erano circa due-terzi di quello dell’uomo moderno. Egli poi ha proseguito indicando che, salvo per la presenza di due molari uguali a quelli umani, la mascella trovata era indistinguibile da quella di un moderno, giovane scimpanzé. Basandosi sulla ricostruzione del cranio fatta dal British Museum, Woodward propone che l’Uomo di Piltdown rappresenta <strong>un anello mancante evolutivo tra la scimmia e l’uomo</strong>, poiché presenta la combinazione di un cranio uguale a quello umano con una mandibola uguale a quella di una scimmia.</div>
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<strong>Londra. 1913</strong><br />Il professor Franz Weidenreich, tedesco di nascita, ma da tempo impegnato al Royal College of Surgeons, era un anatomista. Anzi, era considerato il miglior anatomista dell’epoca. Ora era nel laboratorio, assieme al suo assistente, e guardava il modello di teschio ottenuto con i frammenti trovati da Dawson e ricostruiti da Woodward, e scuoteva il capo: perchè era un altro modello.<br />Assistente: “Non ci siamo, vero professore?”<br />Weidenreich: “No non ci siamo. Mi sa che devo mettere in discussione la ricostruzione di Woodward.”<br />Assistente: “Eppure, le copie dei frammenti… sono uguali a quelle che ha usato Woodward…”<br />Weidenreich: “Sì, ma… vedi? E’ come un puzzle…”<br />Assitente: “Sì va bene ma… per un puzzle, tutti i pezzi combaciano solo in un modo…”<br />Weidenreich: “Purtroppo, non è il nostro caso. Vedi? Anche se questi frammenti hanno tutti forme diverse, permutandoli… ottieni che ci sono <strong>due</strong> diverse possibilità di farli combaciare alla perfezione. Sì lo so, c’è una probabilità su un miliardo, che questo avvenga.. ma intanto è proprio il caso nostro! E se usiamo questa seconda possibilità di farli combaciare tutti… viene un modello di teschio diversissimo!”<br />Assistente: “E se invece loro avessero montato bene i pezzi, e noi invece no?”<br />Weidenreich: “Non c’è modo di saperlo…!”<br />Assistente: “Ma qualcosa si ottiene…”<br />Weidenreich: “Certo! Solo che se questo teschio va montato nel modo che abbiamo usato noi… succede che dimensioni del cervello e in altre fattezze rassomiglia all’uomo moderno molto di più di quello di Woodward e Dawson… E’ semplicemente un uomo piuttosto primitivo, non l’anello di congiunzione tra uomo e scimmia!”<br />Assistente: “E quindi?”<br />Weidenreich: “Lo studierò ancora, dovessi metterci dieci anni…</div>
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Nel <strong>1915</strong>, Dawson affermò di aver trovato frammenti di un secondo cranio (Piltdown II) ad un sito a circa due miglia di distanza dai ritrovamenti originali. Da quello che si sa il sito non è mai stato identificato e i ritrovamenti sembrano essere completamente non documentati. Woodward sembra non aver mai visitato il sito.</div>
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<strong>Studio del professor Weidenreich. 1923</strong><br />Weidenreich: “Sono passati 10 anni dal ritrovamento, e in 10 anni questo teschio me lo sono studiato da cima a fondo!”<br />Assistente: “E…?”<br />Weidenreich: “E confrontandolo con altri reperti… accidenti è complicato!”<br />Assistente: “Proviamo a tirare le somme, prof.? O ce ne andiamo tutti a cagare?”<br />Weidenreich: “Allora, se vogliamo fare un rapporto corretto, questi resti consistono di un cranio umano <strong>moderno</strong> e di una cosa che sembra una mascella di orangutan.”<br />Assistente: “Perchè <em>una cosa che sembra</em>?”<br />Weidenreich: “Perchè la forma è identica! Ma l’orangutan ha i denti molto più aguzzi!”<br />Assistente: “Quindi… diciamo una mascella di orangutan con i denti limati?”<br />Weidenreich: “Come hai detto???”<br />Assitente: “Una mascella di orangutan con i denti limati!”<br />Weidenreich: “Oh porc#@ mi hai fatto venire un’idea!!”</div>
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<strong>Londra, 1923</strong> (da un giornale dell’epoca)<br />Scandaloso. Questo è il termine usato dal direttore del British Museum, dopo la lettera inviata al Royal Collage dal noto professor Weidenreich. Nella lettera, il professore ha dichiarato che il teschio dell’uomo di Piltdown sarebbe un falso. Un falso ottenuto giustapponendo un teschio umano ed una mandibola di orangutan al quale sono stati limati i denti e lacerati i canini con estrema precisione.<br />Lo scandalo non ha travolto il British Museum, da dove gli antropologi fanno notare che anche i denti superiori sono quelli di un orangutan, ma sono attaccati al teschio, e non alla mandibola. Dal Ministero delle Scienze e della Cultura si fa sapere che saranno presi forti provvedimenti disciplinari contro il professor Weidenreich, artefice di una serie di insulti e di accuse di falso nei confronti di una grande scoperta per l’intera umanità.</div>
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Pochi mesi dopo, Weidenreich fu dapprima licenziato, poi espulso dalla Gran Bretagna. Non tornò in Germania, e di lui si persero le tracce.<br />Poi arrivarono gli anni ’30.</div>
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<strong>Piltdown, 23 luglio 1938</strong><br />Sir Arthur Keith ha inaugurato oggi un monumento per segnare il sito dove l’Uomo di Piltdown fu trovato da Charles Dawson. Sir Arthur ha finito il suo discorso, dicendo:<br />“Dove l’uomo sia interessato alla sua lunga storia passata, alle vicissitudini che i nostri precursori attraversarono, e ai diversi destini cui andarono incontro, il nome di Charles Dawson è certamente da ricordare. Facciamo bene a collegare il suo nome a questo pittoresco angolo di Sussex – il luogo del suo ritrovamento. Io oggi ho l’onore di svelare questo monolite dedicato alla sua memoria.”<br />L’iscrizione sul monolite recita:<br />Qui nel vecchio fiume di ghiaia Mr Charles Dawson, FSA trovò il cranio fossile dell’Uomo di Piltdown, 1912-1913. La scoperta fu descritta da Mr Charles Dawson e Sir Arthur Smith Woodward sul Quarterly Journal della Geological Society 1913-15.<br />Il pub lì vicino è stato chiamato The Piltdown Man in onore allo stesso.</div>
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Poi scoppiò la guerra, poi successe quel che successe, gli anni ’40, e tutto il resto. La scoperta era oramai passata alla storia, quando….</div>
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<strong>Oxford University, 1953</strong><br />In una grande sala, piena di antropologi, archeologi e giornalisti, sta parlando <strong>Joseph Weiner</strong>, un giovane professore di antropologia alla Oxford University.<br />Weiner: “Sono stato a Piltdown, ho raccolto meticolosamente le prove, ho intervistato coloro che erano vivi all’epoca, ho rivisto la miniera di ghiaia. Così ora, 41 anni dopo, posso presentare l’argomento dell’Uomo di Piltdown in modo ben argomentato.”<br />Antropologo in platea: “Vuole dire che ha trovato come mai non si adatta ai sentieri evolutivi scientifici?”<br />Weiner: “Esatto.”<br />Giornalista in platea: “Quindi ora… si adatta tutto, ed è chiaro come si sia evoluto l’anello mancante?”<br />Weiner: “Diciamo di sì…”<br />Archeologo in platea: “Professore, ci illumini.”<br />Weiner: “Subito. Allora…”<br />Attimo di trepidazione in platea.<br />Weiner: “L’Uomo di Piltdown è un falso.”<br />La platea è a bocca aperta.<br />Weiner: “Si tratta di un intelligente inganno di una o più persone indubbiamente esperte della materia. Infatti, a svelare il trucco non è un loro errore, ma solo le incongruenze tra Piltdown ed i fatti accertati dell’evoluzione, ma veniamo al nostro Uomo di Piltdown. Si tratta di un <strong>falso composito</strong>, metà scimmia e metà uomo. Consiste di un teschio umano <strong>di età medioevale</strong>, di una mandibola vecchia di 500 anni di un orangutan del Sarawak e di denti fossili di uno scimpanzé.<br />L’aspetto invecchiato è stato prodotto macchiando le ossa con una soluzione di ferro e con acido cromico. L’esame microscopico ha rivelato le tracce della lima, da cui si deduce che qualcuno aveva limato i denti sino a dar loro una forma più adatta a quella che era la dieta umana.<br />Il problema principale nell’accettare le prove fabbricate, è che la mandibola animale con i suoi denti canini (lacerati con precisione) sono stati adattati al teschio umano dove i denti sono stati modificati da un milione di anni d’alimentazione differente, sino a ricoprire con uno strato uniforme i denti molari. Le mascelle umane sono capaci di un considerevole movimento “da lato a lato” (come si vede negli erbivori ruminanti) che necessita di una differente sorta di giuntura della mascella.<br />Per il falsario, l’area dove la mascella si univa al cranio aveva presentato problemi superati con il semplice stratagemma di spezzare i terminali della mascella. I denti canini nella stessa erano poi stati limati per farli corrispondere. Molti anni fa, il professor Franz Weidenreich aveva osservato che la cuspide di uno dei molari aveva un angolo molto diverso da quello dell’altro dente. Fu preso per pazzo e allontanato dalla comunità scientifica. Un esame più accurato che ho condotto al microscopio rivela <strong>le tracce di fresatura</strong>, e da questo si evince che la fresatura aveva avuto lo scopo di alterare la forma dei denti, che nella scimmia è molto diversa da quella dei denti umani.<br />La platea rimase sbigottita.</div>
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La sera, il professor Weiner era a casa, nel suo studio.<br />Stava seduto e pensava: “Il colpo di genio del falsario è stato quello di aver offerto ad alcuni degli esperti, come Dawson e quell’altro, esattamente quello che volevano: una prova convincente che l’evoluzione umana era guidata dal cervello. A quell’epoca, un terreno di vivace disputa fra gli antropologi era infatti se si fosse prima evoluto il cervello umano, determinando le caratteristiche al contorno, o se lo sviluppo del cervello umano fosse stato effetto e non causa di altre trasformazioni fisiche. Poi ovviamente…”<br />Fu interrotto dal bussare alla porta.<br />Weiner: “Avanti!”<br />Entro la cameriera.<br />Weiner: “Sì?”<br />Cameriera: “Professore, è arrivato questo telegramma.<br />Weiner: “Grazie.<br />Senza attendere che la cameriera uscisse, Weiner aprì il telegramma e lo lesse d’un fiato.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<em>La ringrazio per avermi finalmente riabilitato la faccia e il culo, però accidenti, andate un po’ a cagare: ci avete messo 30 anni per capire che non dicevo stronzate!</em><br /><em> Firmato Franz Weidenreich</em><br /><em> P.S.: Io non ce l’avevo il microscopio all’epoca, eppure lo dicevo che era un falso!</em></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-74180716051202045.post-17501094550974381852011-10-25T14:00:00.000+02:002011-10-25T14:00:07.401+02:00I grandi eventi Marvel: 1 - Galactus saga (Fantastic Four #48-#50, 1966)<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjw8yelfffKMpNWSYpzr_lSx82sfwWeVZKFtB9026eH6SV5aDsB9YCVocoRmE0qHzvdwwYSHvkiN4Ggv1Mcw2XH6PT1Jb3llEqdwTyvfXtMXimHyKouZZJUzITso0Ks0pXedflhDWHMBc_-/s1600-h/coverb.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5279652456042702850" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjw8yelfffKMpNWSYpzr_lSx82sfwWeVZKFtB9026eH6SV5aDsB9YCVocoRmE0qHzvdwwYSHvkiN4Ggv1Mcw2XH6PT1Jb3llEqdwTyvfXtMXimHyKouZZJUzITso0Ks0pXedflhDWHMBc_-/s400/coverb.jpg" style="cursor: pointer; display: block; height: 400px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 268px;" /></a><br />
