Partiamo da un ritratto. Il ritratto di un uomo. Un uomo il cui volto non è noto alle grandi masse, e forse neanche il nome.
Guardatelo bene, memorizzate la sua faccia.
Un perfetto sconosciuto, ma è un uomo che invece un nome ce l'ha: si chiama
Felix Hoffmann. Tedesco, nato a Ludwigsburg, il 21 gennaio 1868. Di professione chimico, laureatosi a Monaco di Baviera. Ed oggi raccontiamo la sua storia, che è una storia fatta di successi e di pasticci, infatti il nostro Felix ne ha combinata una per la quale avrebbe meritato di entrare nell'elenco degli scienziati che hanno cambiato la storia dell'umanità, con il loro genio. Ma subito dopo, per sua sfortuna, ne ha combinata un'altra talmente grossa... da essere messo al bando nel Pantheon della scienza. Per questo il suo nome è poco noto, anche se ha fatto molto di più di tanti che invece sono entrati nella storia.
Il giovane Felix Hoffmann trovò lavoro presso i laboratori di ricerca di una fabbrica di medicinali che esiste ancora oggi, ed anzi oggi è anche molto famosa e importante: la
Bayer. Solo che all'epoca la Bayer non era una multinazionale come oggi, ma una piccola officina di preparazioni galeniche e medicinali. Anzi, a dire il vero, all'epoca l'industria farmacologica non esisteva ancora. Non c'erano le molecole sintetice, ed i farmaci usati erano composti per lo più da sostanze già presenti in natura.
Anche sul fronte delle malattie la situazione era diversa da quella di oggi. Mettiamoci infatti nei panni di Felix Hoffmann nel 1897. Appena 29enne, giovane chimico, al centro di un'Europa che dal punto di vista socio-sanitario non era certo come quella di oggi.
La
penicillina non era stata ancora inventata, per cui non esisteva nessun antibiotico, e non esistevano rimedi per quasi tutti i mali. Aggiungiamo a questo che l'Europa di fine '800 aveva due grandi protagonisti:
il Vaiolo e la Tubercolosi, ed i vaccini stentavano a diffondersi, le cure anche. Soprattutto per la Tubercolosi, che continuava a mietere vittime.
A dire il vero, oltre agli antibiotici non c'erano neanche i sulfamidici, gli antiinfiammatori e tutto il resto. E neanche la cibalgina, la nimesulide, eccetera.
E' qui che il genio di Felix Hoffmann entra in campo. Con un'idea nuova, completamente nuova e per l'epoca assolutamente rivoluzionaria: se la sostanza che può curare il male, o almeno alleviare i sintomi e far star meglio, non esiste in natura, allora
la invento io.
Già, sembra facile a dirsi ma... a farsi?
Torniamo indietro di qualche anno. Nel 1874, un ricercatore inglese che si chiamava
C.R. Wright aveva avuto l'idea di costruire in laboratorio, mediante una reazione chimica, una molecola che riducesse gli stati dolorosi. Certo sì, esisteva già
la morfina... ma non è che se uno ha un dolorino piccolo piccolo, tipo ad un dente o un'emicrania si può prendere la morfina... Oggi diremmo che prendiamo una cibalgina o qualche goccia di novalgina, ma queste cose... beh all'epoca non esistevano.
In pratica Wright cercava qualcosa di più blando della morfina, tipo per il mal di testa. Allora provò a diluire la morfina con dell'anidride acetica, facendo quella reazione che in chimica si chiama
acetilazione della morfina. La fece, provò a sperimentarla su alcuni animali, ma ottenne risultati poco interessanti, e abbandonò il progetto.
23 anni dopo, il nostro Felix Hoffmann riprende l'idea. Solo che dice...
l'acetilazione va bene, ma forse è la morfina che è troppo pesante.
Allora Felix va a confrontarsi con il suo capo, un altro chimico della Bayer, che si chiamava
Arthur Eichengrün. Il loro dialogo deve essere stato più o meno questo:
Felix: "Senti, ti ricordi di Wright?"
Arthur: "Certo! Quell'ubriacone! Stava sempre in laboratorio imbottito di birra!"
Felix: "Però aveva avuto una buona idea..."
Arthur: "Ma
stai fuori? Acetilare la morfina? Ah tu sei giovane non hai visto quei poveri animali sui quali l'ha testata...
sembravano pazzi..."
Felix: "E se non acetilassi la morfina, ma mettessi invece un gruppo ossidrile dell'acido acetico in un recipiente pieno di acido salicilico?"
