6 dicembre 2011

La storia di Spiderman

Avendo trattato Batman, uno dei personaggi portabandiera della DC Comics, non ci si poteva esimere di fare lo stesso anche con la Marvel: ecco quindi la storia di Spiderman, quell’Uomo Ragno che è universalmente riconosciuto come uno dei supereroi più famosi di sempre.

La prima storia di Spiderman viene pubblicata come una sorta di scommessa fra lo sceneggiatore Stan Lee e l’editore Martin Goodman per la prima volta nel 1962 sul numero 15 di Amazing Fantasy, un’antologia fantascientifica che stava per chiudere i battenti a causa delle scarse vendite. Con Spiderman la rivista fece il botto: si decise comunque di chiuderla, ma al contempo di affidare una testata propria al tessiragnatele – testata che ebbe da subito un grande successo, e che con il tempo diede origine anche ad altre filiazioni editoriali, televisive e cinematografiche.

Peter Parker, orfano che vive con gli zii, è un adolescente che si ritrova all’improvviso dotato di una serie di incredibili poteri, in seguito al morso di un ragno radioattivo. Non sapendo bene cosa farsene, cerca, attraverso le sue prime apparizioni pubbliche, di tirarci fuori qualche soldo o un po’ di celebrità. Sarà la morte dello zio, deceduto per mano di un criminale che Peter avrebbe potuto fermare ma che invece, per evitarsi la fatica, ha lasciato fuggire, a fargli intraprendere quella carriera di super-eroe con super-problemi che oggi ci è familiare. La particolarità del personaggio, ai tempi, era rappresentata proprio dal suo essere adolescente. Tutti gli altri super-eroi dell’epoca, sia DC che Marvel, erano uomini più o meno maturi, con delle personalità ben sviluppate e che perseguivano degli ideali di giustizia precisi; se c’erano degli adolescenti, questi erano tutt’al più relegati al ruolo di comprimari, di side-kick, come punto d’appoggio per i lettori più giovani o come semplici spalle comiche (basti pensare al primo Robin). Con Spiderman, Lee e Steve Ditko (il disegnatore che diede corpo alle prime storie dell’Uomo Ragno) misero per primi in campo un ragazzino alquanto sfigato che doveva affrontare, oltre alla solita caterva di cattivoni bizzarri, tutti i problemi tipici dell’adolescenza e dell’essere un teen-ager ammeregano nerd degli anni 60: l’insicurezza personale, la difficoltà nei rapporti sociali, il non riconoscimento dei propri meriti (umani e super-eroistici), le pene d’amore non corrisposto.

Con Spiderman nasce il supereroe sfigato, quello che riesce sì a salvare la giornata, ma non esattamente come avrebbe voluto, o che comunque incappa in una qualche gabola che gli vena d’amarezza l’esistenza. Come tutti i supereroi Marvel, anche Spiderman soggiace alle regole editoriali della Casa delle Idee: a causa della floating timeline Peter Parker è oggi un ancor giovane fotografo freelance che si barcamena fra vita privata e imprese superomistiche, ed esistono differenti versioni dell’Uomo Ragno, tante quante sono gli universi paralleli che costituiscono il cosmo Marvel.

Forse non tutti sanno che...

-le origini editoriali del personaggio sono in realtà abbastanza complicate e laboriose, e passano anche attraverso l’esperienza e le matite di Jack Kirby. Senza star lì a dipanare tutto il garbuglio, il risultato finale fu che Spiderman mantenne il costume disegnato da Kirby (la tutina blu e rossa che ancor oggi ben conosciamo), ma fisico e paturnie gli furono conferite da Ditko (Lee, come al solito, si limitò a far giostrare gli elementi che si era ritrovato in mano, dando delle indicazioni di massima sulle vicende che dovevano capitare al personaggio)

-a metà degli anni 90 negli albi di Spiderman si ripresenta sulle scene un clone (ripescato da una vecchia storia semi-dimenticata degli anni 70) di Peter Parker, tale Ben Reilly; salta però fuori che il vero Uomo Ragno è Ben, e che Peter è il suo clone. Seguono tre anni di vicende nelle quali Ben Reilly diventa il protagonista della testata, affiorano altri cloni (per la ben nota regola: “se al lettore piace, dagliene di più” – peccato che poi si finisca a far indigestione), Peter, che nel frattempo ha abbandonato il costume, e Mary Jane perdono una figlia (la quale però sopravvive in un universo alternativo, Terra-982, e le cui avventure si possono leggere sulla linea editoriale MC2), finché, dopo le numerose proteste dei lettori affezionati a Peter, ricompare un resuscitato per l’occasione Norman Osborne a rimettere tutto in ordine, rivelando d’essere stato lui a mescolare le carte

-Peter, dopo aver perso la prima fidanzata Gwen Stacy a causa di Norman Osborne, si sposa con Mary Jane Watson, e vive con lei fra alti e bassi fino a qualche anno fa, quando con la saga One More Day, per salvare la propria zia morente (zia che sembrava già essere morta una volta, salvo poi scoprire trattarsi di un’attrice truccata come lei) (eh), stringe un patto con Mefistofele e sacrifica il proprio matrimonio, e con esso l’amore per Mary Jane. L’evento, voluto dall’allora editor in chief Joe Quesada per svecchiare il personaggio e farlo riavvicinare ai lettori più giovani, sollevò un turbinio di polemiche che ancora oggi non si è sopito.

-le origini dei poteri di Peter sono variate nel corso degli anni. Fermo restando il morso del ragno, l’aracnide subisce delle variazioni: prima radioattivo, poi geneticamente modificato, alla fine, nella prima metà degli anni 00, risultava che il ragno era una sorta di totem mistico, il cui morso aveva solo liberato dei poteri insiti nello stesso Peter (per diverso tempo, infatti, dopo essersi connesso spiritualmente con un’entità cosmico-ragnesca, Peter potè fare a meno degli spara-ragnatele, visto che aveva iniziato a tessere la propria tela autonomamente (è quello che si vede, per capirsi, anche nei film di Sam Raimi)) (almeno fino al reset compiuto con One More Day, con il quale ricompaiono gli spara-ragnatele)

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