<span style="font-weight: bold;">Premessa</span><br />
Messi in fila nelle scorse settimane un po' di personaggi DC e Marvel, ho pensato fosse arrivato il momento di dare un occhio a qualche arco narrativo storico delle due case editrici ammeregane. Partiamo quindi con un classico fra i classici, la prima apparizione di Galactus nei Fantastici Quattro di Stan Lee e Jack Kirby.<br />
<br />
<span style="font-weight: bold;">Trama</span><br />
Galactus, divoratore di pianeti, arriva sulla Terra con lo scopo di papparsela (il tutto tramite una complicata serie di ammenicoli meccanici superbamente ingarbugliati disegnati da Kirby). Il compito di smazzolarlo tocca ai Fantastici Quattro (Reed "Mr. Fantastic" Richards, l'uomo che si allunga a piacere; Susan "The Invisible Woman" Storm, la donna tappezzeria; Johnny "The Human Torch" Storm, il ragazzo che si infiamma facilmente; Ben "The Thing" Grimm, riconoscibile dal suo grido di battaglia "Pietra portentosa, divento la Cosa!" (no, ok, in realtà urla "It's clobbering time!", ma non ho saputo resistere alla tentazione della citazione amarcord post-pop alternativa)), aiutati da <a href="http://www.marvel.com/universe/Uatu_The_Watcher">Uatu il Guardone</a> (un super essere alieno che registra passivamente (oddio, non sempre) tutto quello che accade sul pianeta) e da <a href="http://www.marvel.com/universe/Silver_Surfer">Silver Surfer</a> (un ex componente dei Rockets che si è dato al surf cosmico e alla piaggeria nei confronti di Galactus).<br />
<br />
<span style="font-weight: bold;">Giudizio sintetico</span><br />
Una saga baldanzosa, straripante imponenza visiva e gagliardezza di temi e d'azioni. Johnny che si fa letteralmente un viaggio cosmico aiutato da Uatu è uno dei momenti fumettistici pre-anni 70 più lisergici della storia dei comics; Silver Surfer che sbarella ganzo sulle correnti stellari è buon secondo; Galactus, poi, una sorta di incarnazione della bulimia termodinamica dell'universo, è una trovata che vale due Morrison.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6Der1wFOpOBfQvVv-SeeuE9MNWT4ky6-OHZ4UD1U7H3z3LtpJk1u__dkV_nb6tY-glcZFjRdwjpLPJDK-1fyFKdl02m3fphundvxhVg04RjkXWkSDjf2U2see6Y_B1eFpSFT4vBPKys60/s1600-h/02.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5279653299664138162" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6Der1wFOpOBfQvVv-SeeuE9MNWT4ky6-OHZ4UD1U7H3z3LtpJk1u__dkV_nb6tY-glcZFjRdwjpLPJDK-1fyFKdl02m3fphundvxhVg04RjkXWkSDjf2U2see6Y_B1eFpSFT4vBPKys60/s400/02.jpg" style="cursor: pointer; display: block; height: 181px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 400px;" /></a><br />
<span style="font-weight: bold;">Son cose</span><br />
Tutte le tavole di Kirby, in uno dei suoi massimi momenti di gloria e potenza, sono una delizia per gli occhi: fra scene spaziali, astronavi astruse, collage fotocopiati direttamente sulla tavola, cazzottoni e raggi energetici, si ha qui l'esempio perfetto del perché ancora oggi sia considerato il Re (e chissenefrega se le proporzioni di Galactus cambiano ogni due vignette). Ogni tavola è un piacere geometrico da scrutare in ogni minimo dettaglio e linea cinetica, e la composizione di gruppi e personaggi sfonda la pagina in ogni occasione.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcYFvh3FkpNneuvf431Gb5tt0ADOdVnu_ixNi939rLoN_oesYcvenz-z2KT3wSG64JNd26JWTqHtCEVVl7D0SUF5tOn1s_o9X6QD9gwT2BE4WhoIWXUr6bgJcBodhEPrm8FiPtvOmZOp5k/s1600-h/01.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5279652944471826434" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcYFvh3FkpNneuvf431Gb5tt0ADOdVnu_ixNi939rLoN_oesYcvenz-z2KT3wSG64JNd26JWTqHtCEVVl7D0SUF5tOn1s_o9X6QD9gwT2BE4WhoIWXUr6bgJcBodhEPrm8FiPtvOmZOp5k/s400/01.jpg" style="cursor: pointer; display: block; height: 400px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 397px;" /></a><br />
<span style="font-weight: bold;">Saltano agli occhi</span><br />
-la muffosa verbosità dell'epoca;<br />
-la strepitosa sovrabbondanza di idee buttate sul piatto: in soli tre numeri (e neppure interi: metà del 48 è dedicata alla fine di un arco narrativo con gli Inhumans; una manciata di pagine del 50 serve a introdurre la successiva storyline) vengono introdotti due personaggi di importanza cosmica, si esplorano pienamente le fragili dinamiche matrimoniali fra Reed e Susan (altro che i sette numeri di <span style="font-style: italic;">Civil War</span> più gli otto numeri di tie-in dei <span style="font-style: italic;">Fantastic Four</span>), e si trattano temi e concetti assolutamente non banali.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqrb11y0FWO_6Hf_im_KJ-OMCOh2N38M2LEmCbRc5UDf7-L3CA4CydzVB0nJEy8JqwCJnIH5DS86gfmAJkFPjdKkr8zWEUoEhLnNW-IqdGt4Wxja8GTumPPBd3RZZu3SJrfUBKades7bN1/s1600-h/03.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5279653668275084018" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqrb11y0FWO_6Hf_im_KJ-OMCOh2N38M2LEmCbRc5UDf7-L3CA4CydzVB0nJEy8JqwCJnIH5DS86gfmAJkFPjdKkr8zWEUoEhLnNW-IqdGt4Wxja8GTumPPBd3RZZu3SJrfUBKades7bN1/s400/03.jpg" style="cursor: pointer; display: block; height: 400px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 373px;" /></a><br />
<span style="font-weight: bold;">Prossimo evento</span><br />
The Kree-Skrull Wargualtierohttp://www.blogger.com/profile/12028917375542337689noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-74180716051202045.post-81615102617581464172011-10-18T14:00:00.000+02:002011-10-18T14:00:04.336+02:00La storia di Batman<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDYEJDMhykOLf-V5bR7mxijAqX0ycPJ-g77XOr7tUcGrjaNgNwz6rf7U45aQtZwNqGCeBtyae6B6HpAWDVJ-MZXDk0aIU-QEUoGLAs7BG4Ol0mY2f1yJQ0rQH82ymN6whBbQSrms-T6yab/s1600/bat.jpg"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 332px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDYEJDMhykOLf-V5bR7mxijAqX0ycPJ-g77XOr7tUcGrjaNgNwz6rf7U45aQtZwNqGCeBtyae6B6HpAWDVJ-MZXDk0aIU-QEUoGLAs7BG4Ol0mY2f1yJQ0rQH82ymN6whBbQSrms-T6yab/s400/bat.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5664793192290637410" border="0" /></a>Dopo aver trattato di <a href="http://nerdosita.blogspot.com/2011/10/la-storia-di-catwoman.html">Catwoman</a> pareva brutto far finta di niente e passare a qualche altro personaggio, ignorando l’ombra pipistrellesca che s’era stagliata nel post della scorsa settimana, e quindi eccoci a parlare di uno dei più grandi personaggi a fumetti di tutti i tempi, ovvero Batman, al secolo Bruce Wayne.<br /><br />Conosciuto anche come il Cavaliere Oscuro e il Crociato Mascherato, Batman fa parte di quella ristrettissima cerchia di supereroi fumettistici che sono stati in grado di sfondare il proprio campo d’origine per andare a occupare una postazione fissa nell’immaginario collettivo contemporaneo (impresa che è riuscita, oltre che a Batman, a Superman e all’Uomo Ragno, e forse a pochi altri).<br /><br />Creato da Bob Kane e Bill Finger nel 1939, Batman inizia la sua carriera come un vigilante mascherato che non si fa troppi problemi a farsi giustizia da sé, perseguitando e a volte uccidendo i criminali che ha deciso di prendere di mira. Visto l’immediato successo del personaggio, che da subito ottiene volumi di vendita paragonabili all’altrettanto celebre Superman e che in origine si presenta come un pastiche di diverse figure tratte dai fumetti e dalle riviste pulp più in voga dell’epoca (come ad esempio Doc Savage, Phantom e Spider), la National Publications (casa editrice che sarebbe poi diventata la DC Comics) decide di sviluppare meglio il supereroe, dotandolo di un’origine e di alcune linee guida precise. È così che Kane e Finger compongono un ritratto di base che sarà poi ripreso in maniera pressoché invariata da tutti i disegnatori e gli sceneggiatori successivi, come un vero e proprio mito di fondazione. Mito che, più o meno, fa così: di ritorno da una serata al cinema, l’allegra famiglia Wayne (il padre Thomas, medico e lungimirante speculatore edilizio, la madre Martha e il piccolo Bruce) imbocca a dir poco prudentemente una via denominata Vicolo del Crimine (Crime Alley in originale - poi dice che uno se le cerca), e si imbatte in un maldestro criminale che finisce con l’uccidere a pistolettate Thomas e Martha. Traumatizzato dall’evento, Bruce giura di vendicarsi e di eradicare tutta la criminalità di Gotham (città che rappresenta una sorta di allegoria a tinte fosche di New York), dedicando così la propria giovinezza allo studio e all’esercizio fisico, seguito dal fedele maggiordomo Alfred Pennyworth e con le spalle coperte dalle ricchezze e dalle imprese lasciategli in eredità dal padre. Passati alcuni anni, Bruce si sente pronto per scendere nelle strade, e un pipistrello che gli entra in casa dalla finestra lo ispira per il costume da indossare (e meno male che non gli è entrata una cavalletta).<br /><br />Il canone batmaniano (ovvero quella serie di fatti che sono considerati più o meno come fissi e immutabili non solo dai fan, ma anche dagli autori e dalla DC comics stessa, e che resistono a tutte le modificazioni retroattive e ai reboot del personaggio) conta pochissimi altri episodi certi: l’arrivo a casa Wayne dell’orfano acrobata Dick Grayson (il primo Robin), l’amicizia con il commissario Jim Gordon, la sconfitta con annessa frattura della colonna vertebrale subita per mano di Bane, e lo status di miglior detective del mondo si possono considerare fra questi.<br /><br /><span style="font-weight: bold;">Forse non tutti sanno che...</span><br /><br />-potrebbe apparire cosa ovvia, ma come ogni dettaglio del genere tende a essere dimenticato o sorvolato con facilità: Batman è uno dei pochissimi supereroi a non disporre di alcun superpotere. Bruce è sì un essere umano perfettamente allenato e di ottimo ingegno, ma può contare solo sulle proprie capacità, e sulla propria ricchezza, per affrontare nemici in grado di mettere in difficoltà lo stesso Superman. Fra i fan si dice che il potere di Batman sia in realtà il prep-time, ovvero la cura e la preparazione fisica e mentale che Batman mette nell’affrontare ogni ostacolo, pianificando in anticipo ogni possibile mossa dei propri antagonisti;<br /><br />- dopo i primissimi numeri in cui ogni tanto apriva il fuoco senza troppi problemi sui criminali che combatteva, Batman ha sempre seguito una rigorosa politica anti-arma da fuoco. L’unica eccezione, in più di sessant’anni di carriera, è stato un colpo sparato con una pistola aliena, effettuato per fermare un cattivone semi-divino, DarkSeid, durante gli eventi di Final Crisis.