Arthur: "Felix,
cosa hai bevuto? Piantala! E' roba che
in natura non c'è!"
Felix: "Se vuoi ti spiego..."
Arthur: "C'è poco da spiegare, è
una gran cagata, la tua idea... acetilare l'acido salicilico ahahah! Tu stai fuori!"
Felix: "Vedi, Erodoto nelle
Storie narrava che esisteva un popolo stranamente più resistente di altri alle comuni malattie; tale popolo usava mangiare le
foglie di salice..."
Arthur: "Ma sei matto? Quella
è mitologia! Non ti autorizza a prendere l'acido da dentro le foglie di salice e darlo alla gente..."
Felix: "Ma vedi, anche
Ippocrate parla della corteccia del salice che era utile per alleviare il dolore ed abbassare la febbre..."
Arthur: "Appunto! Corteccia del salice! Ma senza acetilare niente! Erodoto non acetilava! Dai alla gente l'estratto di salice, allora, ma non giocare con il fuoco facendo strane reazioni chimiche!"
Felix: "Beh senti... ma sono 3000 anni che la gente si cura con le erbe e con le piante..."
Arthur: "Giustissimo! E tu cerca le cure con le erbe e con le piante, allora, non acetilare! Non fare intrugli! Queste cose,
gli intrugli di erbe e piante, fanno parte della
stregoneria o al limite
dell'alchimia! E ricorda che
noi siamo scienza, non fantascienza".
Felix: "Già, quindi non dobbiamo stupire con effetti speciali tipo intrugli, eh? No, non sono d'accordo. Io butto l'aceto sulle foglie di salice e vedo che succede...."
Arthur: "Felix, tu secondo me hai bisogno di un po' di vacanze, ti vedo
stanco e stressato."
Felix: "Ed io, anche se ti stimo molto, ora ti mando a cagare e me ne vado sbattendo la porta!!!"
Felix va via, borbottando un "Te la faccio vedere io, la fantascienza, e ti faccio anche vedere dove te la infilo!", tutto incazzato torna in laboratorio, e giorni dopo rifà la stessa preparazione di Wright, ma mettendo l'acido salicilico al posto della morfina.
Fece l'acetilazione, ottenne una sostanza solida biancastra, che si sbriciolava al contatto e la testò su animali che avevano la febbre. Agli animali passò la febbre.
Non solo.
Una sera Felix aveva il raffreddore, e siccome non c'erano rimedi al raffreddore oltre al latte caldo con miele o alla già nota
cura del cappello, si fece coraggio e si prese 100 mg della sostanza che aveva inventato. Gli passò il raffreddore. A questo punto, altro che testare su animali, si passò direttamente sull'uomo.
Una volta fatti i test sugli umani, sulle persone ammalate, si notò che questa sostanza funzionava come
analgesico per dolori lievi, come
antipiretico (per ridurre la febbre) e come
antiinfiammatorio. Ha, inoltre, un effetto
anticoagulante e fluidificante sul sangue, per questo il suo uso a piccole dosi aiuta a
prevenire a lungo termine
gli attacchi cardiaci.
Un successo strepitoso. Anche perché questa sostanza non esisteva e non esiste in natura. E' stata inventata da Felix Hoffmann quel giorno del 1897.
Ed ha cambiato la storia dell'umanità. Qualcuno lo contestò, dicendo che il metodo da lui usato era
alchimia e
stregoneria, e che trattandosi di una sostanza non naturale era frutto di un patto con il demonio e giù con i soliti bla bla bla di stampo vetero-teologico.
Ma l'invenzione di Felix Hoffmann, la usiamo ancora oggi.
Già. Perchè acetilando l'acido salicilico, Felix aveva ottenuto l'
acido acetil-salicilico, brevettato pochi giorni dopo con il nome di
Aspirina.
E' forse il farmaco più famoso al mondo, oggi, oltre che il più usato in assoluto.
Un'invenzione che poteva fare di lui un eroe nazionale, anzi un eroe mondiale della medicina. Ma come spesso accade, tra il paradiso e l'inferno la distanza è brevissima. E la caduta nell'inferno della memoria è arrivata puntuale anche per Felix. E solo
in undici giorni. Undici giorni per andare dalle stelle alle stalle. Undici giorni per... ehm... combinare un gran casino. A livello mondiale.
Una volta sintetizzata l'Aspirina, Felix passò subito,
forse un po' gasato dal successo, ad un nuovo compito.
L'Europa aveva un bisogno impellente. Quello di una sostanza utile nel
sedare la tosse, ma non stiamo parlando di tosse dovuta ad un'influenza, ma di quella che si presenta nella
tubercolosi e nelle
patologie respiratorie.
