25 ottobre 2011

I grandi eventi Marvel: 1 - Galactus saga (Fantastic Four #48-#50, 1966)


Premessa
Messi in fila nelle scorse settimane un po' di personaggi DC e Marvel, ho pensato fosse arrivato il momento di dare un occhio a qualche arco narrativo storico delle due case editrici ammeregane. Partiamo quindi con un classico fra i classici, la prima apparizione di Galactus nei Fantastici Quattro di Stan Lee e Jack Kirby.

Trama
Galactus, divoratore di pianeti, arriva sulla Terra con lo scopo di papparsela (il tutto tramite una complicata serie di ammenicoli meccanici superbamente ingarbugliati disegnati da Kirby). Il compito di smazzolarlo tocca ai Fantastici Quattro (Reed "Mr. Fantastic" Richards, l'uomo che si allunga a piacere; Susan "The Invisible Woman" Storm, la donna tappezzeria; Johnny "The Human Torch" Storm, il ragazzo che si infiamma facilmente; Ben "The Thing" Grimm, riconoscibile dal suo grido di battaglia "Pietra portentosa, divento la Cosa!" (no, ok, in realtà urla "It's clobbering time!", ma non ho saputo resistere alla tentazione della citazione amarcord post-pop alternativa)), aiutati da Uatu il Guardone (un super essere alieno che registra passivamente (oddio, non sempre) tutto quello che accade sul pianeta) e da Silver Surfer (un ex componente dei Rockets che si è dato al surf cosmico e alla piaggeria nei confronti di Galactus).

Giudizio sintetico
Una saga baldanzosa, straripante imponenza visiva e gagliardezza di temi e d'azioni. Johnny che si fa letteralmente un viaggio cosmico aiutato da Uatu è uno dei momenti fumettistici pre-anni 70 più lisergici della storia dei comics; Silver Surfer che sbarella ganzo sulle correnti stellari è buon secondo; Galactus, poi, una sorta di incarnazione della bulimia termodinamica dell'universo, è una trovata che vale due Morrison.

Son cose
Tutte le tavole di Kirby, in uno dei suoi massimi momenti di gloria e potenza, sono una delizia per gli occhi: fra scene spaziali, astronavi astruse, collage fotocopiati direttamente sulla tavola, cazzottoni e raggi energetici, si ha qui l'esempio perfetto del perché ancora oggi sia considerato il Re (e chissenefrega se le proporzioni di Galactus cambiano ogni due vignette). Ogni tavola è un piacere geometrico da scrutare in ogni minimo dettaglio e linea cinetica, e la composizione di gruppi e personaggi sfonda la pagina in ogni occasione.

Saltano agli occhi
-la muffosa verbosità dell'epoca;
-la strepitosa sovrabbondanza di idee buttate sul piatto: in soli tre numeri (e neppure interi: metà del 48 è dedicata alla fine di un arco narrativo con gli Inhumans; una manciata di pagine del 50 serve a introdurre la successiva storyline) vengono introdotti due personaggi di importanza cosmica, si esplorano pienamente le fragili dinamiche matrimoniali fra Reed e Susan (altro che i sette numeri di Civil War più gli otto numeri di tie-in dei Fantastic Four), e si trattano temi e concetti assolutamente non banali.

Prossimo evento
The Kree-Skrull War

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