<br /><br />-la posizione di Robin è stata occupata, nel corso degli anni, da diversi personaggi: il primo, storico Robin è stato Dick Grayson, poi cresciuto e messosi in proprio con l’alias Nightwing; il secondo è stato Jason Todd, un altro orfanello dalle tendenze decisamente teppistiche, ucciso a sprangate dal Joker alla fine di un arco narrativo nel quale la DC aveva indetto una votazione fra i lettori per decidere delle sorti dello stesso Jason (il personaggio è stato poi fatto ritornare in vita una manciata di anni fa, giustamente invelenito per la sorte toccatagli); il terzo è stato Tim Drake, altro orfano ufficialmente adottato da Bruce; l’attuale Robin è Damian Wayne, figlio biologico di Bruce, concepito in seguito alla relazione avuta con Talia al Ghul (la figlia di Ra’s al Ghul, uno dei cattivoni storici dell’uomo pipistrello), e che ha ovviamente passato la propria infanzia ad essere allenato da una felice combriccola denominata la Lega degli Assassini.<br /><br />-l’omosessualità, latente o meno, percepita nel legame fra Batman e Robin costituisce uno degli elementi fondamentali sui quali si basano le accuse di corruzione della moralità dei bambini e degli adolescenti mosse dallo psichiatra Fredric Wertham ne “<a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Seduction_of_the_Innocent">La seduzione dell’innocente</a>”, edito nel 1954. La pubblicazione, che ebbe un’enorme risonanza negli Stati Uniti dell’epoca, portò il Congresso ad aprire un’inchiesta sull’industria del fumetto, che si concluse da una parte con un drammatico crollo delle vendite di quasi tutte le testate in circolazione, e dell’altra con l’autoistituzione, da parte delle case editrici americane, del già citato organo di autocensura <a href="http://www.comicartville.com/comicscode.htm">Comics Code Authority</a>;<br /><br />-fra le ultime imprese compiute da Bruce Wayne, a parte la solita morte con resurrezione dilazionata nel tempo e in vari mondi paralleli, di notevole c’è l’istituzione dell’impresa Batman Inc., un vero e proprio franchise delle tecniche e dei costumi batmaniani da diffondere in ogni stato del mondo (una sorta di McDonald della lotta al crimine).gualtierohttp://www.blogger.com/profile/12028917375542337689noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-74180716051202045.post-87874117535651084352011-10-13T14:00:00.002+02:002011-10-13T14:00:11.554+02:00Chatbot che imparano: il learning<div style="text-align: justify;">Nei sistemi basati sul AIML ci sono due approcci differenti alla creazione di nuova conoscenza. Il primo modo è anticipativo: il botmaster inserisce nell'insieme di conoscenze tutte le coppie (stimolo, risposta) che secondo lui saranno usate durante il funzionamento. Questo tipo di approccio si basa fortemente sugli studi statistici effettuati. Il secondo modo invece è posticipato: il botmaster esamina il log dei dialoghi, individua le situazioni in cui il software non è stato in grado di produrre risposte adeguate ed inserisce le opportune coppie (stimolo, risposta) che permetteranno al software di rispondere in maniera adeguata al lancio successivo; questo secondo approccio è scientificamente giustificato dal fatto che le frasi dette durante un dialogo sono distribuite secondo una curva Zipf. Non è previsto nessun meccanismo di learning automatico.<br />La principale innovazione presentata dal sistema ILN è la possibilità di inserire nuova conoscenza da parte di tutti e non del solo botmaster.<br />Sono attualmente salvaguardati due sistemi già messi a punto mediante AIML, ad essi si aggiunge un terzo sistema, mediante il quale chiunque dialoga con un'istanza di un ILN può inserire nuova conoscenza al file specifico di quell'istanza, non al file base comune a tutti; in pratica chiunque durante un dialogo può contribuire a far evolvere la personalità dell'istanza con la quale interagisce.<br />Al momento è in fase di analisi un meccanismo automatico di <i>autolearning</i> da parte degli ILN.</div><p style="text-align: justify;"> Turing non ha lasciato molti esempi circa il tipo di conversazione che la sua macchina avrebbe dovuto produrre. Un dialogo apparso nel suo testo del 1950 indica che lui pensava ad una macchina in grado di parlare, fare calcoli, giocare a scacchi:<br /> </p><ul style="text-align: justify;"><li>C: Please write me a sonnet on the subject of the Forth Bridge. </li><li>R: Count me out on this one. I never could write poetry. </li><li>C: Add 34957 to 70764. </li><li>R: (Pause about 30 seconds and then gives as answer) 105621 </li><li>C: Do you play chess? </li><li>R: Yes. </li><li>C: I have K at my K1, and no other pieces. You have only </li><li>R at K6 and R at R1. It is your move. What do you play? </li><li>C: (After a pause of 15 seconds) R-R8 Mate. </li></ul><p style="text-align: justify;"> Un'attenta lettura di questo dialogo suggerisce che Turing potesse avere in mente qualcosa di simile a quanto reso possibile sia dai sistemi AIML sia dai sistemi ILN (come nel caso della prima battuta).<br />Nel secondo caso, il software fornisce una risposta errata, visto che quella corretta è 105721. Perchè Turing, un matematico, ha fatto dare alla sua macchina una risposta errata su una semplice addizione? Secondo alcuni, come ad esempio Wallace, l'autore di A.L.I.C.E., per dare una maggiore apparenza "umana" al programma.<br />La terza domanda è un esempio di quesito riguardante un finale di scacchi. I finali non sono problemi di scacchi come quelli generali, poichè spesso possono essere risolti mediante tabelle, piuttosto che con gli algoritmi di ricerca e analisi ordinari. In più, è dimostrato come i finali di scacchi possibili seguano una distribuzione Zipf. Certamente è possibile interfacciare un sistema AIML a molti programmi di scacchi.<br />Molti ricercatori ritengono che Turing avesse in mente una "general purpose learning machine", quando ha descritto il suo OIG, eppure dai suoi esempi sembra che pensasse a qualcosa di più semplice, come gli attuali sistemi AIML e ILN.<br />Consideriamo le proprietà di un ipotetico computer che gioca il ruolo del giocatore (A) nel OIG. Turing suggerisce una strategia di depistaggio per (A), uomo o macchina che sia. Se gli viene chiesto: "Are you a man or a woman?", (A) dovrebbe rispondere "I am a woman." Se invece viene chiesto ad (A): "Are you a man or a machine?"... Turing non menziona questo caso ma presumibilmente la macchina dovrebbe rispondere come un uomo che mente, quindi dovrebbe rispondere "machine".</p><p style="text-align: justify;"> Effettivamente al momento non c'è molta "comprensione" del linguaggio naturale, ma viene piuttosto creata l'illusione della comprensione, attraverso risposte "credibili", anche se non sempre vere. Questa strategia è attualmente la più importante nello sviluppo di dispositivi per OIG.<br />Tale capacità, quella cioè di "agire" intelligentemente, evidenzia una profonda differenza tra le comunicazioni umane ed aritificiali. Normalmente, tendiamo a pensare alle risposte di un computer come rapide, accurate, concise e sempre precise. La comunicazione umana invece è lenta, con errori, spesso ridondante e volte con bugie. Implementando il software proprio in questo secondo modo, si realizza l'illusione di una comunicazione "umana".</p><p style="text-align: justify;"> </p><p style="text-align: justify;"> Bibliografia</p><p style="text-align: justify;"> </p><ul style="text-align: justify;"><li>Loebner, Hugh “Reflections on the Loebner Competition,” DARTMOUTH 2000 </li><li>Sterrett, Susan “Turing’s Two Tests for Intelligence,” DARTMOUTH 2000 </li><li>Turing, Alan M. “Computing Machinery and Intelligence,” MIND vol. LIX, 1950. </li><li>Weizenbaum, Joseph “ELIZA—A Computer Program for the Study of Naturaanguage Communication between Man and Machine,” Communications of the ACM, Vol. 9. No. 1 (January 1966) </li></ul>Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-74180716051202045.post-63232876198023170862011-10-11T14:00:00.002+02:002011-10-11T14:00:08.947+02:00La storia di Catwoman<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaR_DjCuC6Es8Qx4loAncwemoXdj6Hs1P8LKoUjCW4LRUq1K_AcX7TlQYCZKNaVgBaCr7lZOYrauyJZwNx1e3i6lBHkF0aDCjIl0RGQxsPtrhNcNL2bp61k0qwKYWAIXfwrnSGvPKuHiqP/s1600/cat.jpg"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 306px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaR_DjCuC6Es8Qx4loAncwemoXdj6Hs1P8LKoUjCW4LRUq1K_AcX7TlQYCZKNaVgBaCr7lZOYrauyJZwNx1e3i6lBHkF0aDCjIl0RGQxsPtrhNcNL2bp61k0qwKYWAIXfwrnSGvPKuHiqP/s400/cat.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5662177266062527650" border="0" /></a>Visto che la volta scorsa abbiamo parlato di <a href="http://nerdosita.blogspot.com/2011/10/la-storia-di-wonder-woman.html">Wonder Woman</a>, continuiamo a restare in casa DC e diamo un’occhiata a un altro personaggio femminile, che però, a differenza di Diana Prince, occupa una posizione moralmente più ambigua e sfumata nel pantheon della casa editrice statunitense.<br /><br />Personaggio batmaniano fra i più antichi, ideato dagli stessi creatori dell’uomo pipistrello, Bob Kane e Bill Finger (che volevano un contrappeso femminile a Batman), Catwoman divide la propria carriera fra l’essere una ladra dalle grandi capacità e l’aiutare più volte gli eroi DC, il tutto coronato da un rapporto di amore e odio con Bruce Wayne (che in diverse occasioni arriva addirittura a salvare).<br /><br />Come tutti i personaggi nati negli anni '40, soffre di una certa convoluzione arzigogolata della propria storia d’origine, dovuta alle incessanti rinarrazioni modificate del proprio passato da parte di ogni sceneggiatore che l’ha utilizzata, a vario titolo, nelle storie di Batman. Inizialmente Selina Kyle (questo il suo vero nome) pare essere una hostess che ha perso la memoria durante un incidente aereo; poi salta fuori che era tutta una commedia di facciata, e la nuova versione la vuole come una giovane donna divorziata che, nel recuperare i propri gioielli nascosti dal marito fedifrago, scopre il piacere del crimine. Viene quindi rivelato che pure questa era, più o meno, una balla orchestrata dalla stessa Selina; un riaggiornamento del personaggio la rende un’orfana che si unisce a una banda di zingari, dai quali impara tutte le proprie arti criminali. Arriva poi a metà anni 80 quel bel tomo del Frank Miller (autore, fra le altre cose, di 300 e del <a href="http://s3.amazonaws.com/kym-assets/photos/images/original/000/164/882/panel.jpg?1313898464">Goddamn Batman</a>) che la ridipinge come una prostituta, la quale, per liberarsi dal proprio pappone, s’istruisce nelle arti marziali. Questa origine è stata quasi subito modificata (Selina in realtà faceva solo finta di essere una prostituta, per adescare qualche frolloccone e quindi gabbarlo), per arrivare all’attuale versione, quella del reboot avvenuto a inizio settembre di quest’anno, sulla quale però non si sa ancora molto (tranne il fatto che lei e Batman se la spassino fra loro).