Felix ci pensa su, ci riflette, e si rende conto che l'unica sostanza nota in natura per avere un po' d'azione sul centro nervoso respiratorio è ancora una volta, e fatalmente,
la morfina, per cui il nostro pensa: "Ma vuoi vedere che Wright aveva visto giusto... e che magari ha sbagliato qualcosa nel procedimento? Ah, ma ora ci penso io..."
Così, appena
undici giorni dopo il brevetto dell'Aspirina, Felix Hoffmann rifà in laboratorio l'acetilazione della morfina, ed ottiene una nuova molecola di sintesi. A quel punto, la nuova sostanza viene sperimentata su pazienti affetti da tubercolosi, pneumosi, ed altre malattie respiratorie gravi, dove gli spasmi di tosse rischiavano di far morire per asfissia il malato.
I risultati
apparvero buoni... nel senso che i malati davvero respiravano meglio, con meno spasmi di tosse... ma c'era una mal interpretazione degli stessi risultati...
All'epoca, per curare queste patologie si usava la
codeina che è un oppiaceo blando. La codeina mostrava risultati
peggiori rispetto alla nuova molecola sintetizzata da Felix.
Certo, c'era anche l'infelice
idromorfone, un idrogenato della morfina, che era un po'...
troppo potente, infatti sedava la respirazione dei pazienti così tanto che spesso ci restavano secchi e morivano per autosoffocamento. Altri invece finivano in coma per blocco totale dei centri nervosi.
La molecola di Felix si mostrava circa 5 volte
meno potente dell'idromorfone. La gente stava meglio, senza andare in coma. Ma stava davvero moooooolto meglio...
Pertanto, i buoni risultati nei test sui tubercolotici diedero la
falsa impressione che si trattasse di un'altra genialata di Felix Hoffmann, come l'Aspirina. Diedero l'impressione che la riduzione del ritmo respiratorio dipendesse da una migliorata efficienza respiratoria. Invece...
Nei mesi successivi, l'impiego terapeutico si ampliò alle più disparate patologie pneumologiche, ma anche neurologiche, ginecologiche, ecc. Si diffusero pertanto svariate preparazioni farmaceutiche
acquistabili liberamente.
Altro che molecola curativa. Basta pensare che alcune delle persone che testarono il farmaco, dissero che nei primi 60 secondi dopo l'assunzione avevano provato una sensazione
"simile a una serie multipla di orgasmi disseminati in tutto il corpo." Altri invece dissero di aver parlato
con gli angeli. Altri dicevano che "Nel primo minuto dopo averla assunta, io vado tra le nuvole, sto in paradiso..."
Nel giro di pochi anni, la sua diffusione diventò
emergenza sanitaria in tutto il mondo, e poi addirittura, ovviamente per motivi politici,
emergenza sociale.
Tanto per fare qualche esempio, nel 1905 la città di New York consumava circa due tonnellate di sostanza all'anno. E chi la consumava ne era dipendente. In Cina, sotto forma di compresse da fumare, iniziò addirittura a sostituire l'oppio, e si sa che per i cinesi l'oppio è un fatto culturale molto radicato.
L'Europa non rimase immune e il consumo si diffuse rapidamente. La dipendenza anche.
In Egitto nel 1930 il fenomeno aveva assunto proporzioni drammatiche: si calcola che su 14 milioni di abitanti vi fossero 500.000 dipendenti da questa molecola.
Di fronte a questi fatti le autorità corsero in fretta ai ripari:
l'Italia e gli Stati Uniti furono i primi che ne vietarono produzione, importazione e uso, nel 1925; a seguire, tutte le altre nazioni. Le ultime nazioni a metterla al bando sono state la Cecoslovacchia (1960) e il Portogallo (1962).
Questi divieti hanno ottenuto il risultato di far sorgere, di fronte alla fortissima richiesta, un po' dovunque i
laboratori clandestini.
Il numero di morti... beh quello non è possibile calcolarlo, se si pensa che la
dose letale in soggetti non assuefatti è di appena 100 mg.
Bel casino, che ha combinato il nostro Felix, eh?
Eh già, lo credo bene.
Perchè dopo aver inventato l'Aspirina, quel giorno del 1897, acetilando la morfina Felix Hoffmann aveva inventato una sostanza che non era morfina, ma che, attraversata la
barriera ematoencefalica, quella che genera
flash euforici, perde i gruppi acetili ritrasformandosi in morfina.
Purissima.