<br /><br /><span style="font-weight: bold;">Forse non tutti sanno che…</span><br />-Catwoman è stata, fra le altre cose, una gatta mannara (nella stessa storia in cui Batman, per salvare Gotham City da Dracula, <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Batman_%26_Dracula:_Red_Rain">diventa un vampiro</a>) (il tutto avviene ovviamente su di una terra parallela, la Terra 43);<br /><br />-a causa del <a href="http://www.comicartville.com/comicscode.htm">Comics Code Authority</a> (un organismo di auto-censura messo in piedi dagli editori di fumetti negli anni 50, in seguito a una crescente atmosfera di disapprovazione nei confronti del medium da parte dell’opinione pubblica), secondo il quale le donne non potevano essere rappresentate come personaggi di malaffare, Selina letteralmente scompare dai fumetti di Batman dal 1954 al 1966;<br /><br />-Selina ha una sorella che viene spesso usata dai suoi nemici come strumento per tenerla in scacco. Per dirne una: Black Mask (nemico comune a lei e a Batman), per fare uscire Catwoman allo scoperto rapisce questa sorella e le fa mangiare, inconsapevole, gli occhi del proprio marito, accuratamente trapanati in precedenza dal cattivone stesso. La sorella, va da sè, esce di senno (giusto un poco);<br /><br />-la Catwoman di Terra 2 (l’universo parallelo nel quale vivono i personaggi DC degli anni '40) ad un certo punto si redime completamente e sposa Bruce Wayne, con il quale dà alla luce una bambina di nome Helena; recentemente anche sulla Terra 1 pre-reboot Catwoman aveva partorito una bambina di nome Helena, di cui però non si conosceva il padre (anche se Batman pareva comunque molto interessato alle sorti della bimba).gualtierohttp://www.blogger.com/profile/12028917375542337689noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-74180716051202045.post-70477053369814100222011-10-06T14:00:00.001+02:002011-10-06T14:00:03.706+02:00Rappresentazione della conoscenza nei chatbot<div style="text-align: justify;">Con la nascita del Web, i chatbot di cui abbiamo parlato negli scorsi post sono stati usati a fini statistici per studi sul linguaggio naturale.<br />Molti sperimentatori hanno notato che, dato un fissato sito internet, la distribuzione delle richieste dei diversi files presenti non è uniforme. Indicando con x un arbitrario documento e con y il numero degli accessi a quel documento, la distribuzione delle richieste tende nel tempo alla curva y=1/x. Se questa curva viene tracciata su scala logaritmica su entrambi gli assi, è una retta con coefficiente angolare -1, cioè una distribuzione Zipf.<br />Come già accennato in precedenza, la Zipf è anche la distribuzione probabilistica dei linguaggi naturali. Se un linguaggio avesse tutte parole la cui occorrenza nelle frasi è equiprobabile, allora la distribuzione delle parole sarebbe una linea retta orizzontale, in realtà quello che si osserva è che ogni lingua ha parole più probabili e parole meno probabili, e la distribuzione è una Zipf.<br />La comparsa del web nel 1994 ha dato per la prima volta la possibilità di condurre esperimenti di intelligenza artificiale su milioni di clients; i precedenti esperimenti, tra cui anche ELIZA, usavano protocolli come il telnet, ma il web ha dato la possibilità di collezionare dati su una scala precedentemente inimmaginabile.<br />A differenza di ELIZA, scritto interamente il LISP, i progetti della famiglia di A.L.I.C.E. presentano tutti doppie realizzazioni in Java e in C/C++ con queste ultime usate mediante CGI nelle interfacce web. Inoltre tali progetti si avvalgono di un particolare XML realizzato ad hoc, chiamato AIML (Artificial Intelligence Markup Language) con il quale si implementa la personalità dell'entità.<br />Il progetto ILN (Interprete di linguaggio naturale), invece ha attualmente un'implementazione in Java e - per scelta implementativa - non si avvale di nessun XML o linguaggio di scripting di supporto, il progetto infatti intende dimostrare, tra le altre cose, anche la non necessità di nessuna struttura di scripting: tutta la definizione della personalità e della conoscenza dell'entità avviene mediante semplici files di testo.<br />Storicamente, ILN nasce nel marzo 2002 come semplice client telnet, poi nel maggio 2002, al fine di permettere il colloquio con più client in contemporanea, è stata implementata l'interfaccia IRC, attualmente è in fase di sviluppo e test una versione per la chat di Facebook. Anche la caratteristica di poter dialogare cohttp://www.blogger.com/img/blank.gifn più client contemporaneamente è unica, cioè non risulta implementata negli altri progetti come A.L.I.C.E. ed Ella.<br /><br />ELIZA non prevedeva alcuna rappresentazione di conoscenza.<br />Nei sistemi della famiglia di A.L.I.C.E., tutta la conoscenza è inserita mediante AIML. L'unità di base di conoscenza viene chiamata "categoria". Una categoria è una coppia ordinata formata da un input e da un output. Ogni categoria può opzionalmente appartenere ad un "contesto". L'input (che spesso è una domanda) viene detto pattern, o anche stimolo la risposta viene detta template.<br />Non intendiamo addentrarci nei dettagli dell'AIML, rinviando i lettori interessati al <a href="http://www.alicebot.org/documentation/aiml-reference.html">manuale AIML</a>.<br />L'AIML permette di usare due wildcards ("_" e "*") nei pattern, i caratteri sono case insensitive. I template sono le risposte da dare in corrispondenza dei pattern.<br />Il sistema ILN non fa uso di AIML.<br />Durante l'implementazione di ILN, si è preferito organizzare la conoscenza in semplici file ascii, ottenendo alla fine performance consistenti con quelle dei sistemi basati su AIML. L'unica limitazione di ILN rispetto ai sistemi AIML è al momento quello della mancanza di wildcards.<br />La conoscenza in ILN è implementata come segue.<br />Ogni elemento di conoscenza è una coppia ordinata (r,s) dove r è la risposta allo stimolo ed s è lo stimolo stesso. r ed s possono essere formati da tutti i caratteri alfanumerici con la sola limitazione:<br /><br /><div style="text-align: center;">lunghezza(r) + lunghezza(s) < 65535<br /></div><br />A livello implementativo, ogni elemento di conoscenza è scritto su una riga, l'elemento separatore tra stimolo e risposta è la sequenza di caratteri " --- ". Di conseguenza, ogni riga ha la forma:<br /><br /><div style="text-align: center;">risposta allo stimolo --- stimolo<br /></div><br />Possono esistere anche più risposte in corrispondenza di uno stesso stimolo:<br /><br /><div style="text-align: center;">risposta 1 allo stimolo --- stimolo<br /></div><br /><div style="text-align: center;">risposta 2 allo stimolo --- stimolo<br /></div><br /><div style="text-align: center;">...<br /></div><br /><div style="text-align: center;">risposta n allo stimolo --- stimolo<br /></div><br />In tal caso la risposta che verrà effettivamente data durante un dialogo viene selezionata casualmente al momento dell'esecuzione; di conseguenza, sottoponendo due volte lo stesso stimolo, si possono ottenere risposte differenti.<br />Tutti gli elementi di conoscenza sono organizzati in due file. Un primo file, chiamato <span style="font-style: italic;">base</span> viene caricato ad ogni esecuzione di un qualunque ILN, di conseguenza, gli elementi di conoscenza presenti nel file base sono comuni a tutti gli ILN. Un secondo file, il cui nome varia da ILN a ILN, viene caricato al momento dell'esecuzione di una particolare istanza di ILN, di conseguenza, ILN diversi avranno il secondo file diverso. Tale secondo file contiene gli elementi di conoscenza che servono a fissare gusti e personalità di un particolare personaggio realizzato mediante ILN. E' possibile realizzare nuove personalità semplicemente costruendo una nuova istanza di questo secondo file e modificando le risposte ai diversi stimoli.<br />Con l'AIML si implementa la ricorsione mediante un apposito tag. Anche con ILN è possibile la ricorsione all'interno della base di conoscenza.<br />La ricorsione viene usata per molteplici scopi, nel settore dell'intelligenza artificiale, all'interno del sistema ILN viene usata in particolare per:<br /><br /> <span style="font-weight: bold;">Symbolic Reduction</span>: una frase grammaticalmente complessa viene ridotta ad una frase più semplice.<br /> <span style="font-weight: bold;">Mappatura dei sinonimi</span>: per ottenere la stessa risposta ad input che dicono la stessa cosa ma con parole diverse.<br /> <span style="font-weight: bold;">Correzione di errori</span> di ortografia o di digitazione nello stimolo.<br /> Una qualunque combinazione dei tre casi precedenti.<br /><br />La ricorsione viene implementata mediante la sequenza di caratteri "REC" posizionata in testa ad una riga; la sintassi di REC è:<br /><br /><div style="text-align: center;">REC stimolo al quale rivolgersi --- stimolo<br /></div><br />Se c'è una riga del tipo:<br /><br /><div style="text-align: center;">risposta --- stimolo uno<br /></div><br />si può forzare la stessa risposta anche ad un nuovo stimolo inserendo una riga come la seguente:<br /><br /><div style="text-align: center;">REC stimolo uno --- stimolo due<br /></div><br />Il rischio nell'uso della ricorsione è che essa permette di cadere in errori durante la costruzione di una personalità che possono generare dei loop, per cui è necessario fare attenzione ad evitare di inserire righe come le seguenti:<br /><br /><div style="text-align: center;">REC stimolo uno --- stimolo due<br /></div><div style="text-align: center;">REC stimolo due --- stimolo uno<br /></div><br /><span style="font-weight: bold;">Symbolic Reduction</span><br />Per Symbolic reduction si intende il processo di semplificazione di forme grammaticali complesse in forme più semplici. Si tratta di un processo che a livello subconscio viene eseguito costantemente dal cervello umano; per esempio se qualcuno chiede ad una persona "chi è Socrate?" ottiene in generale la stessa risposta all'eventuale domanda: "conosci chi fu Socrate?", questo avviene perchè il nostro cervello effettua una riduzione da un'espressione più complicata ad una più semplice, riconoscendo che si tratta di frasi che presentano gli stessi contenuti. La riduzione simbolica può essere realizzata in un ILN senza lavorare a livello di codice, ma semplicemente inserendo nel file di conoscenza una riga del tipo:<br /><br /><div style="text-align: center;">REC espressione semplice --- espressione complessa<br /></div><br />Nel caso del nostro esempio:<br /><br /><div style="text-align: center;">REC conosci chi fu Socrate --- chi è Socrate<br /></div><br /><div style="text-align: justify; font-weight: bold;">Correzione errori<br /></div>L'errore più comune di chi dialoga con un ILN è il commettere errori di digitazione, cosa frequente in una chat, ad esempio al posto di "ciao" l'utente digita spesso "cia".<br />Un piccolo numero di errori di questo tipo può essere corretto a livello di ricorsione nelle righe di conoscenza, ad esempio:<br /><br /><div style="text-align: center;">REC ciao --- cia<br /></div><br />In certi casi è possibile anche fare in modo che sia l'ILN a correggere l'utente.<br />I sistemi AIML supportano anche un complesso sistema per il calcolo dei predicati unari. Tale meccanismo negli ILN è ancora in fase di analisi e sviluppo.<br /></div>Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-74180716051202045.post-59563302698782274572011-10-04T14:00:00.000+02:002011-10-04T14:00:09.442+02:00La storia di Wonder Woman<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1d4LSZ8DiKx9lMGPQl8B7H6DzoU7aN3_kOoaS4VJEBkAfpaQctCJxAl63X3gcbTyeSqBn8-B_5U8lCiuSBm0yY5iWrEsbUmIOOXzqjKrfMTJP80PMNeVaw-3rvyjHXzUzGla2-06jAmKn/s1600/ww.jpg"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 316px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1d4LSZ8DiKx9lMGPQl8B7H6DzoU7aN3_kOoaS4VJEBkAfpaQctCJxAl63X3gcbTyeSqBn8-B_5U8lCiuSBm0yY5iWrEsbUmIOOXzqjKrfMTJP80PMNeVaw-3rvyjHXzUzGla2-06jAmKn/s400/ww.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5659383575430978370" border="0" /></a>Dopo un paio di post dedicati agli eroi Marvel, torniamo questa settimana in casa DC parlando di Wonder Woman, al secolo Diana Prince (astutissimo gioco onomastico che dovrebbe trasporre il titolo completo del personaggio, Princess Diana of Themyscira, in un nome da comuni mortali).<br /><br />La storia di Wonder Woman, che assieme a Superman e Batman va a comporre una sorta di trinità classica nel pantheon degli eroi DC (dal momento che assieme a questi due è l’unico altro personaggio a poter vantare di essere pubblicato ininterrottamente dall’inizio degli anni ‘40), ha subìto una quantità di modifiche e convoluzioni che nulla ha da invidiare a quella delle sue controparti maschili. Creata nel 1941 dallo psicologo e inventore William Moulton Marston, che la propone da subito come una figura dalle forti connotazioni femministe, Diana è la principessa delle Amazzoni. L’antico popolo greco se ne vive per i fatti propri su Paradise Island (poi ridenominata Themyscira – si tratta di un’isola segreta sulla quale le Amazzoni si sono ritirate dopo essere state sconfitte da Ercole), fino a che, nel bel mezzo della seconda guerra mondiale, Steve Trevor, pilota e agente segreto, vi precipita sopra con il proprio aereo. Diana salva Steve (e ovviamente se ne innamora) e decide di riportarlo negli Stati Uniti, dove potrà dare il proprio contributo per sconfiggere la Germania nazista e, in seguito, salvare diverse volte gli Stati Uniti e il mondo dalla più svariata serie di minacce – non senza assumere una identità segreta, ça va sans dire: la svenevole e affabile crocerossina Diana Price. Da lì in poi è il solito tran tran supereroistico: Diana deve affrontare non solo una schiera di nemici sempre più bizzarri e sempre più dediti al bondage, ma anche gli equivoci e i problemi causati dalla doppia vita, gli struggimenti d’amore per Steve (che muore e viene resuscitato almeno un paio di volte), la perdita dei poteri (compensati da un tenace addestramento nelle arti marziali), la comparsa, a vario titolo, di tutti gli dei greci, e, negli ultimi anni, le Amazzoni stesse, che decidono di portar guerra al resto del mondo.<br /><br /><span style="font-weight: bold;">Forse non tutti sanno che…</span><br />-William Moulton Marston è considerato l’inventore del poligrafo (la macchina della verità). Non solo: acceso femminista, viveva assieme alla moglie Elizabeth Holloway e a tale Olive Byrne in una relazione poliamorosa reciprocamente consensuale.<br /><br />-negli anni ‘60 Diana, sull’esempio di Batman, prende sotto la propria protezione un’orfanella, Donna Troy, e la dota dei poteri delle Amazzoni. Donna è stata, fino a qualche tempo fa, l’unico personaggio DC a essere cosciente della Crisi sulle Terre Infinite di metà anni 80 (un mega-evento narrativo-editoriale con il quale si decise di fare pulizia nelle infinite trame che si erano accumulate nel corso degli anni, distruggendo tutti gli universi paralleli creati nel tempo e lasciandone solo uno principale) (ironia della sorte, questa decisione fu poi rivista, tanto che prima del recente reboot di inizio settembre di quest’anno si era tornati a contare l’esistenza di almeno 52 universi paralleli).<br /><br />-fra le armi usate dalle Amazzoni, nel loro tentativo di invasione del resto della Terra ci sono state… le api.<br /><br />-il maestro di arti marziali cinese che ha aiutato Diana nel periodo in cui aveva perso i poteri, si chiama I-Ching. Una roba che neanche Philip K. Dick.<br /><br />-dicevo del bondage: nei primi vent’anni di carriera, una volta su due Diana finisce prima o poi legata come un salame per terra, o a un palo, o a qualche razzo.<br /><br />-l’arma preferita di Wonder Woman è il lazo della verità, una corda indistruttibile che costringe a dire la verità chiunque ne sia imprigionato (aridaje col bondage). L’unico essere che è stato in grado di spezzarlo è stato Bizarro, un clone inverso di Superman.gualtierohttp://www.blogger.com/profile/12028917375542337689noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-74180716051202045.post-32807129446473160182011-09-29T14:00:00.001+02:002011-09-29T14:00:07.836+02:00Il premio Loebner<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-m84hgilWtkc/ToNVSvrCd4I/AAAAAAAAAHo/AnDoE51nV7w/s1600/GoldPrizeAMT.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="194" src="http://3.bp.blogspot.com/-m84hgilWtkc/ToNVSvrCd4I/AAAAAAAAAHo/AnDoE51nV7w/s320/GoldPrizeAMT.jpg" width="320" /></a></div>
<a href="http://www.loebner.net/index.html" target="_blank">Hugh Loebner</a> oltre ad essere un noto sociologo, è anche uno dei più controversi personaggi della cultura americana contemporanea, a causa della sua eccentricità e delle sue opinioni politiche controcorrente e senza dubbio originali. Nel 1990 il Dott. Loebner ha acconsentito a sponsorizzare una gara annuale tra programmi ed umani, basata sul Test di Turing. La gara premia con medaglie, e finanzia ulteriori sviluppi, i programmi "più umani".<br />
Fin dalla sua istituzione, il premio è stato una vera calamita di controversie e polemiche, come tra l'altro tutte le attività organizzate da Loebner. Una delle dispute principali è stata circa la decisione di Loebner di assegnare la medaglia d'oro ed un premio di 100.000 dollari al primo programma che supererà un Test di Turing "audio-visuale". Fino ad ora nessuno è riuscito a vincere, e visto lo stadio attuale della tecnologia, non è previsto che nessuno ci riesca nel prossimo futuro.<br />
Le medaglie d'ergento e di bronzo sono basate invce sullo Standard Turing Test (STT) di cui si è parlato nei precedenti post. Partecipano otto programmi e due umani. Un gruppo di 10 giudici ruota su tutti e 10 terminali chattando 15 minuti con ciascuno, senza sapere a quali terminali sono collegati i due umani e a quali gli otto programmi. Dopodichè ogni giudice assegna un punteggio al "quanto sia umana" l'entità con la quale ha comunicato. Nel 2000 il premio (medaglia d'argento) è andato ad A.L.I.C.E., nel 2001 ad Anna, un'evoluzione di A.L.I.C.E., nel 2002 ad <a href="http://www.ellaz.com/AIV/" target="_blank">Ella</a> un progetto in sviluppo da parte di Kevin Copple che vuole andare in direzione di un Test di Turing audio visuale.<br />
La medaglia di bronzo viene assegnata al programma che totalizza più punti, se i due umani presenti totalizzano punteggi maggiori dei programmi. L'importanza della medaglia d'argento sta nel fatto che essa viene assegnata al programma che totalizza più punti di almeno un umano.<br />
<br />
Per approfondire, c'è la voce Wikipedia di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/A.L.I.C.E." target="_blank">A.L.I.C.E.</a>, che ancora oggi è ritenuto il miglior chatterbot in termini di assomiglianza al comportamento di un umano.<br />
Interessante è anche la pagina web del <a href="http://www.loebner.net/Prizef/loebner-prize.html" target="_blank">Premio Loebner</a>.<br />
<br />
Alessandro IacuelliUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-74180716051202045.post-32445133038698042242011-09-27T14:00:00.007+02:002011-09-27T14:53:21.084+02:00La storia di Capitan America<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgb2aZOaFAvjrO2oDTaZugZyCzjym-vtutJB3gX9z3-H4AS_idS_5qLcw9pveYsCpCLLRk8oGNxxJ-bAJILXqf_iyP1rhmY1TYjuhA0QQ6Y6RHfqOV9bZWRcAYR8DRNmdZw1Yijyi3UokmV/s1600/cap.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 286px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgb2aZOaFAvjrO2oDTaZugZyCzjym-vtutJB3gX9z3-H4AS_idS_5qLcw9pveYsCpCLLRk8oGNxxJ-bAJILXqf_iyP1rhmY1TYjuhA0QQ6Y6RHfqOV9bZWRcAYR8DRNmdZw1Yijyi3UokmV/s400/cap.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5657021560105196978" /></a>Vita (lunga), morte (multipla) e miracoli (a iosa) di Steve Rogers, figlio di immigrati irlandesi e incarnazione ipermuscolare del sogno ammeregano.<br /><br />Un paio di settimane or sono <a href="http://nerdosita.blogspot.com/2011/09/la-storia-di-lanterna-verde.html">abbiamo visto</a> come, in alcuni casi, nell’universo DC per svecchiare i personaggi e tenerli al passo con i tempi, le storie pubblicate negli anni 40 siano considerate appartenenti a un universo parallelo rispetto alle storie, sempre degli stessi super-eroi, pubblicate dagli anni 60 in avanti. Nell’universo Marvel questo non accade: vi sono sì più universi coesistenti, ma l’universo principale, la Terra 616, è, fin dagli anni 40, sempre la stessa. È così che Steve Rogers, alias Capitan America, è un veterano della seconda guerra mondiale ancora vivo e pimpante nelle storie di oggi – questo grazie sia a una trovata che illustrerò più avanti, sia alla tanto famigerata floating timeline (alcuni la chiamano anche sliding timescale) utilizzata negli uffici della Marvel.