Felix Hoffmann, acetilando la morfina aveva sintetizzato questa nuova molecola che chimicamente si chiama
Diacetilmorfina, ma che ha un nome "commerciale" diverso.
Felix Hoffmann aveva inventato...
...l'Eroina.
"E' che per vivere normale devi lasciarla andare via.
Ma io non voglio scappare da qui.
Restiamo insieme, verso l'inferno. Insieme.
L'inferno. Terribile.
Terribilmente dolce.
Siamo una cosa sola."(Anonimo eroinomane) "Il flash ha la violenza del lampo e l'intensità dello spasimo. Un'ondata di calore che pervade il corpo, una sensazione improvvisa di euforia, di benessere, di sicurezza, di assoluta apatia, che ti viene addosso, che ti circonda, che va dentro la tua bocca, giù per la gola, e in profondità nella tua anima. Dura un minuto o due, è tutto condensato in quei secondi. Poi permane una sensazione di benessere diffuso, di scomparsa di malinconie. Scompaiono anche le nostre angoscie, ci si sente staccati da qualsiasi ansia o problema che si può avere quando si è lucidi. Ma questo è come ci si sente nelle 4-6 ore successive. Il flash invece è come un lampo, improvviso, perchè sale intenso e istantaneo, pochi secondi dopo l'iniezione, 3-4 secondi. Anzi, se l'eroina è buona inizia a salire già mentre si sta iniettando, ancor prima di togliere l'ago dalla vena..."
(Un caro amico esperto)"Prima quel sapore alla gola, unico inimitabile, quell'amaro che ti prende in gola, segno del fatto che sta salendo... e poi il flash. Si sta nelle nuvole e in un attimo non si avverte più dolore, ansia, paura, non esiste più nessuna preoccupazione. Solo lo stato d'estasi, come l'estasi mistica, l'estasi della meditazione. Tutto si annulla, solo la propria testa che fa da cuscino alla propria anima e si è tutti più buoni, accoglienti, disponibili. Un attimo prima ci si voleva scannare per i motovi più schifosi ed ora ci si guarda con attonimento, si vuole bene a tutti e si è concilianti. Poi la prima sigaretta, sì perchè la sigaretta ti aiuta a far salire il flash. Lo mantiene di più ed allora ci si abbandona a lui, come se si stesse nel grembo materno, ovattati, cullati e ci si perde e niente più ha importanza, conta solo quello che stai provando in quel momento, pensi che potresti anche morire, ma è tutto indifferente, tutto passa".
(un'amica che ne è uscita) "Io in quel momento vedo davvero gli angeli, credimi. La mia estasi è mistica. Parlo con Dio. Lo vedo. Vedo Dio, la Madonna, e tutti gli angeli in colonna".
(un'amica che invece non ne è uscita, ed ha smesso di vivere per overdose nel 2001) Io: "No non ne faccio uso, non ne ho mai fatto e non lo farò mai, e sai perché? Perchè ho terrore degli aghi e delle siringhe, oltre che delle dipendenze."
Lui/Lei: "Anche io ho quei terrori. Ma non è bastato..."
(
Dialogo avuto mille volte con mille persone diverse)
"Uno stato di benessere diffuso, la scomparsa di angosce e timori, l'annullamento del dolore fisico."
(Un'altro amico morto oltre 20 anni fa)"Il flash mi arriva subito, mentre si sta ancora iniettando, ed è molto ma molto meglio di un'orgasmo.
Mi sembra che il mondo e la vita siano una cosa bellissima, che tutto abbia un senso, che i colori siano più belli, gli odori più buoni, mi sembra di vivere in un mondo perfetto."
(un vecchio amico che si è salvato)Nota politica: In Italia, l'eroina venne lanciata sul mercato delle droghe tra il 1971 ed il 1973 mediante una vera e propria operazione di
marketing: con la complicità di mafie, settori deviati e non dei servizi segreti, frange di partiti politici (di governo, mica estremisti) e di forze dell'ordine che miravano ad eliminare certa contestazione giovanile e certi movimenti diffusisi dopo il '68, vennero fatte
sparire tutte le altre droghe da tutta la penisola. Fu offerta al loro posto
solo eroina a prezzi
molto bassi. Poco dopo, quando tutti consumatori erano passati alla nuova droga ed erano divenuti dipendenti da eroina, il prezzo salì alle stelle.
Anche i morti di overdose salirono alle stelle.
(Per superare la propria barriera ematoencefalica, il sottoscritto continua a preferire tre sostanze: la caffeina, la nicotina, e la dopamina generata dagli orgasmi sessuali)