<br /><br />Tale linea temporale a scorrimento, giusto per darle un zoppicante corrispettivo italiano, è una trovata narrativa che, nelle intenzioni della casa editrice, dovrebbe spiegare perché dei personaggi che sono in giro dal 1960 non sono invecchiati, ad oggi, al massimo che di una manciata di anni. Tutte le storie di Terra 616, infatti, sono ambientate in un generico presente storico all’interno del quale ogni riferimento al passato deve essere inteso non in senso letterale, ma deve essere appunto fatto scorrere per farlo coincidere con la supposta età che il personaggio ha durante la storia che si sta leggendo. In parole più chiare, se in una storia dell’Uomo Ragno parte un flashback riferito a “cinque anni fa”, non si deve pensare che il flashback sia ambientato nel 2006, ma cinque anni prima nella vita dell’Uomo Ragno (il che, editorialmente parlando, può significare che il flashback riguarda storie pubblicate trent’anni fa). Questo, unito a una serie di ulteriori accorgimenti (come il fatto di aggiornare continuamente gli scenari in cui alcuni punti fissi del passato dei personaggi avvengono)<a href="#[a]">[a]</a>, <a name="[↩]"></a>costituisce l’ossatura temporale dell’universo Marvel, e se da una parte ha il pregio di poter far gestire a più mani e al contempo di mantenere in un certo senso integri dei personaggi di gran successo, dall’altra ha il tremendo difetto di cristallizzare i personaggi in gabbie via via sempre più forti e irreali, andando quasi sempre ad annullare l’importanza di eventi che, si suppone, dovrebbero portare a importanti sviluppi nelle storie e nelle psicologie dei personaggi stessi.<br /><br />Pubblicato per la prima volta nel 1941 dalla Timely Comics (la prima incarnazione editoriale della Marvel), e scaturito dall’immaginazione e dalle matite di Joe Simon e Jack Kirby, Steve Rogers/Capitan America è inizialmente un giovanotto che unisce un fisico esile e gracile a un profondo senso della patria, e che vorrebbe dare a tutti i costi una mano nello sconfiggere le infernali armate del Terzo Reich. Scartato alla visita di leva, accetta di sottoporsi a un esperimento militare per sviluppare le proprie capacità fisiche – esperimento che si rivelerà un completo successo, donando a Steve un corpo dalle capacità fisiche perfette, ma che, a causa dell’assassinio da parte di una spia nazista dello scienziato che aveva memorizzato l’esperimento senza trascriverlo, non sarà replicato su nessun altro essere umano. Usato prima come arma di propaganda e poi come testa d’ariete sul campo di battaglia dall’esercito americano, Capitan America finisce ibernato in un pezzo di ghiaccio al Polo Nord, in seguito al tentativo di disinnescare un razzo tedesco diretto verso gli Stati Uniti. Dato per disperso, viene ritrovato e risvegliato dopo vent’anni<a href="#[b]">[b]</a> da alcuni <a name="[↩]"></a>super-eroi nel frattempo comparsi nell’universo Marvel, i Vendicatori (ovvero Iron Man, Thor, Ant Man e Wasp), gruppo nel quale entra a far parte assumendone poi le vesti di leader. Seguono avventure più o meno bizzarre, vari cambi di identità e costumi, e una classica morte <a name="[↩]"></a>con rinascita<a href="#[c]">[c]</a>.<br /><br />Icona patriottica e di gran successo commerciale, Capitan America è stato spesso utilizzato, nelle sue storie migliori, come elemento tramite il quale esprimere una inaspettata critica sociale e politica, anche con riferimenti storici precisi (come ad esempio il Watergate), e che trovava la sua ragion d’essere proprio nello status del personaggio (una sorta di <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Nixon_in_China_%28phrase%29">Nixon in Cina</a> fumettistico).<br /><span style="font-weight:bold;"><br />Forse non tutti sanno che…</span><br /><br />-lo scudo di Capitan America gli è stato consegnato direttamente da Franklin Delano Roosevelt.<br /><br />-per un certo periodo Steve Rogers ha smesso i panni di Capitan America per indossare quelli di Nomad. Peccato che, indossando il costume di Nomad, gli sia capitato di inciampare nel suo stesso mantello.<br /><br />-nelle varie ri-narrazioni dell’esperimento iniziale per donargli un corpo perfetto, a volte Steve beve un preparato miracoloso, a volte gli viene iniettato un siero segreto (detto siero del super-soldato), a volte viene irradiato con dei non meglio precisati vita rays – a volte, infine, si becca tutti e tre i trattamenti assieme (ah, la cara, vecchia sperimentazione scientifica in tempo di guerra!).<br /><br />-sempre per quanto riguarda lo scudo, il materiale di cui è composto è il vibranium, una particolare lega metallica che non viene scalfita neppure dagli artigli d’adamantio di Wolverine.<br /><br />-Capitan America e Wolverine si sono incontrati più volte durante la Seconda Guerra Mondiale (Wolverine era arruolato nell’esercito canadese); anche Nick Fury è stato commilitone di Capitan America.<br /><br />-il primo Capitan America è stato un afro-americano, Isaiah Bradley (si tratta di un particolare aggiunto di recente, all’interno di una storia nella quale si narra di come i primi esperimenti con il siero del super-soldato fossero stati condotti su soldati afro-americani).<br /><br /><a name="[a]">[a]</a>Prendiamo ad esempio Tony Stark, il quale, a leggersi tutti i numeri delle testate a lui dedicate, costruisce la prima armatura del suo Iron Man durante la guerra del Vietnam; quindi, passati un po’ di anni e non potendo più far collimare l’età di Stark e la sua presenza in Vietnam, si decide che l’armatura di Iron Man è stata costruita durante la prima guerra del Golfo, e, ultimamente, durante il conflitto in Afghanistan (il doppio inghippo dell’universo Marvel, come avrete già capito, è che c’è sì questa sliding timescale, ma molti eventi del mondo reale fanno parte del mondo narrativo, e vengono continuamente citati, ingenerando una serie di complicazioni e di paradossi mica da ridere).<a href="#[↩]">[↩]</a><br /><br /><a name="[b]">[b]</a>vent’anni quasi effettivi: la pubblicazione della testata a lui dedicata si era infatti conclusa sul finire degli anni 40, e la sua successiva ricomparsa risale al numero 4 dei Vendicatori del 1964.<a href="#[↩]">[↩]</a><br /><br /><a name="[c]">[c]</a>entrambi eventi molto recenti (nel 2007 la morte, alla fine dell’evento <span style="font-style:italic;">Civil War</span> nel quale tutti i personaggi Marvel si erano divisi fra Iron Man, che appoggiava una legge per l’identificazione e la registrazione statale obbligatoria di tutti gli essere umani dotati di super-poteri, e Capitan America, che invece si opponeva a tale legislazione; nel 2010 la rinascita, dopo una tortuosa serie di viaggi nel tempo, dislocazioni temporali, clonazioni, sostituzioni mentali e compagnia briscola) (il solito, insomma).<a href="#[↩]">[↩]</a>gualtierohttp://www.blogger.com/profile/12028917375542337689noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-74180716051202045.post-31983824950781008812011-09-22T17:00:00.000+02:002011-09-22T17:00:05.531+02:00Dal Robot Professore ai PNAMBICFocalizziamo l'attenzione non sul professore che effettua una lezione
senza interruzioni, processo che può essere completamente automatizzato e
che pertanto non richiede alcuna forma di intelligenza, quanto
piuttosto sul professore che risponde alle domande poste dagli studenti,
attività che invece richiede interazione.<br />
Fino a poco tempo fa, in base ad alcuni studi statistici, si reputava
che la distribuzione probabilistica delle domande seguisse una
distribuzione di probabilità o una <a href="http://www.ds.unifi.it/VL/VL_IT/special/special12.html">distribuzione di Pareto</a> . Solo di recente è stato matematicamente dimostrato che invece anche tale distribuzione è una <a href="http://www.nslij-genetics.org/wli/zipf/index.html">Zipf</a>,
cosa che suggerisce di nuovo una strategia precisa per la realizzazione
di un programma in grado di rispondere alle domande degli studenti
riguardo una lezione o un corso.<br />
<br />
La domanda più comune è naturalmente universale: "Questo argomento sarà nel compito?", domanda che ovviamente tralasciamo.<br />
Il
compito del professore è quello di memorizzare le risposte a tutte le
domande più frequenti, essere in pratica un FAQ-robot, e ricondurre ogni
domanda ambigua ad una già nota. Nel raro caso in cui non ha risposta,
il professore fornisce una risposta di default che indica che ha
comunque capito la domanda, e fornirà una risposta a tempo debito. Nei
programmi di questo tipo realizzati, la classica risposta di default
era: "That is not my area of expertise".<br />
<br />
Una ulteriore diminuzione della ricerca nel settore
dell'intelligenza artificiale è avvenuta con il termine della guerra
fredda, quando governi ed aziende hanno ridotto i fondi stanziati per
tale tipo di tecnologia. Quello che era considerato un settore
promettente, si è trovato ad affrontare una specie di selezione
darwiniana causa diminuzione di risorse. Il pregio di quanto avvenuto è
stato l'avvento della ricerca nel settore del "robot minimalism", una
filosofia di progettazione basata su parti a basso costo, computer di
basse prestazioni, comunicazioni a banda stretta ed una generale
semplicità di design. E' stato il momento in cui è stato possibile far
girare progetti di intelligenza artificiale anche su personal computer.<br />
Verso la metà degli anni '90 anche il "robot minimalism" è passato di
moda, ma si rileva come abbia comunque avuto una grossa influenza sullo
sviluppo di A.L.I.C.E.<br />
Infatti A.L.I.C.E. (ed anche un robot
successivo chiamato Anna) non usa tecniche avanzate di intelligenza
artificiale: non presenta reti neurali, nessuna rappresentazione della
conoscenza, nessuna deep search, nessun algoritmo genetico.<br />
Gli stessi sviluppatori di A.L.I.C.E. hanno scoperto l'esistenza di una
teoria circolante in alcuni ambienti accademici legati all'intelligenza
artificiale, chiamata Case-Based Reasoning (CBR), che assomiglia molto
da vicino alla struttura stimolo-risposta di A.L.I.C.E. Ma arriviamoci
per gradi, poichè si tratta di tecniche della famiglia dei <i>Pnambic</i><br />
<br />
<br />
<i>"PNAMBIC—(acronym) Pay No Attention to that Man Behind
the Curtain [from The Wizard of Oz]. Denoting any supposedly fully
automated system that in fact requires human intervention to achieve the
desired result." — New Hacker’s Dictionary</i><br />
<br />
PNAMBIC è il nome del primo prototipo di A.L.I.C.E., in omaggio ai
trucchi ed ai piccoli imbrogli che hanno fatto la storia
dell'intelligenza artificiale, ma la macchina che forniva hosting si
chiamava Alice, per merito di un dimenticato amministratore di sistema,
per cui gli utenti iniziarono a chiamare "Alice" il software. Solo a
quel punto fu forzatamente coniato l'acronimo A.L.I.C.E.: Artificial
Linguistic Internet Computer Entity. Quindi A.L.I.C.E. è la prima
tecnologia di intelligenza artificiale ad abbracciare apertamente questa
tradizione di trucchi.<br />
La tradizione risale al XVIII secolo, in particolare al barone <a href="http://www.who2.com/wolfgangvonkempelen.html">von Kempelen</a> ed alla sua macchina in grado di giocare a scacchi chiamata "il turco".<br />
Questo celebre dispositivo mostrava di giocare a scacchi in modo decente
contro ogni avversario umano, battendo anche personaggi all'epoca
famosi come l'imperatrice di Russia e lo stesso Napoleone Bonaparte.
Kempelen usò un trucco classico da prestigiatore: il turco aveva alla
base due sportelli, con dentro i meccanismi che gli consentivano di
muovere i pezzi. Dopo la performance della sua macchina Kempelen apriva
uno sportello, poi lo richiudeva, e solo allora apriva il secondo, dando
il tempo di saltellare dall'altro lato al nano polacco campione di
scacchi che era in realtà nascosto dentro la macchina.<br />
<br />
Nel 1984, un libro di fantasia e di poesie, scritto interamente secondo l'editore da un software di I.A. chiamato <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Racter">RACTER</a>,
causò minori sensazionalismi al momento della sua pubblicazione e passò
quasi completamente inosservato. Solo nel 1993 Barger dimostrò come si
trattasse di una presa in giro.<br />
Il seguente esempio mostra il livello delle storie scritte da RACTER:<br />
"Bill
sings to Sarah, Sarah sings to Bill. Perhaps they will do other
dangerous things together. They may eat lamb or stroke each other. They
may chant of their difficulties and their happiness. They have love but
they also have typewriters. That is interesting."<br />
RACTER è un PNAMBIC perchè ottiene questi risultati solo con un considerevole intervento umano.<br />
<br />
Secondo
una leggenda metropolitana dell'I.A., che non sembra essere
documentata, un famoso ricercatore in linguistica si ritrovò molto in
imbarazzo durante una sua conferenza in Texas, durante la quale un robot
iniziò a rispondere alla successiva domanda che lui stava per fare, e
senza sbagliare, tra l'altro. In realtà il ricercatore aveva a che fare
con un PNAMBIC.<br />
Proprio per contrastare la diffusione dei PNAMBIC, e per evitare la
confusione che si trattasse di esperimenti scientifici, nel 1991 fu
organizzato a boston il Premio Loebner, il primo Test di Turing reale.<br />
In
tale occasione nessuno dei programmi in competizione si è avvicinato
lontanamente alle performance umane, basta pensare che il dispositivo
che ha ottenuto un più elevato punteggio è stato proprio ELIZA, lo
psichiatra di cui si è parlato qualche post fa.<span class="Apple-style-span" style="color: #888888;"><br /></span><br />
<br />
AlessandroUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-74180716051202045.post-17057335861665128762011-09-20T14:00:00.000+02:002011-09-20T14:00:11.993+02:00La storia degli X-Men<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmNeoALpGHrF4BZR9xc5_lCsNsQJha7oH7Ed-NFZ-o2zrXKOQB5jc3W5zcRib0ayzQigeIYr1aDzof3mrPrnN_fRkwVIGqz-SiuDcd7QbtW6dsJjlIlhMgSdhpRmC4oBo3FFkZW0Lbgc5A/s1600/xmen.jpg"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 272px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmNeoALpGHrF4BZR9xc5_lCsNsQJha7oH7Ed-NFZ-o2zrXKOQB5jc3W5zcRib0ayzQigeIYr1aDzof3mrPrnN_fRkwVIGqz-SiuDcd7QbtW6dsJjlIlhMgSdhpRmC4oBo3FFkZW0Lbgc5A/s400/xmen.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5654361439858720434" border="0" /></a>Le <a href="http://nerdosita.blogspot.com/2011/09/la-storia-di-lanterna-verde.html">volte</a> <a href="http://nerdosita.blogspot.com/2011/09/la-storia-di-thor.html">scorse</a> abbiamo brevemente parlato di come gli universi narrativi Marvel e DC siano dei contenitori nei quali le storie dei personaggi sono continuamente ri-narrate o modificate retroattivamente. Questa volta diamo una breve occhiata ad un’altra caratteristica fondamentale dei super-eroi Marvel: ovvero la distinzione fra superpoteri innati e acquisiti. <p class="MsoNormal">Gran parte dei personaggi Marvel, infatti, sono persone tutto sommato normali o verosimili che si ritrovano casualmente fra le mani poteri e capacità ben superiori a quelle di chiunque altro. Per fare qualche esempio: Peter Parker è un nerd che diventa Spiderman dopo il morso di un ragno radioattivo; Bruce Banner è uno scienziato che si trasforma in Hulk dopo essersi beccato una bomba gamma in faccia; Steve Rogers è un lungagnone esile e dinoccolato, che solo dopo una botta di supersiero e raggi non meglio specificati diventa quel gran tocco di Capitan America.</p> <p class="MsoNormal">Gli X-Men (il cui primo numero uscì nel 1963, e furono frutto della fertilissima collaborazione fra Stan Lee e Jack Kirby) no: tutti i personaggi raccolti sotto questo titolo sono esseri umani che possiedono uno speciale gene mutante, il gene X appunto, che dona loro sia uno statuto genetico differente, sia dei superpoteri innati. È grazie a questo escamotage, tra l’altro, che la Marvel introdusse nella propria produzione temi quali l’odio razziale, la discriminazione e la tolleranza.</p> <p class="MsoNormal">Il nucleo essenziale degli X-Men è rappresentato da Charles Xavier, mutante egli stesso e fra i primi ad accorgersi dell’esistenza del gene X, che decide di fondare un istituto presso il quale accogliere e addestrare nel miglior modo possibile (leggi: combattere il Male) tutti i mutanti della Terra. Viene in questo ostacolato da Max Eisenhardt, alias Eric Lensherr, alias Magneto, amico/nemico di lunga data, e da tutta una serie di stramboidi, a volte mutanti, a volte alieni, a volte robot, che vogliono spazzare via la razza umana.</p> <p class="MsoNormal">Data la natura corale del titolo, negli anni si sono via via aggiunte e avvicendate caterve di personaggi e sceneggiatori, con conseguente avviluppamento selvaggio di storie, intrecci, modifiche e buchi narrativi. Il successo, e la relativa fama, si devono soprattutto all’opera di Chris Claremont, robusto narratore dal forte taglio psicologico che, grazie a un lungo periodo come unico sceneggiatore del titolo durante gli anni 80, riuscì a dare forma e sostanza ben precise agli X-Men (tutte le trasposizioni su pellicola dei mutanti, infatti, si basano in larga parte sul materiale prodotto da Claremont).</p> <p style="font-weight: bold;" class="MsoNormal">Forse non tutti sanno che...</p> <p class="MsoNormal">-Charles Xavier ha ucciso la propria sorella gemella ancora nell’utero. Poi questa si è rifatta viva abbastanza incazzata (comprensibile, no?). Poi si è scoperto che in realtà la tizia non era una sorella gemella, ma una sorta di entità astrale che si era configurata biologicamente come doppio malvagio di Xavier (ecco, magari questo è un po’ meno comprensibile).</p> <p class="MsoNormal">-i poteri involontariamente combinati di Xavier e Magneto hanno dato vita, a metà degli anni 90, a Onslaught, un supercattivo che ha sterminato quasi tutti i super-eroi Marvel (si è poi scoperto che questi erano stati tratti in salvo dal figlio di Reed Richards (sì, l’Uomo che si Allunga a Piacere dei Fantastici 4) che li aveva messi al sicuro per circa un anno in un pocket universe (una sorta di sub-dimensione contenuta all’interno del mondo narrativo principale)).</p> <p class="MsoNormal">-Scott Summers (Ciclope) ha un figlio che è più vecchio di lui, Nathan Christopher Charles Summers (Cable per gli amici), a causa di una convoluta serie di viaggi fra il presente e il futuro che entrambi hanno compiuto, in barba ad ogni possibile paradosso temporale. Senza contare che la madre di Cable è un clone di Jean Grey (Fenice) poi tramutatasi in una sorta di regina demoniaca (non gliene va dritta una, a Ciclope).</p> <p class="MsoNormal">-Kitty Pryde (Sprite, o anche Shadowcat) ha trascorso diversi anni dispersa nello spazio profondo, fusa ad un proiettile gigantesco con il quale una razza aliena aveva cercato di distruggere la Terra.</p> <p class="MsoNormal">-Wolverine fa parte di un progetto militare supersegreto denominato Weapon X (dove la X sta per il numero romano 10), istituito per portare a un limite estremo le capacità fisiche e combattive di un determinato soggetto cavia (nel suo caso, Wolverine è stato dotato di uno scheletro in adamantio, uno dei metalli più duri dell’universo Marvel). In totale ci sono 16 progetti di questo tipo, e la Weapon I altri non è che Capitan America.</p>gualtierohttp://www.blogger.com/profile/12028917375542337689noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-74180716051202045.post-15393941952315209512011-09-15T14:00:00.003+02:002011-09-15T14:00:08.102+02:00Il robot politico<ul style="font-style: italic; text-align: justify;">
<li>Client: Do you think President Clinton should be impeached? </li>
Robot: It depends what you mean by “thinking.” </ul>
<div style="text-align: justify;">
I politici, almeno quelli presenti nella nostra società, non sembrano mai dare risposte dirette ad una domanda. Se un giornalista pone una domanda specifica, il politico risponde con qualcosa di precedentemente memorizzato, che è vagamente collegato alla domanda, ma non necessariamente la risposta precisa. Se gli si chiede della scuola, ad esempio, il politico replica con qualche frase riferita alla politica riguardante la scuola decisa dal suo partito di appartenenza, la sua risposta è controllata solo dall'aver rilevato la parola chiave "scuola" nella domanda. In definitiva, per parlare da politico non è richiesta nessuna attivita creativa o di pensiero spontaneo.<br />
Alla luce di queste ovvie considerazioni, molti sviluppatori si sono dedicati nei decenni scorsi allo sviluppo di robot "politici", che in presenza di determinate parole chiave generano risposte di default che simulano una "comprensione" della domanda, senza offendere nessuno.<br />
Questo aspetto, che è stato chiamato un po' umoristicamente "aspetto democratico", è stato integrato e sfruttato in pieno nel sistema A.L.I.C.E. e successivi.<br />
Nato dalla frustrazione riguardante l'apatia del pubblico nei confronti dei tentativi esistenti di costruire intelligenza artificiale, A.L.I.C.E. è un sistema progettato per rispondere a delle domande, che è poi la cosa principale che ci si aspetta dall'intelligenza artificiale. I progettisti hanno ipotizzato (correttamente) che le domande poste dalle persone al robot sono probabilisticamente distribuite secondo una distribuzione <a href="http://linkage.rockefeller.edu/wli/zipf/">Zipf</a>. Il fatto che appaia una distribuzione Zipf delle domande, conduce ad una strategia molto naturale per la soluzione del problema: la scrittura delle risposte alle domande più frequenti.<br />
Una conversazione del primo prototipo di A.L.I.C.E. inizia selezionando a caso una "linea di dialogo", un argomento da seguire. E' stato possibile misurare la lunghezza media di un dialogo inziato con ogni specifica linea. I risultati degli esperimenti hanno mostrato che il dialogo medio più lungo è quello che ha come linea inziale "What is your favorite movie?" Quelli invece con lunghezza più bassa, corrispondente cioè e dialoghi di lunghezza media nulla o comunque brevissima, sono quelli che iniziano con "What do you think caused World War I?" e con "Are you a man or a woman?", il che è molto ironico, poichè quest'ultima frase è quella con cui inizia la maggior parte dei discorsi in una normale sessione chat umana.<br />
A dispetto dell'evidente semplicità di questo approccio, tra l'altro ereditato da ELIZA, per molti anni il pregiudizio prevalente nel mondo accademico è stato il considerare ELIZA e tutti i suoi derivati come un "giocattolo", e quindi troppo semplice per formare la base scientifica per un sistema di riconoscimento del linguaggio naturale.<br />
Un'intera scuola di pensiero, tra gli anni '70 e gli anni '80 ha sostenuto un approccio basato su un dominio limitato di argomenti, in cui il sistema può conversare solo di un argomento. Oltre al robot politico sono stati costruiti robot che parlano di rocce lunari, di edilizia o di Star Trek. Una seconda scuola ha invece favorito lo sviluppo di riconoscimento di sole frasi di senso comune, pensando che questo fosse necessario per la comprensione del linguaggio quotidiano. Infine, una terza scuola ha sperimentato la costruzione di qualcosa di simile ad una macchina generale in grado di imparare, come la GLM (General Learning Machine) ipotizzata da Turing, in grado di apprendere il linguaggio come farebbe un bambino.<br />
E' stata proprio questa scuola di ricerca, guidata dal Dr. Richard S. Wallace, ad aver prodotto una nuova generazione di macchine, egregiamente rappresentata da Anna e A.L.I.C.E., in grado di far buona figura nell'OIG di Turing.<br />
Tali macchine ereditano non solo le caratteristiche di ELIZA, ma anche quelle del robot politico.</div>
<div style="text-align: justify;">
Gli esperimenti condotti con A.L.I.C.E. dai suoi stessi sviluppatori, mostrano che in generale una conversazione è "priva di stato" (stateless), cioè dipende solo dalla domanda corrente e non c'è alcuna necessità di conoscere tutta la parte di conversazione precedente per poter generare la risposta. Infatti, nelle conversazioni umane si ha spesso l'impressione di avere la risposta "sulla punta della lingua" ancora prima che l'interlocutore abbia completato la propria frase. Solo occasionalmente un dialogo richiede una memoria di livello superiore, che tenga conto di una parte delle cose già dette. Questa caratteristica è stata implementata in A.L.I.C.E.</div>
<div style="text-align: justify;">
Alessandro Iacuelli</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-74180716051202045.post-63098331708726609412011-09-13T10:00:00.007+02:002011-09-13T10:22:25.122+02:00La storia di Lanterna Verde<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQTiKgYUTLwyaz-1BbjcI1iApiVRUtDTwU6OZ1zwnYQEQm1KBOi8xvxrt-pQ_zFNOfogg5SfTjtW02jvjr0ysocF6z01A0d-PGzAOA_DOi4oWV74mkhIIRXj_EP6L2yMRw2GEJQ2rZFV0m/s1600/hal-jordan.jpg"><img alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5651447903085482002" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQTiKgYUTLwyaz-1BbjcI1iApiVRUtDTwU6OZ1zwnYQEQm1KBOi8xvxrt-pQ_zFNOfogg5SfTjtW02jvjr0ysocF6z01A0d-PGzAOA_DOi4oWV74mkhIIRXj_EP6L2yMRw2GEJQ2rZFV0m/s400/hal-jordan.jpg" style="cursor: pointer; float: left; height: 400px; margin: 0pt 10px 10px 0pt; width: 308px;" border="0" /></a><span style="font-family:arial;">Così come per la Marvel, anche per la DC Comics vale il discorso sugli universi paralleli accennato </span><a href="http://nerdosita.blogspot.com/2011/09/la-storia-di-thor.html" style="font-family: arial;">la scorsa volta</a><span style="font-family:arial;"> – ovvero: il continuum narrativo dell’universo editoriale gestito dalla DC è un insieme composto da un numero variabile di mondi paralleli, ognuno corrispondente o a delle versioni alternative dei personaggi di cui solitamente vengono mostrate le storie, o a dei super-eroi acquistati da altre cade editrici, oppure a delle antiche versioni, risalenti agli anni 40, degli stessi personaggi DC (il Superman degli anni 40, per fare un esempio, non è lo stesso Superman che si vede nei fumetti degli anni 60 – ai tempi, pur non essendo mai stata interrotta la pubblicazione della testata, si decise di svecchiare il personaggio facendo finta che non fossero mai accadute, o fossero accadute in maniera differente, quasi tutte le storie dei precedenti 15/20 anni – operazione ripetuta poi più volte sia con lo stesso Superman, sia con altri personaggi, in maniera a volte palese, <a name="[↩]"></a>a volte occulta<a href="#[1]">[1]</a>).</span><br /><br /><span style="font-family:arial;">Per quanto riguarda Lanterna Verde la premessa essenziale è che tale nome non è l’alias di un personaggio particolare, quanto un titolo che viene assegnato a chi entra a far parte delle Lanterne Verdi, un corpo di polizia interstellare il cui compito è quello di combattere il male in ogni sua forma e di mantenere l’ordine nell’universo. Tale corpo di polizia è stato istituito sul pianeta Oa (pianeta situato nel centro geografico dell’universo) dagli abitanti stessi del pianeta, autoproclamatisi i Guardiani dell’Universo (dei nanetti blu terribilmente potenti e terribilmente stronzi, come è facile immaginare) – tutto questo per porre rimedio a un fatale errore commesso da uno scienziato di Oa, il quale, per smania di osservare direttamente la creazione dell’universo con un macchinario di distorsione spazio-temporale, ha causato la disintegrazione dell’originario, unico universo in una miriade di dimensioni parallele (le stesse che poi costituiscono l’intera realtà <a name="[↩]"></a>editoriale DC<a href="#[2]">[2]</a>).</span><br /><br /><span style="font-family:arial;">In dotazione le Lanterne Verdi hanno, sorpresa!, una lanterna verde e un anello da indossare: la lanterna serve da batteria di ricarica per l’anello, il quale è uno strumento tecnologico dai poteri immensi, limitato nelle sue funzioni solo dall’immaginazione e dalla forza di volontà del possessore (e, per un lungo periodo, anche dal colore giallo) (c’è ovviamente una giustificazione narrativa anche per questo, <a name="[↩]"></a>che vi credevate?<a href="#[3]">[3]</a>).</span><br /><br /><span style="font-family:arial;">Editorialmente parlando, la prima Lanterna Verde, creata da Bill Finger e Martin Nodell, è Alan Scott, un ferroviere ammeregano che, dopo aver trovato una strana lanterna verde, la usa per forgiarsi un anello dai poteri straordinari (verrà poi spiegato, con una modifica retroattiva effettuata negli anni 60, che tale lanterna era stata spedita sulla Terra dai Guardiani dell’Universo, ma era stata poi data per persa e abbandonata al proprio destino). Dopo qualche anno la pubblicazione viene interrotta, per essere ripresa nel 1959 su decisione dell’allora editor DC Julius Schwartz, il quale assegna il compito di ripensare il personaggio a John Broome e Gil Kane. Il duo se ne esce con la storia di una Lanterna Verde, Abin Sur, che si schianta sulla Terra, e in fin di vita dona la propria lanterna e il proprio anello al terrestre Hal Jordan, un pilota di jet scavezzacollo che si ritrova improvvisamente catapultato in un universo letteralmente più grande di lui. Seguono scontri con cattivoni più o meno bizzarri, saghe spaziali varie, lotte epiche fra esseri alieni, un sostanzioso periodo di impegno sociale (negli anni 70, quando Hal Jordan va ad affiancare Green Arrow, le storie vengono fatte ruotare in maniera esplicita attorno a temi come il consumo di droga fra i giovani, il segregazionismo, il consumismo, la misoginia etc.), l'immancabile giramento di boccino (in seguito alla distruzione, da parte del supercattivo di turno, della propria città natia – è in questa occasione che Jordan decide di usare il potere dell’anello per tentare di tornare indietro nel tempo e modificare il corso degli eventi – peccato che nel farlo uccida tutte le Lanterne Verdi e i Guardiani <a name="[↩]"></a>dell’Universo<a href="#[4]">[4]</a>), varie occasioni di rinascita e il ritorno agli antichi splendori (il ritorno in carica come personaggio principale della testata viene gestito da Geoff Johns, autore fra i più prolifici e di successo della DC degli ultimi anni).</span><br /><br /><span style="font-weight: bold;font-family:arial;" >Forse non tutti sanno che…</span><br /><br /><span style="font-family:arial;">-Hal Jordan ha riacceso il Sole (e c’è rimasto secco).</span><br /><br /><span style="font-family:arial;">-Daffy Duck è stato, per un breve periodo, una Lanterna Verde.</span><br /><br /><span style="font-family:arial;">-una volta un nemico di Kyle Rayner (che ha ricoperto il ruolo di Lanterna Verde per diversi anni al posto di Hal Jordan) gli ha fatto ritrovare la sua la fidanzata tagliata a pezzi nel frigorifero di casa. Altro che il Joker.</span><br /><br /><span style="font-family:arial;">-sempre parlando di fidanzate, Hal Jordan è stato per diverso tempo assieme a una aliena tredicenne. Già.</span><br /><br /><span style="font-family:arial;">-fra i vari esseri che fanno parte delle Lanterne Verdi ci sono: una mosca; uno scoiattolo; una formula matematica senziente (eh); un pianeta intero.</span><br /><br /><br /><span style="font-family:arial;"><a name="[1]">[1]</a> è storia recentissima (i primi numeri hanno iniziato a uscire una settimana e mezza fa) il reboot effettuato con la saga </span><span style="font-style: italic;font-family:arial;" >Flashpoint</span><span style="font-family:arial;">, nella quale Flash, dopo una serie di accadimenti come al solito ingarbugliati e convoluti, si trova costretto a tornare indietro nel tempo alla cieca, in pratica quasi riazzerando narrativamente l’intero universo DC. Gli effetti? Tutte le testate sono state fatte ripartire numericamente dal numero 1, tutti gli eroi hanno cambiato costume, tutte le storie di questi ultimi 30-40 anni sono state relegate in una linea temporale differente rispetto a quella attuale (cambiamenti che, ovviamente, saranno validi fino al prossimo stravolgimento narrativo per modificare ulteriormente quanto fatto o per recuperare in toto quanto lasciato alle spalle).<a href="#[↩]">[↩]</a></span><br /><br /><span style="font-family:arial;"><a name="[2]">[2]</a> di differente dal multiverso Marvel, quindi, c’è che il multiverso DC ha una giustificazione narrativa interna (alla Marvel l’esistenza del multiverso è una semplice conseguenza del volere di un super-essere ultra-supremo, il cosiddetto One-Above-All, che rappresenta il reale caporedattore in carica). Fra le varie terre parallele dell’universo DC vale la pena citare Terra 2, dove abitano gli eroi della golden age (ovvero tutte le versioni originali degli anni 40 degli odierni super-eroi. Il problema qui è che, se con Green Lantern effettivamente vi fu uno stacco editoriale di alcuni anni fra la prima versione del personaggio (un ferroviere di nome Alan Scott) e la sua ripresa nel 1959, altri personaggi non hanno avuto discontinuità editoriali (come con Batman e come, ne abbiamo già accennato prima, con Superman). In quest’ultimo caso si è comunque deciso di creare delle versioni più anziane dei super-eroi in questione, con risultati interessanti: in questa Terra 2, ad esempio, Batman ad un certo punto decide di appendere il mantello al chiodo, si sposa con Catwoman, diventa commissario di polizia e muore dando la caccia a un super criminale, lasciando una figlia che continuerà le sue gesta eroiche con lo pseudonimo di Huntress). Oppure Terra 3, una sorta di mondo alla rovescia dove i buoni sono cattivi e viceversa (e che è dominata dalla versione malvagia di Superman, conosciuto in questo universo come Ultraman). O, ancora, Terra 387, in cui tutti gli abitanti del mondo sono licantropi; Terra 1191, nella quale Batman è un vampiro; o, per finire, una Terra ancora senza numerazione nella quale il razzo che ha portato Superman da Krypton sulla Terra, invece di cadere negli Stati Uniti è caduto in un kolkhoz dell’Ucraina comunista (vi lascio immaginare i successivi sviluppi).<a href="#[↩]">[↩]</a></span><br /><br /><span style="font-family:arial;"><a name="[3]">[3]</a> giustificazione che non starò qui a illustrarvi (in realtà ve la spiego nella nota successiva). Vi basti sapere che tutti i colori visibili dello spettro (rosso, verde, giallo, arancio, blu, indaco, violetto, più il nero e il bianco) danno origine a dei rispettivi anelli del potere, e che le interazioni fra i possessori di questi anelli sono a dir poco variegate.<a href="#[↩]">[↩]</a></span><br /><br /><span style="font-family:arial;"><a name="[4]">[4]</a> verrà poi spiegato in seguito che il giramento di boccino era stato in realtà causato da una entità maligna assopita all’interno della principale Lanterna Verde presente su Oa; entità di colore giallo (da qui l’inefficacia dell’anello contro tale colore), definita Parallax, che avrebbe poi dato origine alle Lanterne Gialle.<a href="#[↩]">[↩]</a></span>gualtierohttp://www.blogger.com/profile/12028917375542337689noreply@blogger.com0